Diritti tv e streaming: DAZN-TIM, novità: l’annuncio sui match di serie A

Theo Hernandez – Chiesa (foto Lapresse)

DAZN e TIM siglano nuovo accordo: la Serie A su TimVision fino al 2029

DAZN e TIM annunciano il nuovo accordo di distribuzione non esclusivo che consentirà ai clienti TimVision di continuare a vedere le dieci partite di ogni giornata del Campionato di Serie A per le prossime cinque stagioni fino al 2029, oltre a tutta l’offerta sportiva della piattaforma globale di intrattenimento e live streaming.

Grazie a questa intesa i clienti TimVision potranno vivere anche le emozioni di alcune tra le migliori competizioni europee come La Liga Portugal Betclic e la UEFA Women’s Champions League. Oltre al calcio, verrà proposto il grande spettacolo del football americano National Football League (NFL), il basket con la Serie A UnipolSai, le migliori partite della BCL e gli eventi FIBAla boxeUFC e il meglio del fighting internazionale. Disponibili anche gli eventi sportivi trasmessi sui canali Eurosport 1HD e 2HD con i tornei più prestigiosi di tennis come l’Australian Open e il Roland Garros, il ciclismo dal Giro d’Italia al Tour de France, fino agli sport invernali con i Campionati del Mondo di Sci e gli attesissimi appuntamenti con i Giochi Olimpici estivi e invernali.

TimVision Dazn
 

“Siamo contenti dell’accordo di reciproca soddisfazione siglato con TIM che si conferma un nostro partner strategico a livello tecnologico e distributivo. L’intesa che vede un rinnovato approccio al mercato e che rappresenta un cambio di passo nel settore dei contenuti premium relativi ad eventi sportivi live, è volta a supportare lo sviluppo del business con l’obiettivo di ampliare la capacità di commercializzazione del nostro servizio per raggiungere il maggior numero di tifosi”, commenta Stefano Azzi, CEO di DAZN Italia.

Grazie a questo accordo con DAZN andiamo a rafforzare ulteriormente il posizionamento di TimVision come piattaforma streaming più completa sul mercato italiano, l’unica che riunisce tutti i principali content brand globali componendo un catalogo straordinario di film, serie tv, cartoni e show per tutta la famiglia, oltre ai migliori contenuti sportivi”, dichiara Andrea Rossini, Chief Consumer, Small & Medium and Mobile Wholesale Market Officer di TIM. “L’intesa rientra nella più ampia strategia del nostro Gruppo volta a creare la prima ‘customer platform’ italiana di servizi e contenuti di qualità per i nostri clienti, facendo leva sulla forza del nostro brand e dei nostri canali di vendita”.

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Scuola, le nuove regole per i docenti rischiano di diventare un lusso per i precari

Il Pnrr doveva essere il simbolo della “ripartenza”. Il piano per rilanciare il Paese dopo la pandemia, in cui milioni di cittadini avevano riposto le proprie aspettative.
Tra questi c’erano anche gli insegnanti, più di 200mila precari della scuola, e gli aspiranti, che nel Pnrr avevano intravisto l’occasione di mettere ordine nel caos che da anni regola l’accesso alla cattedra.
Ma non è andata così. Come racconta Lucia Donat Cattin, insegnante e componente dell’esecutivo nazionale scuola dell’Usb, «si stanno accelerando al massimo le procedure per il reclutamento del personale scolastico per raggiungere gli obiettivi stabiliti dal Pnrr.
Ma questo a scapito della qualità e di una pianificazione efficace che avrebbe potuto essere cruciale sia per diminuire il numero dei precari su cui ogni anno si basa la scuola, sia dall’altro lato, per prevenire la mancanza di docenti in alcune discipline».
Il Piano prevede 70 mila nuovi docenti da assumere entro il 2024, ma il ministro Valditara ne promette 100 mila, nonostante i ritardi ereditati dal governo precedente. Per velocizzare i concorsi, le prove scritte saranno a risposta multipla fino alla fine del Pnrr, come stabilito dal decreto Pa n°75 del 22 giugno 2023.
Dopo, si tornerà alle risposte aperte. «I test a crocette servono a sostituire le commissioni di docenti con i computer, perché le commissioni sono scoraggiate dai bassi compensi per la correzione delle prove. Ma questo non è l’unico problema. L’articolo 20 del decreto Pa riduce la formazione dei docenti a un mercato di Cfu», dice Donat Cattin (Usb).
Si riferisce al fatto che i crediti formativi richiesti per insegnare passeranno da 24 a 60 per i neolaureati, e varieranno per chi ha già dei titoli. Si potranno conseguire con percorsi online al 50 per cento fino al 2025, pagando circa 2.500 euro l’anno. «Un sistema che favorisce le università e gli altri enti accreditati, ma non migliora le condizioni di lavoro dei docenti». Che resteranno precari, perché l’abilitazione non garantisce il ruolo.
E che non avranno nemmeno un limite al numero di abilitati per materia, che invece sarebbe utile per evitare la mancanza di professori in alcune discipline. «Questo provvedimento rende ancora più difficile insegnare per chi lo desiderava», commenta Antonio Corlianò, studente di Filosofia a Bologna e membro di Cambiare Rotta: «60 cfu e 2. 500 euro equivalgono a un altro anno di università.
Di fronte alla necessità di insegnanti qualificati, la scuola pubblica diventa accessibile solo ai pochi che possono sostenere i costi di ingresso». Le attività formative per i docenti dovrebbero partire il prossimo autunno: è in arrivo il Dpcm con i criteri definitivi. Il bando per il concorso straordinario ter per le assunzioni dovrebbe uscire già quest’estate.

