La valutazione sintetica è un danno per alunni, famiglie e docenti. Il prof. Corsini non ha dubbi: minori opportunità formative per tutti
“La valutazione analitico-descrittiva orienta l’apprendimento. Mentre la valutazione sintetica dello studente, con giudizi stringati o voti numerici, è una valutazione che sostanzialmente rendiconta e che lascia immutato il quadro di legittimazione delle disuguaglianze di partenza, perché trasforma il privilegio in merito”. A dirlo alla Tecnica della Scuola è Cristiano Corsini, professore ordinario di Pedagogia sperimentale all’università Roma Tre, commentando il ritorno al giudizio sintetico alla primaria con un emendamento, già approvato in Senato, all’interno del ddl sul voto di condotta. La decisione, ha detto l’accademico che si unisce al coro di proteste contro la norma contenuta nel ddl presto all’esame della Camera, rappresenta “un passo indietro perché dal 2020 la valutazione si era messa in linea con le concrete esperienze valutative più efficaci, svolte da insegnanti nelle scuole e questo allineamento purtroppo ora viene messo in discussione. Anzi non viene neanche discusso, in realtà viene sostanzialmente abbandonato”.