Attenzione! Questi segni zodiacali non sapranno mantenere i tuoi segreti: scopri quali sono!

Sei un custode di segreti o un chiacchierone? Il tuo segno zodiacale potrebbe avere la risposta!

Chi di noi non ha mai avuto un segreto da custodire? E chi non ha mai temuto che quel segreto potesse diventare l’argomento di gossip del giorno? E se ti dicessi che la risposta potrebbe essere scritta nelle stelle? Scopriamo insieme quali segni zodiacali sono più portati a mantenere (o meno) un segreto.

Ricorda, però, di prendere queste informazioni con il sorriso sulle labbra e un pizzico di scetticismo: l’astrologia è una disciplina affascinante ma non esatta, quindi usiamola come un divertente spunto di riflessione. E se ti trovi a fare due chiacchiere con un amico appartenente a uno di questi segni… beh, forse è meglio cambiare argomento!

Segni zodiacali e segreti: chi non sa resistere al gossip?

L’Ariete è noto per essere diretto e impetuoso. Se hai un amico di questo segno, sappi che potrebbe essere difficile per lui tenere un segreto. Non per malizia, ma semplicemente per la sua natura impulsiva e onesta. Quindi, se non vuoi che il tuo segreto finisca sulle bocche di tutti, forse è meglio non confidarti con un Ariete!

I Gemelli, invece, sono conosciuti per essere le farfalle sociali dello zodiaco. Amano stare in mezzo alla gente e conversare. Ma attenzione, la loro loquacità potrebbe trasformare il tuo segreto in un aneddoto da condividere durante l’aperitivo. Non c’è cattiveria nei loro intenti, semplicemente non resistono al piacere di una buona chiacchierata!

Quali altri segni zodiacali sono “pericolosi” per i segreti?

La Vergine , purtroppo, non è da meno. Questo segno è talmente coinvolto nella vita altrui che potrebbe non rendersi conto di quanto sia delicato mantenere una confidenza. Credendo di fare il bene dell’amico, potrebbe finire per condividere dettagli che dovevano restare privati. Ricorda, cari Vergine, che il segreto della discrezione è la virtù dei saggi!

Lo Scorpione, il segno del mistero per eccellenza, ma solo quando si tratta della propria vita. Se si trova a custodire un segreto altrui, potrebbe rivelarlo se ciò fosse conveniente o vantaggioso. Ricordiamo, però, che queste sono solo supposizioni e che ogni Scorpione è un universo a sé!

Il Sagittario, sincero e diretto, potrebbe rivelare ciò che gli è stato confidato in un impeto di onestà, per poi pentirsi della sua leggerezza. Anche in questo caso, prendiamo tutto con beneficio di inventario e ricordiamoci che ogni individuo è unico e irripetibile, a prescindere dal suo segno zodiacale.

Quindi, cari amanti dell’astrologia, la prossima volta che avrete un segreto da confidare, forse è meglio fare un rapido check-up zodiacale del vostro interlocutore. Ma ricordate sempre: l’unico segreto che è garantito rimanere tale è quello che non viene mai rivelato!

L’astrologia può offrire spunti interessanti per comprendere meglio le persone che ci circondano, inclusi i loro comportamenti riguardo alla confidenzialità. È importante ricordare però che ogni individuo è unico e non bisognerebbe generalizzare in base al proprio segno zodiacale.

E a te? È mai capitato di confidare un segreto a qualcuno e pentirtene

“I segreti sono come i fiori, se li esponi troppo al sole, appassiscono”, così diceva un vecchio adagio. Eppure, nell’epoca della comunicazione smisurata, sembra che la capacità di custodire un segreto sia diventata un’arte sempre più rara. L’astrologia, con la sua millenaria saggezza, ci offre una chiave di lettura intrigante: ci sono segni zodiacali che, per natura, faticano a tenere la bocca chiusa. Ma è davvero possibile che le stelle influenzino la nostra propensione a rivelare ciò che dovrebbe restare celato? Forse, più che affidarci alle costellazioni, dovremmo imparare a selezionare con maggiore cura i custodi dei nostri pensieri più intimi. In un mondo dove la privacy è sempre più un bene prezioso, riconoscere i “traditori involontari” tra le nostre fila può essere una strategia vincente per preservare quel giardino segreto che è l’anima di ciascuno di noi.

Continua la lettura su: https://scuola-blog.it/2024/04/03/attenzione-questi-segni-zodiacali-non-sapranno-mantenere-i-tuoi-segreti-scopri-quali-sono/ Autore del post: Scuola Blog Fonte: https://www.scuola-blog.it/

Articoli Correlati

Ragazzi, soli, mai!

Ragazzi,  soli,  mai!

di Antonietta Cataldi

Madre: Smettila di commiserarti!  Ti comporti come se tutto ciò che ti è capitato fossero disgrazie e tu non avessi alcuna responsabilità.

Figlio: No, Mamma!  Il fatto è che, da ogni parte, viene scaricata su di me ogni colpa, come se fossi stato io a compiere tutte le scelte, sin da quando ero piccolo.

M.:  Cosa intendi dire?  Chi ti ha costretto a fare quel che non volevi?

F.:  Nessuno, ma io ero davvero in grado di capire quello che volevo?  A undici anni, appena uscito dalle elementari, quando ho formulato l’idea di entrare in seminario, ero in grado di capire cosa significasse questa scelta?

M.:  Ti dirò la verità, tuo padre e io non ci siamo posti il problema, forse perché, a quel tempo, avere un prete in famiglia era un titolo di merito, forse perché alcuni genitori sceglievano questa strada per i figli che non erano in grado di mantenere agli studi.  In ogni caso, non era una scelta definitiva, era un percorso che si poteva interrompere.

F.:  Voi avete guardato al futuro lontano senza considerare quello prossimo.  Vi siete chiesti quale sarebbe stata la mia vita in una realtà monca, soltanto maschile, con scarsi contatti con l’esterno?  A quell’età, non ero in grado di pormi questo problema.  Il mio mondo era popolato da ragazzetti come me, che amavano giocare a calcetto.  Ma la preadolescenza era vicina, con la sessualità che avrebbe presto imposto un cambiamento di prospettiva e, in quel momento, io mi sarei trovato chiuso in un mondo senza la presenza femminile.  Mi sarebbero state negate tutte le curiosità, le emozioni, anche le difficoltà, le frustrazioni nel rapporto con l’altro sesso.  La mia vita sarebbe stata priva di quella molteplicità di stati d’animo che l’attrazione, l’infatuazione, l’innamoramento comportano.  Pensi che una simile amputazione possa avvenire senza conseguenze?

M.:  Figlio mio, pensavo che si potessero generare forme di trasgressione come la lettura di giornalini scandalistici che quasi costò a tuo zio l’espulsione dal collegio.

F.:  No, Mamma, le conseguenze di quella deprivazione erano molto, molto più gravi.  Non selezionare i ricordi.  Pensa a ciò che ti raccontò tuo marito, che pure era già al ginnasio all’epoca dei fatti: tra i ragazzi c’era l’abitudine di accarezzare quelli con i glutei più rotondi!

M.:  E’ vero, ma poi tuo padre ha avuto una vita sessuale normale e io ne sono testimone.

F.:  Forse perché, dopo due anni, minacciò di scappare dal collegio se non lo avessero fatto uscire e, comunque, portò a lungo i segni di quelle esperienze.

M.:  In concreto, secondo te, cosa avremmo dovuto fare?

F.:  Quello che tu stessa mi hai detto che fece tuo padre con te.  Mi hai raccontato due episodi. Il primo è di quando eri ancora alle elementari e la suora che ti dava lezioni di pianoforte gli comunicò che intendevi farti suora.  Lei ti regalò un libro su Santa Chiara e lui non proferì parola, né in quel momento né in seguito.

M.:  Era un uomo saggio, capiva bene che la mia giovane età impediva che si potesse dare un valore permanente a quella mia supposta aspirazione.  In effetti, ero semplicemente attratta dalla veste monacale e dal mistero che sentivo aleggiare nella vita del convento.

