40 anni di Neuromante, il libro che ha inventato il cyberspazio e previsto il nostro futuro
Internet e la realtà virtuale, le IA, il turismo spaziale, i microchip nel cervello, l’ossessione per la tecnologia, gli hacker e pure le mega corporation: sono tecnologie, parole e idee che oggi fanno parte della nostra quotidianità ma che quando sono state concepite, fra le pagine del romanzo Neuromante dello scrittore canadese William Gibson, sembravano incredibili.
Nel 1984, il libro di Gibson anticipò con sorprendente chiarezza la direzione verso cui andavano il progresso e la società e anche diede la definizione di cyberspazio (termine usato per la prima volta sempre da Gibson nel 1982 in La notte che bruciammo Chrome), cioè l’insieme di computer collegati fra loro, connessi per creare una realtà alternativa in cui le persone passano tempo sottratto alla realtà reale. Era un altro modo per descrivere Internet, anche se all’epoca Internet nemmeno c’era.
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