Nota semiseria sui motti delle elezioni Cspi del 7 maggio: mancano i verbi “studiare” e “sapere”, sarà un caso?
Francesco Scrima, presidente uscente Cspi
Le recentissime elezioni per il rinnovo della componente elettiva del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione hanno visto impegnate associazione di insegnanti e forze sindacali nella presentazione delle liste; ho dato un’occhiata a quelle della scuola secondaria superiore e sono stata colpita dalla varietà dei “motti”. Interessanti, poiché, almeno nelle intenzioni, nel motto si dovrebbe concentrare l’essenza di ciò che si vorrebbe affermare nella scuola.
Leggiamoli insieme, questi motti: a suo modo è un esercizio divertente e non del tutto inutile. Va da sé che dirò il peccato e non il peccatore, lasciando alla curiosità di ognuno verificare quale lista abbia presentato un certo motto.
Iniziamo dal più icastico, che, probabilmente, racchiude nome della lista e motto: “Ars docendi”. Qui viene enunciata una indubbia verità: se non proprio un’arte, insegnare è mestiere di alto artigianato. Inutile stiracchiarlo verso una presunta