A Gaza il riconoscimento facciale sta sfuggendo di mano. E nel resto del mondo non va meglio
Dopo l’attacco di Hamas ai danni di Israele dello scorso 7 ottobre, le forze armate dell’Unità 8200 – un reparto di intelligence militare israeliana – hanno acquisito filmato dalle videocamere di sorveglianza presenti nei luoghi colpiti. I militari, inoltre, hanno recuperato dai social le clip condivise da Hamas nei giorni successivi all’attacco.
L’Unità 8200 aveva un piano: identificare gli aggressori usando un sistema di riconoscimento facciale basato su intelligenza artificiale.
Un aiuto alle forze armate israeliane, a quel punto, è arrivato da Corsight, un’azienda con sede a Tel Aviv specializzata proprio nelle tecniche di riconoscimento facciale. Sul suo sito ufficiale, Corsight sostiene di utilizzare “sistemi di IA avanzati” a cui basta il 50% di un volto per stabilire a chi appartiene.
Ma questa tecnologia invasiva, utilizzata inizialmente sui terroristi responsabili degli attacchi del 7 ottobre 2023, oggi viene utilizzata regolarmente per sorvegliare la popolazione palestinese nella striscia di Gaza. Senza
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