F.:  E quando, a quindici anni, gli comunicasti che volevi fare l’attrice?  

M.:  Ancora una volta, mio padre fu abilissimo: mi disse che non sarebbe stato un problema ma che prima dovevo finire la scuola.

F.:  Lo vedi?  Non ti presentò difficoltà ma prese tempo per dare a te stessa il modo di maturare una decisione, tant’è che, dopo la maturità, eri proiettata verso altri obiettivi.  Perché non faceste così con me, consigliandomi di proseguire la scuola pubblica per entrare poi in un seminario maggiore?  A diciotto anni sarei stato molto più consapevole, avrei saputo agire e reagire adeguatamente nelle varie situazioni.  Avrei saputo respingere gesti mai immaginati e rifiutare approcci non desiderati, perché avrei capito e riconosciuto la differenza rispetto alle tenerezze e alle effusioni che avrebbero popolato i miei sogni e regalato magia alla mia realtà.  Avrei capito che i compagni di seminario non erano comparabili con le amiche di scuola.  Invece l’impossibilità del confronto ha finito col rendere accettabili comportamenti di coetanei e superiori che mai lo sarebbero stati in condizioni normali.  Io non sono gay, Mamma!

M.:  Sono stata miope e superficiale, figlio mio: mi dispiace non avere colto in tempo le implicazioni della tua situazione e tratto le conseguenze.  Non mi ero resa conto del motivo per cui addossavi a me e a tuo padre parte della responsabilità per la tua condizione e non avevo decifrato il dolore e il disagio che ti porti dentro.  Solo ora immagino la riluttanza a cedere a desideri che non erano i tuoi, ad abituarti a sollecitazioni non richieste e che, anche per chi le forniva, erano soltanto un ripiego, un surrogato, come il caffè di cicoria che si beveva durante la guerra, come l’omosessualità in carcere.  Se soltanto ci avessi pensato per tempo!  Sento parlare di una potente lobby gay in Vaticano e mi rattrista pensare che tu, per un’unica ragione, il fatto di essere in procinto di diventare prete, possa essere inquadrato tra i colpevoli mentre sei una vittima.  Perché intendiamoci: se si è omosessuali, il problema è costituito dalla mancata astinenza, ma se non lo si è, a questo si aggiunge anche l’aver agito controvoglia o l’avere addirittura semplicemente subito.

F.:  Sono vittima ma anche colpevole per non avere avuto il coraggio di ribellarmi, fin dall’inizio.

M.:  Ma se tu stesso hai detto che non conoscevi altra realtà!  A quell’età, poi, quando non si è ancora definita la propria identità, non si capisce nemmeno bene cosa si vuole e cosa non si vuole e, in ogni caso, non si può rifiutare ciò che non si riconosce, a parte il fatto che ti devi essere trovato in una condizione di impotenza se non addirittura di sudditanza.  Da quando ho percepito il tuo problema, mi sono impegnata a studiare …

F.:  Ecco, lo sapevo, tu trasformi sempre tutto in una occasione di studio, quasi che così si risolvano le questioni.

M.:  E’ vero, figlio mio, che non si risolvono ma conoscere il passato ci offre spunti per decifrare il presente e per individuare spiragli che indichino possibili vie d’uscita, perché – credimi – la storia dell’umanità ha delle costanti che ci possono sorprendere.  Pensi forse che il ricevere attenzioni sessuali indesiderate o, peggio, subire atti omosessuali sia una particolarità del nostro tempo?  La costante è che gli esseri umani riescono ad abituarsi quasi a tutto, specie quando le regole sono dettate, se non da dominatori, dalle convenzioni o dalle tradizioni.  Credi davvero che tutti i giovani gradissero il ruolo passivo che, nelle società tribali, toccava loro nella relazione, anche sessuale, con cui si concretizzava parte del rito di iniziazione che segnava il passaggio all’età adulta, quando era ammesso solo il ruolo attivo, quello che caratterizza il rapporto con la donna?

F.:  Certo che no e sicuramente non lo gradivano tutti i ragazzi tra i dodici e i quattordici-quindici anni che, ad Atene, si ritrovavano soggetti passivi, pur “all’interno di un legame affettivo duraturo”.  Ne sono testimonianza “le affermazioni di autori come Platone, Senofonte e lo pseudo Luciano, quando parlano del disgusto dei giovani amati, dell’umiliazione e del rancore che essi provavano verso gli amanti dopo il rapporto”[1].

M.:  Vedo che hai letto il saggio di Cantarella. 

F.:  Illuminante.  Così ho capito il perché di quei rapporti che alcuni semplicemente accettavano mentre altri, come Aristotele, rimpiangevano: “il ricordo del piacere provato provoca il desiderio di rinnovare il congiungimento che vi si accompagnava”. Non c’era possibilità di scelta, secondo le proprie inclinazioni; erano una “necessità sociale”[2] legata al fatto che, al centro dell’organizzazione della comunità non c’era il rapporto uomo-donna ma il rapporto tra uomini. Cantarella spiega: “il rapporto eterosessuale dava la vita fisica; la funzione di dare vita nel gruppo al maschio adulto, la funzione di creare l’uomo come individuo sociale spettava invece al rapporto omosessuale, che come sappiamo si stabiliva a questo scopo, quasi istituzionalmente, tra un adulto e un ragazzo. Ma questo rapporto doveva durare solo per un periodo di tempo ben delimitato.  Una volta raggiunta la maturità, infatti, il ragazzo doveva abbandonare il ruolo passivo (sia dal punto di vista culturale, sia dal punto di vista sessuale) e assumere un ruolo duplicemente attivo: quello eterosessuale del marito, e quello omosessuale dell’amante, educatore di un ragazzo amato»”[3].

M.:  Vedi, figlio mio, che c’è una ragione per tutto?  E’ perché c’era un tempo per tutto, anche per “assumere il ruolo virile con una donna, nel matrimonio”.  A questo proposito, c’è una indicazione molto significativa nell’Iliade, quando Teti si rivolge al figlio, disperato per la morte di Patroclo: “Accanto ad Achille sedette l’augusta sua madre, / lo carezzò con la mano e chiamandolo a nome gli disse: / «Figlio mio, fino a quando gemendo e soffrendo dolori / ti roderai il cuore, del tutto oblioso del cibo, / del letto?  Eppure è bello congiungersi con una donna / in amore»”[4].  E’ l’immagine di una madre affettuosa che esorta il figlio a superare quello stadio, ad andare oltre il “cameratismo di guerrieri” e “a compiere finalmente il suo dovere sociale”[5].

F.:  A me il discorso di Teti sembra quello tipico del genitore che si cura meno dei problemi psicologici che dei problemi sociali.

M.:  Sento un tono di rimprovero nella tua voce.

F.:  Te ne meravigli?  E’ vero che Teti sta agendo su ordine di Giove, adirato per lo scempio che, da nove giorni, Achille sta facendo del corpo di Ettore, colpevole di avere ucciso Patroclo.  E’ vero altresì che è difficile il compito di convincere il figlio, caratterizzato dall’«ira funesta», a consegnare la salma a Priamo per la sepoltura.  E’ pur vero, tuttavia, che, nel suo discorso, Teti non sembra tenere in alcun conto l’intensità del rapporto che legava i due amici.  Noi sappiamo, infatti, che Achille, sperando di essere il solo tra i due a morire a Troia, confidava di poter assegnare a Patroclo il ruolo di tutore del proprio figlio.  E sappiamo anche quanto premuroso Patroclo fosse stato con Briseide quando era stata condotta schiava di guerra.  A lui, cadavere, la donna rivolge il proprio lamento, quasi possa sentirla: “tu no, non volevi / ch’io piangessi, ma sempre dicevi che resa m’avresti / d’Achille divino la sposa legittima e, a Ftia sulle navi / condotta, il banchetto nuziale tra i Mirmidoni avresti imbandito. / Perciò senza fine io ti piango morto, dolcissimo sempre!”[6].  A me sembra altissima la statura umana di questo eroe ucciso: non mi meraviglia che abbia suscitato tanto amore e non mi importa se il legame con Achille avesse o no una componente sessuale.  Era amore e tanto mi basta. Per me il problema sorge quando l’amore non c’è o non è reciproco. 

