Scuola primaria, innovazione e autonomia
Le attività opzionali aggiuntive nel tempo scuola fino a 30 Ore
di Bruno Lorenzo Castrovinci
Nel contesto della scuola primaria a tempo scuola di 30 ore settimanali, la possibilità di attivare fino a 3 ore di attività opzionali, oltre le 27 ore curricolari obbligatorie, rappresenta un’opportunità preziosa per arricchire e diversificare l’esperienza educativa degli alunni. Queste attività, scelte liberamente dalle famiglie, non sono soggette al vincolo della curricolarità e possono includere anche un’ora di sorveglianza durante il tempo mensa, intesa non come mera vigilanza, ma come momento educativo ricco di significato relazionale e formativo.
L’utilizzo di queste ore opzionali è reso possibile dalla dotazione organica aggiuntiva autorizzata specificamente per questo tipo di scuola, strumento strategico che consente, alle istituzioni scolastiche, di progettare percorsi coerenti con il Piano Triennale dell’Offerta Formativa e i bisogni formativi del territorio. In tal modo, le attività opzionali diventano parte integrante della visione pedagogica della scuola, che si propone come ambiente di apprendimento aperto, flessibile, inclusivo e partecipato.
Queste ore aggiuntive, proprio perché a libera scelta delle famiglie, rappresentano anche un importante segnale di corresponsabilità educativa: scuola e genitori collaborano per offrire ai bambini occasioni formative che arricchiscono, che spaziano dal potenziamento delle competenze trasversali all’espressione creativa e alla cura della dimensione emotiva. Il loro valore si esprime appieno quando inserite in una progettazione sistemica, capace di coniugare libertà educativa, innovazione didattica e partecipazione della comunità scolastica e territoriale.
Quadro Normativo di Riferimento
L’attivazione delle attività opzionali nella scuola primaria trova fondamento normativo nella legge delega n. 53 del 28 marzo 2003 e nel successivo decreto legislativo n. 59 del 19 febbraio 2004, che hanno introdotto una nuova articolazione del tempo scuola, prevedendo quote opzionali facoltative per rispondere in modo più flessibile e personalizzato ai bisogni formativi degli alunni. Questo impianto normativo ha aperto la strada a una concezione dell’orario scolastico come risorsa modulabile e adattabile alle esigenze del territorio, superando la rigidità dell’impostazione tradizionale.
Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo del 2012, aggiornate nel 2018, hanno ulteriormente rafforzato questa visione, valorizzando la centralità dell’alunno e promuovendo un’offerta formativa capace di integrare le discipline curricolari con esperienze educative più ampie. Il principio di flessibilità, strettamente connesso all’autonomia scolastica sancita dal DPR 275/1999, consente alle scuole di elaborare curricoli coerenti e innovativi, che tengano conto dei diversi stili cognitivi, delle potenzialità individuali e del contesto socio-culturale di riferimento.
In particolare, l’art. 4 del DPR 275/1999 autorizza le istituzioni scolastiche ad articolare il tempo scuola anche attraverso attività aggiuntive, progetti e laboratori, purché non si riducano le discipline obbligatorie. Le 3 ore opzionali previste nel modello di tempo scuola fino a 30 ore settimanali nella scuola primaria rientrano pienamente in questa cornice di legittimità e possono essere attivate utilizzando la dotazione organica aggiuntiva, senza incidere sulle risorse destinate al curricolo obbligatorio.
Queste attività opzionali, non essendo parte del curricolo obbligatorio, offrono maggiore libertà progettuale e si configurano come uno spazio privilegiato di sperimentazione educativa. Esse possono essere organizzate anche con il supporto di esperti esterni, enti territoriali, associazioni culturali, artistiche e sportive, favorendo così l’apertura della scuola al territorio e la costruzione di reti educative inclusive e generative. L’impianto normativo, dunque, non solo consente, ma incoraggia una progettualità flessibile e innovativa, al servizio del successo formativo e del benessere degli alunni.
Buone pratiche e esempi di attività opzionali
Le attività opzionali rappresentano una straordinaria opportunità per proporre percorsi educativi innovativi, inclusivi e stimolanti, capaci di ampliare l’orizzonte formativo oltre i confini delle discipline curricolari tradizionali. Queste attività, progettate in modo modulare e flessibile, rispondono alle inclinazioni personali degli alunni, promuovendo l’equità educativa attraverso la valorizzazione dei diversi stili cognitivi e delle potenzialità individuali.
Tra le buone pratiche già sperimentate in molte scuole vi sono:
Laboratori espressivi e artistici: attività di pittura, ceramica, teatro, scenografia, fotografia e musica corale e strumentale, finalizzate allo sviluppo delle competenze emotive, comunicative e creative. Tali attività si ispirano alla teoria delle intelligenze multiple di Gardner e stimolano in particolare le intelligenze musicale, interpersonale, corporea-cinestetica e intrapersonale.
