Assistenti all’autonomia e alla comunicazione: servono master universitari

Sulla questione degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione è opportuno riaprire il dibattito.

Al riguardo, innanzitutto, chi scrive ritiene che non sono condivisibili i requisiti indicati dal Disegno di Legge 236 sugli assistenti all’autonomia e alla comunicazione per l’accesso alle procedure concorsuali per la stabilizzazione del personale già in servizio, nella misura in cui è, a tal fine, previsto il solo possesso di un diploma di scuola secondaria di secondo grado (e non, invece, più coerentemente, di una formazione specifica e di un titolo universitario.

Infatti, i bisogni educativi sono sempre in aumento e con essi anche le risorse strumentali si sono perfezionate e moltiplicate. Gli Assistenti all’Autonomia e alla Comunicazione in virtù della loro mission specialistica, dunque, non possono essere ignari delle nozioni più attuali di pedagogia e didattica speciale e la loro formazione non può restare affidata al caso o all’autoformazione rapportata a un’offerta sporadica e spesso d’incerta

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