M.:  Capisco quello che intendi dire: i genitori, nel valutare la condizione dei propri figli, usano parametri che prescindono dal loro benessere presente e futuro.  Ad esempio, non tengono in conto se abbiano o no conosciuto una realtà prima di allontanarsene.  Forse hai ragione.  Il problema è che spesso è così difficile conoscervi!  Tu, per esempio, sei sicuro di esserti sforzato di farmi comprendere il tuo disagio, quando ha cominciato a prendere corpo?

F.:  Ecco, lo sapevo che, ancora una volta, la colpa era mia!  Proprio tu mi parli così, tu che hai sempre sostenuto che ti bastasse uno sguardo per capire se qualcosa non andava! Ma non mi vedevi, in quei brevi periodi che trascorrevo a casa?  Non ti rendevi conto di quanto poco sereno fossi? Sembra quasi che tu non mi abbia guardato come persona ma come un esserino da gestire nel modo migliore possibile, quello che potesse darti la massima tranquillità.  E dove maggiore tranquillità che in un seminario?

M.:  Dimentichi che sei stato tu a chiederlo?

F.:  No, ma tu e Papà siete stati pronti ad assecondarmi, come se la mia fosse la migliore delle scelte possibili, come una buona sorte.  Non mi avete posto nessun problema, non mi avete presentato nessuna difficoltà.  Non vi siete chiesti e non mi avete chiesto se ci fosse un qualcosa che mi sarebbe potuto mancare.

M.:  Tu avresti saputo rispondere?

F.:  Non credo, ma sarei stato costretto a riflettere.  Invece così mi sono trovato in un ambiente sconosciuto, al quale mi sono semplicemente dovuto adattare accettando relazioni che non avevo mai nemmeno immaginato.  Mentre rispondeva pienamente alle mie aspettative la realtà educativa, sono stati per me sorprendenti alcuni rapporti affettivi che ho via via individuato e che erano talvolta connotati da una fisicità che mi appariva morbosa e comunque sgradita.  Era come se invano fossero trascorsi millenni da quando, nella Grecia precittadina, “i ragazzi apprendevano le virtù che avrebbero fatto di loro degli adulti durante il periodo di segregazione, vivendo in compagnia di un uomo, al tempo stesso educatore e amante”, mentre a Sparta “i ragazzi, a dodici anni, erano affidati a degli amanti, scelti tra i migliori uomini in età adulta, e da questi imparavano a essere dei veri spartiati”[7].

M.:  Ma quanti di questi casi hai trovato in tutti questi anni?

F.:  Mamma, cosa dici?  Fai una questione di numeri? 

M.:  No, figlio mio, volevo solo dire che in ogni contesto ci sono le eccezioni, le famose “mele marce”, ma questo non consente di generalizzare; come dice il proverbio, di “buttare il bambino con l’acqua sporca”.  Nella vita mi è capitato di avere a che fare con un sacerdote che stimavo, al quale mi rivolgevo per le messe ai defunti, e che poi ha dato scandalo, sorpreso a compiere atti sessuali con un ragazzino.  Una storia squallida, che però non mi ha indotto a colpevolizzare tutto il clero.  Mi rendo conto di quanto sia difficile la rinunzia alla sessualità e come questa, in un contesto in cui non sia possibile la sua libera espressione, possa trovare vie improprie.  Mi viene in mente ciò che disse Gesù a conclusione di una discussione sul matrimonio e sul fatto che non convenisse sposarsi se non si poteva ripudiare la propria moglie: “vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli”[8].  Ora, un conto è “la teorizzazione della continenza come valore morale”, un altro è la pratica “dell’astinenza come stato di vita più alto e più vicino al Signore, come strumento per la conquista del premio nella vita eterna”[9].   Non è facile accettare l’idea della “superiorità del celibato volontario”[10], rifiutare la sessualità e rendersi eunuchi, specie per alcuni.  Ora ti dico una cosa che spero non ti scandalizzi.  E’ un pensiero rimasto confuso finché non ho letto questo passo di Mancuso: “Riferendosi all’espressione «il discepolo che egli amava», presente sei volte nel Vangelo di Giovanni, alcuni hanno ipotizzato una tendenza omosessuale di Gesù.  La realtà è che questa figura un po’ enigmatica del discepolo preferito è completamente assente nei Sinottici, ricorre solo nel Quarto vangelo e solo nella seconda parte, forse come proiezione del suo autore, e non ha nulla a che fare con la vita di Gesù quale emerge da tutte le altre fonti, ben più affidabili dal punto di vista storico.  Se quindi si vuole ritrovare nel «discepolo che egli amava» un segnale di tendenza omosessuale, essa riguarda non Gesù ma l’autore del Quarto vangelo”[11].  Non avevo mai pensato che Gesù fosse omosessuale semplicemente perché, in quanto Dio venuto in terra come “Figlio dell’Uomo”, cioè figlio dell’Essere Umano, nella mia mente non poteva avere altro ruolo che quello di fratello dell’umanità intera.  Avevo sempre pensato che l’espressione di Giovanni potesse essere una vanteria, come quella dei bambini quando sostengono “la mamma vuole più bene a me”.  In alternativa, l’espressione mi sembrava interpretabile come “il discepolo che lo amava”, lo amava più di tutti e pertanto era da lui ricambiato con la massima intensità.  L’ipotesi riportata da Mancuso mi ha fatto molto riflettere: se davvero Giovanni fosse stato gay, sarebbe stato bellissimo, perché vorrebbe dire che Gesù davvero lo amava particolarmente perché era il più fragile, quello che faceva più fatica a stargli accanto, a “rendersi eunuco per il regno dei cieli”.

F.:  Mamma, davvero non c’è limite alle tue elucubrazioni!  Però devo ammettere che la tua ipotesi mi intriga.  Amare qualcuno e stargli accanto sapendo bene di dover respingere qualunque impulso, di doversi negare qualunque aspettativa, è terribile: vuol dire amare fino al sacrificio.  Ora rivedo la mia esperienza con altri occhi ma non cambia la mia convinzione che il seminario minore sia un errore.

M.:  Ma, figlio mio, io ho sempre pensato che il seminario fosse, dopo la famiglia e forse più ancora che la famiglia, il luogo più protetto al mondo!

F.:  E non hai pensato che una realtà mutilata come quella potesse generare storture e potesse impedire a ciascuno di trovare la propria identità, anche sessuale? Tu non hai idea di come sia triste assistere alle manovre di preadolescenti che cercano di trovare uno sbocco alle loro pulsioni!

M.:  Vuoi forse dire che le cose andavano meglio nella Grecia dell’età classica, quando era previsto che il figlio, per il passaggio all’età adulta, venisse affidato a un adulto di valore, che avesse le qualità per fare di lui un degno esponente della propria comunità e che con lui avesse un rapporto esclusivo, anche di tipo sessuale? Andavano meglio quando i genitori, che non ponevano in discussione le convenzioni, si limitavano a proteggere i propri figli dai corteggiatori inadeguati facendoli, come  ad Atene,  “controllare dai pedagoghi”[12]?