Attività sportive e motorie: ginnastica educativa, yoga per bambini, attività di psicomotricità, danza educativa, arti marziali dolci e giochi cooperativi, che rafforzano l’autostima, il rispetto delle regole, la coesione del gruppo classe e la salute psicofisica dei bambini.
Laboratori STEM: percorsi di robotica educativa, coding unplugged e online, esperimenti scientifici pratici, costruzione di semplici prototipi e attività di problem solving che favoriscono la curiosità, il pensiero logico e il lavoro in team. In collaborazione con enti del territorio o università, si possono attivare anche laboratori di astronomia, elettronica o scienze della Terra.
Laboratori linguistici e interculturali: introduzione alle lingue straniere attraverso giochi, canzoni, storytelling, teatro in lingua e scambi epistolari con coetanei di altri paesi. Alcuni progetti prevedono anche il coinvolgimento di famiglie straniere, promuovendo una didattica interculturale autentica e inclusiva.
Percorsi di educazione alla cittadinanza attiva e alla sostenibilità: progetti di orticoltura didattica, cura degli spazi comuni, laboratori di riciclo creativo, incontri con testimoni del volontariato e visite a realtà del terzo settore. Attraverso queste attività si promuovono il senso di appartenenza, la responsabilità sociale e la capacità di cooperazione.
In alcune scuole, inoltre, il tempo mensa viene riqualificato grazie all’impiego della dotazione organica aggiuntiva per attività di sorveglianza educativa strutturata: giochi da tavolo cooperativi, lettura animata e condivisa, attività di mindfulness e circle time per il benessere relazionale. Questo consente di trasformare un momento apparentemente accessorio in un tempo educativo dall’alto valore formativo, volto a rinforzare la comunità classe e il clima positivo all’interno della scuola.
Approfondimento pedagogico, neuroscientifico e didattico
Dal punto di vista delle neuroscienze, è ormai accertato che l’apprendimento è potenziato quando coinvolge emozioni positive, esperienze significative e ambienti ricchi di stimoli multisensoriali. Le attività opzionali, proprio perché scelte e partecipate liberamente, rispondono al bisogno di motivazione intrinseca, attivando reti neuronali legate al piacere, alla curiosità e all’autoefficacia. Le recenti ricerche nel campo delle neuroscienze educative sottolineano l’importanza dell’engagement emotivo e della componente relazionale nell’apprendimento duraturo. Il cervello in età evolutiva si nutre di varietà, concretezza e partecipazione: le attività laboratoriali e non frontali sono quindi ideali per stimolare lo sviluppo globale del bambino, favorendo la plasticità cerebrale e rafforzando le connessioni sinaptiche coinvolte nei processi cognitivi complessi.
Sotto il profilo pedagogico, queste attività promuovono un’educazione integrale e personalizzata, che riconosce l’unicità di ogni alunno e valorizza tutti i linguaggi espressivi. Esse rappresentano un terreno fertile per l’inclusione, per la scoperta di talenti e vocazioni, per l’interazione significativa tra pari e con gli adulti educatori. Le attività opzionali permettono, inoltre, di implementare una pedagogia per competenze, incentrata su contesti reali e motivanti, che sollecitano l’autonomia, la riflessione metacognitiva e la responsabilità personale dell’alunno nel percorso di apprendimento.
Dal punto di vista didattico, le attività opzionali favoriscono una didattica attiva e cooperativa, fondata su compiti autentici e sfide cognitive, che sviluppano competenze trasversali e preparano alla complessità del mondo contemporaneo. Esse si configurano come spazi educativi ad alto potenziale trasformativo, dove si sperimentano pratiche di apprendimento esperienziale, interdisciplinare e creativo, contribuendo a una scuola che forma cittadini consapevoli, flessibili e capaci di affrontare le sfide del futuro.
La valorizzazione delle intelligenze multiple si traduce in una scuola che offre occasioni diversificate, dove il successo formativo non si misura solo in termini di risultati cognitivi standardizzati, ma di benessere, relazioni, capacità di scelta, e costruzione del sé. Un ambiente scolastico che tiene conto della molteplicità delle intelligenze promuove non solo l’apprendimento, ma anche il senso di autoefficacia, la resilienza e la motivazione personale. Questo è anche il senso più profondo dell’autonomia scolastica: la possibilità di modellare l’offerta formativa su bisogni reali, contesti specifici e desideri educativi condivisi, in un’ottica di crescita armonica e inclusiva.