Laura e Max, docenti cacciati dalla scuola di estrema destra

Due insegnanti della Germania Est hanno dovuto lasciare la loro scuola e la loro città dopo aver denunciato i comportamenti neonazisti degli studenti del loro liceo.
Si tratta di Laura Nickel e Max Teske, che insegnavano rispettivamente inglese e storia, e matematica e geografia, nella scuola Mina Witkojc di Burg, una cittadina a Sud-Est di Berlino. Nickel e Teske si erano resi conto che nella loro scuola regnava un’atmosfera di intimidazione e di violenza da parte di alcuni alunni di estrema destra, che si salutavano con il saluto nazista, incidevano svastiche sui banchi e suonavano musica con testi razzisti nei corridoi.
Inoltre, minacciavano e picchiavano i compagni immigrati o di origine straniera. Gli insegnanti avevano cercato di contrastare questi fenomeni, tenendo lezioni sul passato nazista del loro Paese, invitando un rapper nero a parlare di rispetto reciproco e segnalando i casi più gravi al preside. Ma nulla era servito, anzi. Il preside e i colleghi non li avevano sostenuti, e gli alunni di estrema destra avevano intensificato le loro azioni. Disperati, Nickel e Teske avevano deciso di scrivere una lettera aperta per denunciare la situazione alla stampa locale.
Nella lettera, avevano affermato che “i docenti e gli alunni che combattono apertamente contro studenti e insegnanti di estrema destra temono per la loro sicurezza” e che le scuole “non possono ospitare nemici della democrazia”. La lettera aveva scatenato una campagna di diffamazione e di odio nei confronti degli insegnanti. Un gruppo anonimo di genitori aveva chiesto il loro licenziamento.
Adesivi con le loro foto e la scritta “Vattene a Berlino” erano apparsi sui lampioni vicino alla scuola. Sui social network, qualcuno aveva dichiarato di volerli “cacciare”. Nickel e Teske si erano sentiti soli e in pericolo. Avevano quindi annunciato di voler lasciare la scuola e la città. “Dichiarazioni, azioni e slogan estremisti di estrema destra, omofobia e sessismo erano e sono all’ordine del giorno in questa scuola”, avevano dichiarato in un’intervista.
La loro storia ha fatto il giro della Germania, suscitando indignazione e solidarietà. Molti hanno sottolineato come l’estrema destra abbia preso piede in alcune aree della Germania Est, dove esiste una rete di gruppi e locali che diffondono messaggi del partito Alternativa per la Germania (AfD), noto per le sue posizioni anti-immigrazione, anti-islam e anti-europee.
Nickel e Teske hanno ricevuto anche delle offerte di lavoro da altre scuole, ma hanno deciso di prendersi una pausa per riflettere sul loro futuro. Hanno dichiarato di non voler rinunciare alla loro passione per l’insegnamento, ma anche di non voler più lavorare in una scuola dove non si rispettano i valori democratici.

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