F.:  Non dico che era meglio; dico che, già allora, c’erano leggi a protezione dei ragazzi, tese a evitare ai giovanissimi “le possibilità di frequentazioni e di incontri pericolosi” col rischio di diventare prede di avventurieri.  Per questo “era considerato infame intrattenere qualunque rapporto” con i minori di dodici anni ed era corposo l’elenco degli amanti di “cattiva qualità” cui era proibito frequentare il locale ginnasio: tra questi gli schiavi, i liberti, i prostituti, i commercianti, gli ubriachi e i pazzi[13].  Alcune cose, a mio giudizio, col tempo sono cambiate ma non tutte con effetti positivi.  Per esempio, “l’uomo romano era condannato alla virilità”[14].  Per questo, “a differenza dei greci, i romani non ritenevano che, per i ragazzi, essere soggetti passivi di un rapporto omosessuale fosse educativo. […] Sessualmente […] erano uomini, anche se solo in potenza: e come tali non dovevano mai essere sottomessi”. D’altra parte, mancando la “funzione pedagogica del rapporto, […] fondamentale in Grecia”, veniva meno ciò che dava una motivazione nobile al compito assegnato all’adulto, che pur godeva di una posizione di predominio.  Di conseguenza, nel mondo latino, dove “l’adolescenza era breve” tanto che, “a quattordici anni, un ragazzo era già considerato un adulto […] e poteva prendere moglie”[15], “con il giovinetto amato […] si viveva una vera storia d’amore: destinata peraltro a finire […] nel momento in cui l’amante compiva l’atto che per i romani altro non era, di regola, che un dovere sociale, e che segnava l’inizio di una nuova era della vita: il matrimonio”[16].  Questo scatenava i pappagalli stradali, le cui iniziative potevano diventare veri e propri “attentati all’onore” dei “ragazzi di nascita libera”.  I “giovani ingenui”, che non potevano uscire da soli, erano protetti dal pretore con la punizione di “chi sottraeva loro la scorta” giacché, “senza scorta, essi si presentavano, a chi li incontrava, come persone di facili costumi”[17].

M.:  In conclusione, vuoi dire che c’erano più tutele di oggi?  Di nessun rilievo è dunque il fatto che “quel che era riprovato era solo il fatto di amare un giovane libero e cittadino romano”, mentre restava escluso lo schiavo che “non apparteneva, come soggetto, al mondo della città” e che poteva dunque essere sodomizzato senza problemi giacché “subire il padrone era parte integrante del dovere di servirlo”[18]?

F.:  Questo è un altro discorso, Mamma.  Voglio semplicemente dire che, se certe cose accadono oggi, non si può liquidare la faccenda dando la colpa al fato.  A me sembra che le famiglie non si assumano appieno le proprie responsabilità, scaricandole sulla scuola o, più genericamente, sulla società.  Penso a quanto si è impoverito il novero delle doti richieste a un compagno di scuola per essere considerato degno di essere frequentato: basta che sia “di buona famiglia” e prenda bei voti.    Poco importa se manca di sensibilità ed è anche magari un po’ bullo; se ti capisce; se ha piacere di stare con te o lo fa solo per convenienza; soprattutto, se tu hai piacere di stare con lui.

M.:  Figlio mio, non hai idea di quanto sia difficile essere genitore.  Mio padre diceva sempre: “io faccio quello che posso; il resto, come Dio vuole”.  Io non so se ho fatto tutto quello che potevo.  Probabilmente no.  Certo mi sono posta il problema dell’identità sessuale ma non ho mai immaginato che potesse essere messa a repentaglio in un seminario.  Ho letto tanto, cominciando naturalmente con Platone e quella bellissima immagine che spesso viene citata solo per metà: “Tanto tempo fa la nostra forma non era come adesso, ma diversa. Per cominciare, i generi umani erano tre, non come oggi, due: maschio e femmina.  Allora se ne aggiungeva un terzo, partecipe d’entrambi i sessi. […] L’uomodonna esisteva come sesso a parte, allora”.  Mi è sembrata rivoluzionaria questa “lezione preliminare sulla fibra umana” perché supera la concezione binaria per cui, sin dalle origini, o si è maschi o si è femmine. Questi esseri sferici “erano mostri d’aggressività e di resistenza.  Pieni d’orgoglio assalirono le divinità. […] Zeus ebbe un lampo di genio. Disse: «[…] li spacco tutti in due, ad uno ad uno, così le loro forze caleranno».  […] Ora, dopo il dimezzamento della figura umana, ogni parte rimpiangeva quel suo doppio”. Qui finisce la parte più citata della storia.  La più interessante è, a mio giudizio, il seguito, in cui Platone fa una casistica di ciò che poteva accadere a ciascuno nella ricerca della metà mancante.

F.:  Lo so, ho studiato il Simposio: “Esistono uomini risultato della spaccatura di quel vivo nodo che, allora, si chiamava uomodonna: sono amatori della donna, questi, e la risma degli adulteri, quasi tutta, alligna qui; ed ecco anche le donne appassionate d’uomo, specialmente adultere, tutte dallo stesso ceppo”.  Questo è l’effetto   del ricongiungimento delle due parti del terzo sesso.  Nessun problema per gli altri due. Infatti, “donna nata da spaccatura di donna, non fa tanto caso all’uomo, quanto si orienta sulle altre donne: da qui le donne che vanno con le donne.  Chi è taglio di maschio, bracca il maschio”.

M.:  E contempla i vari stadi e le varie possibilità di interazione anche sessuale tra due metà con “radici maschili”, concludendo: “Qualcuno dice che sono scandalosi: è una calunnia.  Non compiono quell’atto per istinto osceno: anzi, è tutto cuore, fibra maschia, d’uomo vero, è l’attrazione, in loro, per natura affine. Documento sicuro di questo: solo questi, fattisi maturi, riescono uomini versati in politica”[19].  Io penso che dovrebbero leggere questo passo tutti coloro che nascono “taglio di maschio” e soprattutto coloro che li avversano, li denigrano, li dileggiano, li giudicano anormali. 

F.:  Io lascerei da parte il riferimento alla politica, visto il basso livello di considerazione di cui gode al giorno d’oggi.  Piuttosto confronterei il discorso di Platone con le informazioni che, da medico, già venticinque anni fa, ha offerto la monaca benedettina e teologa Teresa Forcades quando, parlando di gender, ha spiegato che esistono almeno tre dimensioni del sesso biologico: “Sul piano cromosomico (genetico) tutti sappiamo che esistono xx(femmina) e xy (maschio) e molti sono convinti che vi siano soltanto queste due possibilità, ma non è così. […] Oltre a xx e xy, che tutti conosciamo, esiste infatti anche xxy: in medicina si chiama «sindrome di Klinefelter».  Questa composizione genetica riguarda una persona ogni mille.  C’è poi anche un’altra possibilità: x0 («sindrome di Turner»). Questi due sessi genetici che ho nominato cosa sono: femmine o maschi?”[20]. Pensa a quanto è divenuto attuale questo discorso durante le ultime Olimpiadi …..

M.: …con osservazioni e commenti che denotavano estrema ignoranza e volgarità. A me, invece, viene in mente ciò che disse Calvino in una intervista nel 1980: “Nella mia vita ho incontrato donne di grande forza.  Non potrei vivere senza una donna al mio fianco.  Sono solo un pezzo d’un essere bicefalo e bisessuato, che è il vero organismo biologico e pensante”[21].  Sembra Platone rivisitato ed è stupendo il modo in cui viene proposto il risultato del rapporto che si crea quando c’è vera intimità e appartenenza reciproca.  E’ l’effetto dell’amore vero e a me non interessa se si generi tra due persone dello stesso sesso o di sesso diverso e non m’importa nemmeno che sia eterno: mi basta che esista all’interno di una relazione.  Sono troppo vecchia per accettare rapporti basati solo su un’attrazione momentanea, su una voglia occasionale. Siamo persone; per me non esiste il “fare sesso”, non ha senso un amplesso equivalente al mangiare quando si ha fame, bere quando si ha sete, e trovo fulminante l’affermazione di Simone de Beauvoir riportata da Forcades: “rispetto alle esperienze sessuali riferite dalle giovani ragazze americane quindicenni sosteneva che avessero fatto più che altro «ginnastica pelvica»”[22].  Per me esiste solo il fare l’amore – come cantava Dalla – “ognuno come gli va”.  Mi rendo conto ora di non aver riflettuto sulla condizione di chi l’amore non lo può fare e se ne deve privare senza nemmeno averlo conosciuto.  Ci penso e me ne rammarico profondamente.

