Pluto – God of gold al Teatro Grande di Pompei
Il 25 e 26 maggio alle ore 21:00, nella cornice suggestiva del Teatro Grande degli Scavi di Pompei, è andata in scena“Pluto – God of gold”, la celebre commedia di Aristofane, per l’occasione riveduta e riscritta dalla sapiente regia di Marco Martinelli (musiche di Ambrogio Sparagna; spazio e luci di Vincent Longuemare; costumi di Roberta Mattera) che ha visto come protagonisti assoluti in qualità di attori e attrici, circa 80 alunni ed alunne di alcuni istituti superiori del vesuviano.
La rappresentazione fa parte del progetto “Sogno di volare”, un ‘idea del Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel e realizzato grazie ad un protocollo d’Intesa con l’Ufficio Scolastico Regionaledella Campania che ha come Responsabile Unico del Progetto la Dott.ssa Maria Rispoli.
Gli Istituti coinvolti, quest’anno, sono stati il Polo liceale “E. Pascal” di Pompei, l’Istituto Superiore “E. Pantaleo” di Torre del Greco, l’Istituto Tecnico “R. Elia” di Castellammare di Stabia, il Liceo “G. de Chirico” di Torre Annunziata.
Il progetto, come dicevamo, nasce da un’intuizione del Direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel, «per [citiamo dal sito pompeiisites.org] restituire al teatro, per dirla con Aristotele, la sua funzione di catarsi, di purificazione delle nostre menti e anime attraverso il pronunciare una verità, a volte anche scomoda… La scelta di fare teatro è stata dettata dall’esigenza di coinvolgere i ragazzi delle scuole e farli sentire parte attiva di un progetto.
Riconquistando il senso collettivo e politico e direi anche democratico del teatro. Il teatro non a caso nasce in una società che forse per la prima volta nella storia comincia a valorizzare l’individuo, nella sua funzione politica e creativa: impiantando, attraverso un’analisi e una sintesi più contemporanea, anche un discorso sociale.
Gli autori, Eschilo, Sofocle e Euripide, gli attori, il coro, erano innanzitutto dei cittadini, e il teatro diventava una festa comune, un rituale religioso. Nel VI-V secolo a.C., era la stessa comunità che si riuniva a teatro, e le vicende rappresentate erano le storie che la collettività raccontava a sé stessa.
Ed è questo che abbiamo cercato di ricreare con il progetto Sogno di volare portando nel teatro di Pompei lo stesso spirito.
Con Marco Martinelli i ragazzi, attraverso un progetto triennale dedicato a Aristofane, parlano della loro società ma attraverso la riscrittura dell’impianto drammaturgico del commediografo greco che parlava di un mondo per loro lontano, ma ricco di spunti per una rilettura del presente.».
Il progetto, curato da Martinelli e il suo team e prodotto dal Parco Archeologico di Pompei con il Ravenna Festival e con il Teatro Nazionale di Napoli, si è arricchito, quest’anno, diun gemellaggio con Vicenza dove in autunno approderà alTeatro Olimpico della città veneta, dopo l’edizione del 2022 e del 2023 in cui sono state messe in scene lecommedie Uccelli e Acarnesi di Aristofane.
La trama
Il contadino Cremilo è ossessionato dalle ingiustizie che dilaniano Atene: perché le ricchezze vanno solo ai malfattori? Seguendo il responso dell’oracolo, segue la prima persona che incontra, un cieco: quel cieco è Pluto, il dio della ricchezza. Per forza i soldi van sempre ai delinquenti e ai corrotti: perché il dio non ci vede! Cremilo lo cura e gli restituisce la vista, e tale atto “rivoluzionario” porterà abbondanza e serenità nelle case dei giusti.
Su questa trama si innesta la riscrittura in chiave contemporanea di Martinelli che riesce, grazie anche alla vitalità ed all’entusiasmo dei giovanissimi attori, a divertire e a coinvolgere il pubblico con continui rimandi ad argomenti
di strettissima attualità. Elemento chiave della rappresentazione è stato il coro (in diversi momenti veramente
perfetto nei tempi) che ha accompagnato puntualmente Cratilo e Pluto e le battute (a volte folgoranti) dei diversi
protagonisti. Efficace l’accompagnamento musicale e il gioco delle luci che hanno sottolineato i diversi cambi di
tensione scenica. Al termine, coinvolgimento totale del pubblico sulla scena teatrale che viene letteralmente
trascinato dagli attori, saliti sugli spalti, al centro del meraviglioso teatro pompeiano.
Ne è risultata una serata divertente, professionalmente molto curata anche nell’accoglienza del pubblico
(composto non solo da genitori, ma anche da docenti, professori universitari e dirigenti scolastici) e delle
numerose autorità intervenute.
Dulcis in fundo presente anche, naturalmente, il Direttore del Parco Archeologico che ha partecipato con grande
disponibilità al bagno di folla finale e che, gentilmente, ha concesso a noi di OggiScuola, un’ intervista in
esclusiva.
Vincenzo Scarpellino
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