Autonomia scolastica e ampliamento dell’offerta formativa
Le ore opzionali costituiscono uno strumento chiave per personalizzare l’offerta formativa e andare oltre la rigida scansione oraria curricolare, trasformando il tempo scuola in un laboratorio dinamico di crescita integrale. In quest’ottica, le scuole possono progettare un curriculum integrato, orientato non solo alla trasmissione dei saperi, ma allo sviluppo armonico delle competenze di cittadinanza attiva, creatività, pensiero critico, capacità relazionale, gestione delle emozioni e spirito di iniziativa. Si tratta di una prospettiva educativa che intende accompagnare l’alunno nella costruzione del proprio percorso identitario e cognitivo, ponendo al centro il valore dell’esperienza e del fare.
L’ulteriore 20% di flessibilità previsto dalla normativa può essere utilizzato in sinergia con queste ore opzionali per costruire percorsi verticali, interdisciplinari, laboratoriali, anche in continuità con gli altri ordini di scuola. Ne derivano esperienze educative ricche, personalizzate e orientate a una visione olistica dello sviluppo umano. Le scuole possono, ad esempio, attivare moduli tematici sulla sostenibilità, percorsi di educazione alla legalità, laboratori di cittadinanza digitale o di narrazione autobiografica, rendendo il curricolo più aderente al contesto sociale e ai bisogni emergenti dei bambini e delle loro famiglie.
L’attivazione di partenariati con associazioni, enti culturali, istituzioni scientifiche, biblioteche, musei, realtà produttive locali ed esperti del territorio consente di creare un ecosistema educativo aperto, in cui la scuola si fa luogo di incontro tra saperi formali, informali e non formali. Questo approccio moltiplica le opportunità di apprendimento autentico e significativo, ancorando le conoscenze a contesti reali e motivanti. Inoltre, la partecipazione di soggetti esterni arricchisce la professionalità docente attraverso pratiche di co-progettazione e co-docenza, in un’ottica di formazione continua e collaborazione interprofessionale.
Tale apertura si traduce anche in un forte impulso alla corresponsabilità educativa delle famiglie, chiamate a scegliere e sostenere le proposte, partecipando alla vita scolastica non solo come fruitori, ma come co-costruttori del progetto educativo. In questo modo, la scuola si consolida come comunità educante, radicata nel territorio e capace di attivare sinergie per una formazione davvero inclusiva, personalizzata e orientata al futuro.
Conclusione
Le 3 ore opzionali nella scuola primaria non rappresentano un semplice “riempitivo” del tempo scuola, ma costituiscono una leva strategica per promuovere una didattica realmente innovativa, centrata sul bambino e sulle sue potenzialità. Queste ore permettono di ampliare il curricolo in chiave esperienziale e laboratoriale, sostenendo percorsi formativi diversificati e motivanti, capaci di attivare la curiosità, la creatività e l’intelligenza emotiva dei bambini.
Attraverso le attività opzionali, la scuola può esprimere appieno la propria autonomia progettuale, modellando l’offerta formativa in relazione alle risorse del territorio, ai bisogni degli alunni e alle aspirazioni delle famiglie. Il coinvolgimento attivo di enti, associazioni, esperti esterni e famiglie nella co-progettazione delle attività genera un tessuto educativo condiviso, inclusivo e plurale.
In un mondo attraversato da cambiamenti rapidi e complessi, queste ore si rivelano fondamentali per costruire una scuola resiliente, capace di riflettere su sé stessa e di rinnovarsi attraverso l’ascolto dei suoi protagonisti: bambini, insegnanti, famiglie e comunità. Offrire un’educazione che sia davvero esperienza di crescita globale significa costruire ogni giorno ambienti di apprendimento stimolanti, cooperativi e affettivamente sicuri, in cui ogni bambino possa riconoscersi, sbocciare e diventare protagonista consapevole del proprio percorso di vita e di apprendimento.
Per supportare questa visione educativa, esistono numerosi manuali e strumenti operativi a disposizione di docenti ed educatori. Tra i più significativi si segnalano:
Howard Gardner, Educazione e sviluppo della mente. Intelligenze multiple e apprendimento (Erickson), per approfondire l’impatto delle intelligenze multiple sull’insegnamento;
Daniela Lucangeli, Cinque lezioni leggere sull’emozione di apprendere (Erickson), che propone riflessioni accessibili sull’importanza dell’emozione nell’apprendimento;
Mario Polito, Motivazioni per studiare. Strategie per convincere a studiare a scuola e ad apprendere per tutta la vita (Editori Riuniti), un saggio ricco di strategie psicopedagogiche per sostenere la motivazione;
Didattica ludica (Erickson), un insieme di guide pratiche con giochi educativi e attività laboratoriali per l’infanzia e la primaria.
Tali risorse rappresentano una base solida per progettare un’offerta formativa che non solo risponda ai bisogni del presente, ma prepari i cittadini del futuro a essere critici, creativi, cooperativi e consapevoli.