F.:  Peccato che avere studiato tanto ti sia servito tanto poco, come madre!

M.:  E’ vero.  Il fatto è che, per tanti anni, convinta che, per gli esseri umani, il sesso, non essendo legato alla procreazione, dunque alla conservazione della specie, sia o debba essere semplicemente un piacere, ho trovato normale poterne fare a meno, come col desiderio di cioccolata, cui si rinuncia in tempo di fioretti. Non solo. Non mi sono posta il problema di tutte le persone per cui si tratta di un impulso irrefrenabile, che non possono essere condannate a una vita da eunuchi. Dopo tutto, Gesù stesso parla del “rendersi tali”, cioè di una decisione di cui non può farsi carico un ragazzino.

F.:  E ora che l’hai capito?

M.:  Ora sono per l’abolizione dei seminari minorili.  Ti dirò di più, sarei per la chiusura dei seminari in generale, così da permettere a tutti di conoscere la vita.  Farei esistere solo Facoltà universitarie di Teologia analoghe alle altre Facoltà, cioè programmate con un corso base triennale e successivi corsi biennali specialistici, a seconda della branca di studio prescelta.  Sarebbero tutte aperte a uomini e donne, sposati e non, che, a seguito di concorsi, potrebbero avere accesso all’insegnamento o ad altre professioni. L’unico corso specialistico riservato agli uomini non sposati sarebbe quello di formazione alla vita ecclesiastica. Così dovrebbe essere fino a quando la Chiesa cattolica non si sentirà pronta per il sacerdozio femminile. In ogni caso, si tratterebbe di una scelta della quale un adulto sarebbe consapevole; soprattutto, una scelta della quale nessuno se non l’interessato potrebbe o dovrebbe sentirsi responsabile.

F.:  Questa, secondo te, sarebbe la soluzione di tutti i problemi?

M.:  Certo che no, ma toglierebbe spazio alla segregazione che ne causa tanti, su cui i più preferiscono tacere.  Per questo ho trovato coraggioso, anche se dirompente, e non mi ha scandalizzata affatto il termine “frociaggine” utilizzato da Bergoglio, che considero un grande Papa.  Lui si riferiva a quelle pratiche che poi diventano costume e non cessano con l’età né col mutamento delle condizioni. E’ un termine indubbiamente forte ma che richiama esclusivamente il fare sesso, non riguarda l’amore, che è un sentimento dolce, capace di illuminare un momento di vicinanza fisica tra due persone, uomini o donne che siano. Bisogna guardare in faccia la realtà, affrontarla e non fare come si è fatto per troppo tempo.

F.:  Beh, mi complimento.  Ne hai fatti di progressi!

M.: So di meritare il tuo sarcasmo; tu però non ti rendi conto del clima in cui sono cresciuta. Non so se ti ho mai detto quello che mi raccontava mio padre: quando lui era ragazzo, in paese tutti sapevano che un certo prete aveva una compagna, peraltro accettata in famiglia, e addirittura potevano vederne uno che si caricava una ragazza sulla canna della bicicletta, la portava in campagna e poi la riportava con grande disinvoltura. Mi spiegò che per tutti era normale distinguere tra ciò che l’individuo faceva in quanto uomo e la sua funzione di sacerdote sull’altare. Sdoppiamento? Sì. Ipocrisia? Forse.  Realismo? Certo.

F.:  Un po’ tardi, non ti pare, per raccontarmi queste cose? Non mi hai dato la possibilità di pensarci su.  Mi sarei posto il problema della castità.

 M.:  Perdonami. In tanti anni ho assistito a innumerevoli conferenze sull’educazione dei figli ma il tema della castità non è stato affrontato mai. Ricordo le posizioni più diverse, da quella che sostanzialmente richiamava la famosa canzone popolare napoletana, secondo la quale «mazz’ e panell’ fann ‘e figli bell’; panell’ senza mazz’ fann e’ figl pazz’», a quella di ispirazione bucolica che richiamava la consuetudine contadina di affiancare a un alberello ancora instabile un piccolo tronco che lo sostenga e lo aiuti a crescere diritto.  La posizione più interessante mi è sembrata quella di uno psicologo che prendeva ad esempio se stesso nel rapporto col proprio cane che, inizialmente, quando erano in giro per strada, scappava costringendolo a lunghi inseguimenti.  Quando aveva cambiato strategia e aveva smesso di rincorrerlo, si era accorto che l’animale fuggiva ma poi si fermava dietro l’angolo.  Il figlio si aspetta che il genitore lo segua, anche quando sembra sfidarlo.

F.:  Appunto, Mamma, il genitore deve accettare sfide, correre rischi, non prendere a scatola chiusa soluzioni rassicuranti.

M.:  Pensa che io mi ero posta un unico problema, quello del matrimonio dei preti, perché nell’anno che ho trascorso negli Stati Uniti ho avuto occasione di conoscere due figlie di pastori protestanti, entrambe compagne di scuola.  Erano agli antipodi: una quasi una suorina; l’altra del tutto fuori norma, sbandata, non di rado ubriaca.  Probabilmente mi sono capitati esempi sbagliati.  Certo è che, da allora, penso che avere un genitore ecclesiastico debba essere opprimente, quasi come lo era per me sentirmi dire che non potevo fare varie cose perché mio padre “portava le stellette”, cioè era un militare.

F.:  Dunque niente prole, niente matrimonio.  Come se ne esce?

M.:  In primo luogo, come ti dicevo, eliminando la possibilità di entrare in seminario se non si è maggiorenni.

F.:  E poi?

M.:  E poi, se ancora di seminari parliamo, dando ampia possibilità di ripensamenti e verifiche.  Non ci devono essere condizionamenti morali.  Pensa che un anno, nel liceo che dirigevo, è venuto un ragazzo proveniente da un seminario.  I suoi occhi erano smarriti quando è arrivato e non mi pare lo fossero di meno quando è andato via, dopo il pur brillante scrutinio finale.  Era stato troppo breve il lasso di tempo che si era concesso per capire, per scegliere e forse non lo aveva aiutato la presenza di amici, che c’erano e che presumo si fossero impegnati a fargli conoscere una vita diversa.  Credo che decisioni di questo genere richiedano riflessione, silenzio e una lenta   maturazione.

F.:  E allora?

M.:  Ora tocca a te.

F.:  Ho deciso: vengo via dal seminario ma non torno a casa.

M.:  E dove vai?!

F.:  Ancora non so. Ho bisogno di cambiare aria. Voglio andare in una città, finire il liceo e poi frequentare l’università.

M.:  Potresti andare dai tuoi cugini. Sarebbero felici di ospitarti.

F.:  Mamma, per favore, ho riflettuto su questa possibilità ma non sarete voi genitori a decidere.  Se questa lunga esperienza mi ha insegnato qualcosa è che non bisogna delegare le proprie scelte ad altri, nemmeno a chi ci ama moltissimo.  D’ora in poi, farò quello che mi sembrerà giusto e, se sbaglierò, pagherò.  Tanto il prezzo non potrà mai essere più alto di quello pagato finora.

M.:  Figlio mio, io ho semplicemente formulato un’ipotesi, peraltro seguendo la tua indicazione.  Ti prego, non estromettermi dalla tua vita.  Sarebbe una punizione tremenda.

F.:  Non ho nessuna intenzione di estrometterti, in primo luogo perché non voglio e poi perché non potrei, dato che non sono ancora né maggiorenne   né finanziariamente autonomo. Ti chiedo solo di non starmi col fiato sul collo e di rispettare il mio bisogno di indipendenza. Dopo tutto, non è questo che vuol dire crescere, diventare adulto?  Dovresti esserne sollevata.  Invece ti vedo incupita. Vuoi forse suscitare in me nuovi sensi di colpa?

M.:  No, per carità!

F.:  E allora smetti di preoccuparti per me.

