Cosa serve all’Italia per essere protagonista nell’IA

*Sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica e delega specifica su IA

Nel viaggio intrapreso ormai dall’intera umanità, l’IA diventa il vento che gonfia le vele dell’innovazione, ma deve essere l’uomo a tenere saldamente il timone, indirizzando la tecnologia verso un futuro in cui attività umane e intelligenza artificiale coesistono in un equilibrio dinamico, arricchendo reciprocamente le potenzialità dell’uno e dell’altro. È questo il cuore di ogni ragionamento e discorso che parla di IA antropocentrica o di “algoretica”.  

L’Italia, insieme all’Europa, sta navigando in queste acque inesplorate con un approccio che bilancia saggiamente l’audacia innovativa e la prudenza etica, sottolineando le opportunità che l’IA può offrire in termini di efficienza, equità e benessere. Con l’IA Act, approvato grazie al fondamentale contributo dell’Italia e dell’attuale governo, l’Europa ha assunto un ruolo di primo piano nella definizione di un quadro normativo per l’IA che sia al tempo stesso propulsivo

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