Direttiva Europea Case Green: che cosa cambia, su quali case occorrerà intervenire e entro quando

Il Parlamento Europeo la settimana scorsa ha votato a favore della Direttiva Case Green. Obiettivo è quello di ridurre l’inquinamento ambientale e promuovere la sostenibilità. Nella seduta plenaria l’Energy performance of buildings directive (Epbd), provvedimento che riscrive i parametri su vecchi e nuovi edifici in vista dell’obiettivo zero emissioni, è stato approvato con 370 voti favorevoli, 199 contrari e 46 astenuti. Tra i contrari Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, ovvero i principali partiti di Governo in Italia. A favore della direttiva hanno votato Pd, M5S, Alleanza Verdi-Sinistra e Italia Viva.

Che cosa contiene la direttiva?

Sostanzialmente la direttiva è un piano per la riduzione dei consumi energetici degli edifici. I Paesi membri sono chiamati a mettere in campo interventi per arrivare entro il 2050 a un patrimonio edilizio a zero emissioni. Spetta agli Stati membri recepire, entro due anni, la direttiva e applicarla usando le risorse nazionali ed europee a disposizione. La Commissione Ue non erogherà nuovi fondi e si potrà contare su stanziamenti come il PNRR, il Fondo sociale per il clima e i Fondi di coesione. Ci saranno tappe intermedie, come spiega SkyTg24, e entro il 2030 gli Stati membri dovranno ridurre del 16% i consumi del proprio parco edilizio.

Che interventi occorre fare nelle case?

Intanto va detto che in Italia come in diversi paesi d’Europa al momento la situazione non è ottimale. La classe energetica delle case non è buona: questo significa che per la direttiva europea, quasi il 60% delle abitazioni sarà da ristrutturare entro il 2050. Enea stima che il 15% di nuove abitazioni e un quarto delle case già oggi può andare bene. Ma si stima che in pochi anni tra 5,5 e 7,6 milioni di edifici tra privati e pubblici che sono in condizioni energetiche scadenti dovranno essere riqualificati in Italia. Sono questi i dati forniti da Fillea Cgil e Unimpresa per gli immobili nelle classi più basse (F e G).

Che indirizzi dà la direttiva europea

Nel documento approvato con gli Stati che poi dovranno impostare gli interventi specifici, si conferma l’addio all’uso di combustibili fossili nelle abitazioni, come le caldaie a gas metano. La data della messa al bando è slittata dal 2035 al 2040. Occorre migliorare la situazione energetica degli edifici esistenti.

Sulla costruzione degli edifici dal 1° gennaio 2028 gli immobili di proprietà pubblica dovranno avere zero emissioni. Per tutti gli altri, il vincolo scatta dal 1° gennaio 2030. I nuovi immobili poi dovranno essere predisposti a ospitare impianti fotovoltaici o solari termici sui tetti. Per gli edifici idonei già esistenti i pannelli dovranno essere installati gradualmente a partire dal 2027.

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