M.:  Non ci riesco.  Non so cosa darei per garantirti, per il futuro, la serenità che ti è mancata in passato e che ti manca ancora.  Mi rendo perfettamente conto di quanto sia difficile questo momento, ma ricordati che non sei e non sarai solo, mai. Abbi fiducia in te stesso e abbi fede: la tua vita è nelle mani del Signore e, come sappiamo, Dio, se ti vuole, ti trova.  Quanto a me, non dubitare: se e quando dovessi desiderare avermi accanto a te, in qualunque strada del mondo, ti basterà fermarti dietro l’angolo, ti raggiungerò.

[1] CANTARELLA Eva, Secondo natura.  La bisessualità nel mondo antico, Milano, Feltrinelli, 2021, pagg. 67 e 272-3.

[2] Ibidem.

[3] Ibidem, pag. 76.

[4] OMERO, Iliade –  Odissea , Roma, Newton Compton, 2021, Libro XXIV, vv. 126-131.

[5] CANTARELLA Eva, op. cit. , pagg. 19 e 25-6.

[6] Ibidem, Libro XIX, vv.328 e seguenti; v. 296-300-

[7]CANTARELLA Eva, op, cit., pagg. 21-2.

[8] Matteo 19, 12.

[9] CANTARELLA Eva, op. cit., pag 263.

[10] I VANGELI – Marco Matteo Luca Giovanni, a cura di Giancarlo Gaeta, Torino, Einaudi, 2006, pag. 923.

[11] Mancuso Vito, I quattro maestri, Milano, Garzanti, 2020, pag. 370.

[12] CANTARELLA Eva, op, cit.,pag. 39.

[13] Ibidem, pagg. 67 e 48-49.

[14] Ibidem, pag. 280.

[15] Ibidem, pagg. 276-7.

[16] Ibidem, pag. 163.

[17] Ibidem, pagg. 141 e 153-4.

[18] Ibidem, pagg. 138 e 131.

[19] PLATONE, Simposio, Apologia di Socrate, Critone, Fedone, Milano, Mondadori, 2020, pagg. 71-3.

[20] FORCADES Teresa, Siamo tutti diversi! Per una teologia queer, Roma, Lit Edizioni, 2019, pagg. 117-8.

[21] CALVINO Italo, Gli amori difficili, Milano, Mondadori, pag. XL.

[22] FORCADES Teresa, op. cit., pag. 45.

Come aumentare i follower su Instagram: i migliori consigli che funzionano

Instagram, una piattaforma di social media incentrata sulle immagini, è diventata uno strumento fondamentale per i marchi, gli influencer e gli individui. Con oltre un miliardo di utenti attivi mensili, non c’è da stupirsi se molti desiderano aumentare i propri follower e sfruttare questa piattaforma per la crescita personale e aziendale. Sia che tu parta da zero o che voglia incrementare il tuo attuale numero di follower, le seguenti strategie ti guideranno nell’ottenere follower autentici e coinvolti.

Definisci la tua nicchia

Capire e definire la tua nicchia è un passo fondamentale per qualsiasi strategia Instagram di successo. La tua nicchia è essenzialmente l’argomento, il settore o l’interesse specifico su cui ti concentrerai nei tuoi post. Ecco perché è così importante:

Contenuti mirati: Quando hai definito la tua nicchia, diventa più facile creare contenuti che abbiano una risonanza con un particolare gruppo di persone.

Attirare i seguaci giusti: Concentrandoti su una nicchia specifica, avrai maggiori probabilità di attrarre follower realmente interessati ai tuoi contenuti.

Diventa autorevole: Con il tempo, pubblicando contenuti coerenti e di valore nella tua nicchia, puoi diventare un’autorità in quel settore.

Acquista Follower Instagram da Fonti Affidabili

Comprare follower su Instagram è una strategia sempre più popolare e ogni giorno nascono nuovi siti che li vendono. Tuttavia, sebbene acquistare follower Instagramsia incredibilmente efficace, la scelta del sito giusto è fondamentale e, purtroppo, non è sempre semplice capire la differenza tra un provider serio e affidabile e una piattaforma improvvisata. In virtù di questo, abbiamo testato un po’ di siti e abbiamo compilato una sorta di classifica che potrebbe tornarvi utile.

Quali sono i migliori siti su cui comprare follower Instagram italiani

Il numero uno: Folllowerius. Questo è il portale più conosciuto e rispettato. Acquistare follower su Instagram da loro è una garanzia.

La scelta dei professionisti: SocialBoss. Le aziende e i professionisti del web marketing si rivolgono a loro grazie alla loro eccellente qualità e flessibilità.

Sempre in crescita: Viralgrowing. Questo sito è sempre al passo con le ultime tendenze ed è in continua ascesa.

Il favorito dei giovani: Liketron. Molto popolare tra i millennial e le giovani imprese.

Qualità a costi vantaggiosi: Popularity box. L’equilibrio tra ciò che offrono e il prezzo è veramente accattivante.

Followerius

Followerius è riconosciuto come uno dei portali di primo piano quando si parla di pacchetti Instagram di qualità elevata. La sua proposta differisce significativamente da quelle di altri siti che offrono palesemente follower non autentici. Si è distinto non solo per Instagram, ma offre servizi anche per i principali social network e per alcune piattaforme emergenti, considerate alla moda e con un trend di crescita notevole.

Un elemento distintivo di Followerius è l’efficienza e la preparazione del suo servizio clienti, rinomato per la sua disponibilità e competenza. In termini di privacy e sicurezza, optare per Followerius è una scelta sicura e protetta. I prezzi proposti sono concorrenziali, e l’acquisto di un pacchetto è accompagnato da una garanzia di rimborso o reintegro valida 30 giorni.

SocialBoss

Social Boss emerge come uno dei portali di eccellenza nel panorama dei provider di follower Instagram, in particolare per il pubblico italiano. Questa piattaforma è particolarmente apprezzata dai professionisti nel settore dell’ADV, consolidando la sua reputazione come un punto di riferimento affidabile.

Un punto di forza di Social Boss è la capacità di fornire pacchetti flessibili e modulari, concepiti per adattarsi alle specifiche esigenze di diverse realtà, sia che si tratti di aziende o di individui.

La sicurezza e la tutela della privacy sono pilastri fondamentali per Social Boss, che assicura entrambe al 100%. Il servizio clienti è altamente qualificato, garantendo un’assistenza di primissimo livello.

 LikeTron

Liketron si posiziona nel settore come un fornitore affidabile e di alta qualità. Ciò che lo contraddistingue sono i prezzi vantaggiosi, che rappresentano una proposta competitiva sul mercato. Un ulteriore punto di forza di Liketron è la sua versatilità in termini di opzioni di pagamento; non solo accetta metodi tradizionali, ma sta anche introducendo la possibilità di effettuare transazioni tramite criptovalute.

Oltre a queste caratteristiche, Liketron presenta una particolarità: offre pacchetti combinati, permettendo agli utenti di diversificare i servizi acquistati. Ciò sottolinea la sua propensione all’innovazione, particolarmente apprezzata dalla generazione più giovane e dalle startup emergenti, che vedono in Liketron un partner ideale per le loro esigenze di marketing.

 ViralGrowing

ViralGrowing si è distinto come fornitore di prim’ordine nel panorama dei servizi per i social media, consolidando una reputazione invidiabile basata sulla sua eccellenza operativa. L’ampia gamma di servizi offerti si caratterizza per la loro completezza, modularità e flessibilità. Questo, abbinato a prezzi già di per sé competitivi che vengono ulteriormente valorizzati da frequenti promozioni e offerte speciali, rende ViralGrowing una scelta prediletta dai professionisti nell’ambito del social selling.

La sicurezza dell’utente è al centro dell’esperienza di acquisto su ViralGrowing. Il sito si avvale di protocolli di sicurezza avanzati per proteggere le transazioni e garantire la massima riservatezza dei dati. La piattaforma si impegna a offrire un’assistenza clienti impeccabile, fornendo garanzie solide e risposte tempestive alle esigenze dei clienti.

 PopularityBox

PopularityBox ha recentemente fatto il suo debutto sul mercato italiano. Abbiamo avuto l’opportunità di essere tra i primi a sperimentare i loro servizi, in particolare l’acquisto di follower per Instagram, ma anche like e pacchetti dedicati ad altri social network. Sebbene l’offerta non sia vasta come quella di altre piattaforme di punta che abbiamo recensito, la qualità del servizio ha soddisfatto le nostre aspettative.

Uno degli aspetti positivi è l’attenzione dedicata alla sicurezza, soprattutto per quanto riguarda i metodi di pagamento – una considerazione che, purtroppo, non può essere data per scontata in tutti i servizi analoghi.

H2: Ottimizza il Tuo Profilo

Nella dinamica era digitale, Instagram è una delle piattaforme più influenti sia per i privati che per le aziende. Con oltre un miliardo di utenti attivi, è fondamentale assicurarsi che il tuo profilo si distingua e attiri un flusso costante di follower. Un profilo ben ottimizzato non solo migliora l’immagine del tuo marchio, ma aumenta anche la visibilità, il coinvolgimento e la crescita. Ecco alcuni trucchi chiave per ottimizzare il tuo profilo Instagram in modo professionale:

·           L’immagine del tuo profilo deve essere immediatamente riconoscibile e rappresentare efficacemente il tuo marchio o la tua persona. Per le aziende, il logo della società è spesso la scelta migliore. Il tuo nome utente (@handle) deve essere coerente con le altre piattaforme di social media, in modo da rendere più facile per gli utenti trovarti.

·           Con un limite di 150 caratteri, la tua biografia deve essere concisa ma d’impatto. Deve racchiudere l’essenza, la missione o la personalità del tuo marchio. Considera l’utilizzo di emoji per enfatizzare l’aspetto visivo e di interruzioni di riga per migliorare la leggibilità.

Come aumentare i follower su Instagram con Post Regolari

Il ritmo e la coerenza con cui condividi i contenuti possono influenzare in modo significativo la crescita e la visibilità del tuo marchio su piattaforme come Instagram. Postare regolarmente non solo ti assicura di rimanere impresso nella mente dei tuoi follower esistenti, ma aumenta anche le possibilità di attirarne di nuovi.

Instagram, come molte altre piattaforme social, funziona con un sofisticato algoritmo che dà priorità ai contenuti in base all’interazione con gli utenti. I post degli account che pubblicano contenuti con costanza tendono a essere favoriti da questo algoritmo, garantendo loro una maggiore visibilità nei feed dei follower e nella pagina Esplora.

 Strategie per una pubblicazione regolare:

·           Calendario dei contenuti:

Sviluppa un calendario dei contenuti per pianificare e programmare i post in anticipo. Questo non solo garantisce la coerenza, ma permette anche di creare una strategia di contenuti coesiva che si allinei con gli obiettivi e gli eventi del marchio.

·           Creazione di batch:

Crea contenuti in batch. Questo significa designare giorni specifici per la creazione di contenuti, assicurandoti di avere sempre post di qualità pronti per essere condivisi.

·           Usa le analisi:

Utilizza Instagram Insights o strumenti di analisi di terze parti per determinare quando il tuo pubblico è più attivo. Adatta il tuo programma di pubblicazione a questi momenti di punta per ottenere il massimo coinvolgimento.

·           Coinvolgi i tuoi follower:

Postare regolarmente non significa solo condividere, ma anche coinvolgere. Rispondi ai commenti, fai domande nei tuoi post e incoraggia i contenuti generati dagli utenti.

 Contenuti di Alta Qualità

Il regno digitale di Instagram vive di contenuti. Tuttavia, come aumentare i follower su Instagram se i post non sono di qualità? I contenuti di alta qualità sono diventati la pietra miliare di ogni strategia Instagram di successo, con l’obiettivo di far crescere i follower in modo organico e duraturo.

Strategie per offrire contenuti di alta qualità:

·           Anche se gli smartphone sono molto avanzati, investire in attrezzature professionali, che si tratti di fotocamere, illuminazione o software di editing, può migliorare notevolmente la qualità dei tuoi post.

·           Crea una narrazione intorno ai tuoi post. Che si tratti del viaggio di un prodotto, di scorci dietro le quinte o di testimonianze di utenti, le storie catturano il pubblico e rendono più umano il tuo marchio.

·           Il panorama digitale è in continua evoluzione. Per mantenere la rilevanza dei contenuti, tieniti al passo con gli argomenti, le estetiche e i formati di tendenza.

Usa gli Hashtag

Instagram si è trasformato in un potente spazio digitale per marchi, influencer e singoli individui. Tra la pletora di strumenti e trucchi disponibili per amplificare la propria presenza, gli hashtag rimangono uno dei più potenti. Se utilizzati con criterio, gli hashtag possono aumentare in modo significativo la portata di un profilo e, di conseguenza, il numero di seguaci.

Consigli per un uso efficace degli hashtag:

·           Prima di inserire gli hashtag, intraprendi un processo di ricerca completo. Individua quali sono i tag che risuonano con il tuo pubblico di riferimento, quali sono di tendenza e quali possono incapsulare al meglio l’essenza del tuo contenuto.

·           Sebbene Instagram consenta un massimo di 30 hashtag per post, inondare i tuoi contenuti di tag può apparire come un’azione di spam. Un approccio equilibrato, che mescoli tag molto popolari con altri specifici di una nicchia, dà spesso i risultati migliori.

·           Creare hashtag unici specifici per il tuo marchio o per le tue campagne può favorire il coinvolgimento della comunità. Questi tag non solo classificano tutti i contenuti sotto un unico ombrello, ma incoraggiano anche i follower a usarli, migliorando ulteriormente la visibilità del marchio.

·           Il regno digitale è dinamico. Monitora costantemente le performance degli hashtag che hai scelto e sii pronto ad adattarti. Ciò che è di tendenza oggi potrebbe non essere più rilevante domani.

 Coinvolgimento Attivo

Nel vivace ecosistema di Instagram, dove i contenuti abbondano, la vera distinzione sta nel promuovere il coinvolgimento attivo. Coltivare interazioni genuine con il tuo pubblico non è solo una strategia di coinvolgimento, ma un metodo comprovato per aumentare i follower e consolidare la fedeltà al marchio.

Il coinvolgimento attivo trasforma gli spettatori passivi in partecipanti impegnati. Più gli utenti sono coinvolti, maggiore è la probabilità che condividano i contenuti, ampliando così la loro portata e attirando potenziali follower.

 Condividi Storie

Le Storie di Instagram, una funzione che consente agli utenti di pubblicare foto e video che scompaiono dopo 24 ore, sono diventate rapidamente uno strumento essenziale per le persone e i marchi che vogliono aumentare i propri follower. Sfruttare questo strumento in modo strategico può migliorare in modo significativo la visibilità del profilo, il coinvolgimento e, di conseguenza, il numero di follower.

Le storie appaiono spesso in cima ai feed degli utenti, garantendo ai brand un’ottima visibilità. Pubblicando con costanza, mantieni il tuo marchio in cima alla lista degli utenti, assicurandoti che sia i follower esistenti che quelli potenziali siano regolarmente esposti ai tuoi contenuti.

Inoltre, offrono una serie di funzioni interattive, tra cui sondaggi, domande e conti alla rovescia. L’utilizzo di questi strumenti coinvolge attivamente il tuo pubblico, favorendo una connessione più profonda e incoraggiando gli utenti a condividere i tuoi contenuti, cosa che invariabilmente attira nuovi follower.

I teaser o le anteprime dei contenuti principali del tuo feed possono essere condivisi sulle Storie per suscitare interesse. Questo può portare traffico ai tuoi post principali, con i benefici che ne conseguono, come aumentare i follower Instagram.

 Come aumentare i follower su Instagram con le Collaborazioni

Nell’attuale panorama dei social media, la crescita del numero di seguaci può rappresentare una sfida. Tuttavia, una delle strategie più efficaci per aumentare i follower su Instagram è attraverso le collaborazioni. Questo metodo non solo eleva la visibilità del tuo profilo, ma offre anche un modo autentico per condividere contenuti di qualità con un pubblico più ampio.

Le collaborazioni possono variare dai semplici scambi di post con altri utenti di Instagram a campagne di marketing ben pianificate con brand di risonanza. Questa interazione reciproca non solo presenta il tuo profilo a nuovi seguaci, ma mostra anche il tuo impegno nel fornire contenuti freschi e variati.

Utilizzare i Reel in collaborazione con altri può essere un trucco efficace. Questo strumento, combinato con l’uso strategico di hashtag pertinenti, può aumentare la probabilità che il tuo post raggiunga un vasto numero di utenti.

 Organizza Giveaway

Organizzare giveaway è una delle strategie più efficaci per aumentare i follower su Instagram. Il motivo? Gli utenti amano le opportunità di vincere premi, e spesso, per partecipare, devono seguire il tuo profilo, mettere like ai post e taggare altri utenti, garantendo così una crescita organica e immediata dei tuoi seguaci.

Guida su organizzare un giveaway di successo:

Obiettivo: Definisci l’obiettivo del tuo giveaway. Vuoi promuovere un nuovo prodotto? Aumentare l’engagement? O semplicemente crescere i tuoi follower su Instagram?

Premi: Scegli premi attraenti e in linea con il tuo brand o azienda. Le foto di questi premi devono essere di alta qualità per attirare l’attenzione.

Regole: Rendi le regole chiare. Un trucco comune è chiedere agli utenti di seguire il profilo, mettere like al post del giveaway e taggare almeno un amico.

Promozione: Usa hashtag pertinenti, crea Reels o storie in diretta per promuovere il giveaway e aumentare la visibilità.

Risultati: Una volta concluso, annuncia i vincitori e analizza i dati per valutare l’efficacia della campagna.

 Condividi Contenuti Generati dagli Utenti

Condividere contenuti generati dagli utenti (User Generated Content, UGC) è una strategia potente per aumentare i follower su Instagram. L’UGC offre una visione autentica e genuina del tuo brand, creando un legame più profondo tra l’azienda e i suoi seguaci.

Incorporando l’UGC nella tua strategia di marketing, non solo avrai l’opportunità di crescere su Instagram, ma rafforzerai anche la fiducia e la lealtà del tuo pubblico, creando una community attiva e coinvolta.

 Contenuti Educativi

Condividere contenuti educativi su Instagram è una strategia potente non solo per aumentare la credibilità del tuo profilo, ma anche per incrementare notevolmente i follower. Nell’era digitale di oggi, gli utenti cercano incessantemente contenuti informativi e di valore che li mettano in grado di acquisire conoscenze.

In primo luogo, i contenuti educativi ti rendono un’autorità nella tua nicchia. Condividendo costantemente consigli, tutorial o fatti interessanti, ti differenzierai dai profili che condividono solo contenuti promozionali. Questo aiuta a creare fiducia tra i tuoi follower.

Infografiche, caroselli di post e tutorial sono formati efficaci per i contenuti educativi. Essi suddividono informazioni complesse in segmenti digeribili e visivamente accattivanti. Inoltre, l’utilizzo della funzione “Guide” ti permette di raccogliere i tuoi post educativi, migliorando ulteriormente l’esperienza dell’utente.

 Utilizza Didascalie Coinvolgenti

Sfruttare il potere delle didascalie coinvolgenti è una tattica spesso sottovalutata, ma essenziale, per aumentare il coinvolgimento e di conseguenza i follower su Instagram. Una didascalia ben fatta può accentuare il messaggio del tuo contenuto visivo, invitare a interagire con gli utenti e favorire una connessione più profonda con il tuo pubblico.

Di conseguenza, i profili che padroneggiano l’arte delle didascalie convincenti spesso registrano tassi di crescita più veloci, in quanto attirano e mantengono un pubblico altamente coinvolto.

 Instagram Live

Instagram Live è uno strumento formidabile all’interno della suite di funzioni di Instagram, che offre a marchi e individui una connessione diretta e in tempo reale con il proprio pubblico. Utilizzare Instagram Live al meglio può aumentare in modo significativo il numero dei tuoi follower e il coinvolgimento generale.

Quando vai in diretta su Instagram, i tuoi follower ricevono una notifica che attira immediatamente l’attenzione sul tuo profilo. Questa interazione immediata favorisce un senso di autenticità e intimità, qualità che gli utenti apprezzano e cercano nel mondo saturo dei social media. Inoltre, le sessioni live possono essere utilizzate per varie attività coinvolgenti come sessioni di domande e risposte, retroscena, lanci di prodotti o collaborazioni con influencer e colleghi.

Infine, Instagram Live aiuta la visibilità algoritmica. La partecipazione attiva e il conseguente coinvolgimento durante una sessione live segnalano a Instagram che i tuoi contenuti sono di valore, spingendo i tuoi post più in alto nei feed dei follower.

Promozione Incrociata sui social network

La promozione incrociata è un approccio strategico per aumentare i tuoi follower su Instagram sfruttando la tua presenza su altre piattaforme. Condividendo i tuoi contenuti di Instagram su Facebook, Twitter, LinkedIn o altre piattaforme di social media, puoi attingere al pubblico esistente e indirizzarlo verso il tuo profilo Instagram. In questo modo non solo diversifichi la portata dei tuoi contenuti, ma fai conoscere la tua pagina Instagram a potenziali follower che potrebbero non conoscerla. Integrando e menzionando costantemente il tuo profilo Instagram su altri canali, rafforzi la presenza del tuo marchio, favorendo la crescita organica e il coinvolgimento. È una dimostrazione del potere degli ecosistemi digitali interconnessi e dell’importanza di una strategia di brand online coesa.

 Strategia di Follow-Unfollow

La strategia Follow-Unfollow su Instagram consiste nel seguire numerosi account con la speranza che ricambino, per poi successivamente unfollowarli per mantenere un rapporto favorevole tra follower e following. Sebbene questo metodo possa portare a un picco iniziale di follower, è spesso considerato poco autentico, molti utenti sono a conoscenza di questa strategia e potrebbero essere scoraggiati se percepiscono che viene utilizzata.

 Branding Coerente

Un branding coerente è fondamentale per favorire il riconoscimento e la fiducia dei tuoi follower su Instagram. L’obiettivo è mantenere l’uniformità degli elementi visivi del canale, del tono e della messaggistica in tutti i post. Dalle palette di colori allo stile delle immagini e persino alla voce nelle didascalie, la coerenza assicura che i follower si identifichino e risuonino immediatamente con i tuoi contenuti. Inoltre, un feed ben curato mostra professionalità, intenzionalità e affidabilità, caratteristiche apprezzate dai potenziali follower. Assicurando un branding coerente, le aziende e i privati possono creare un’impressione memorabile, aumentando le probabilità di attrarre e mantenere una base di follower più ampia su Instagram.

 Conclusione

Aumentare i follower su Instagram non è solo una ricerca di metriche di vanità: è una mossa strategica che può portare un importante guadagno. Un numero consistente di follower aumenta la credibilità del brand, posizionando il tuo profilo come una voce autorevole e affidabile nella tua nicchia. Amplifica la portata, assicurando che i contenuti risuonino con un seguito più ampio, portando potenzialmente a un aumento del coinvolgimento e dei tassi di conversione. Inoltre, una base consistente di follower attira partnership, sponsorizzazioni e opportunità commerciali, testimoniando la tua influenza nel mondo digitale.

 

Vuoi rimanere aggiornato sulle nuove tecnologie per la Didattica e ricevere suggerimenti per attività da fare in classe?

Sei un docente?

soloscuola.it la prima piattaforma
No Profit gestita dai

Volontari Per la Didattica
per il mondo della Scuola. 

 

Tutti i servizi sono gratuiti. 

Associazione di Volontariato Koinokalo Aps

Ente del Terzo Settore iscritta dal 2014
Tutte le attività sono finanziate con il 5X1000