Dazn riparte da Diletta Leotta, Pardo e Giorgia Rossi (chi resta, chi va). E Adani…

Diletta Leotta – Giorgia Rossi (Instagram dilettaleotta – giorgy0506)

Dazn, rimangono Diletta Leotta, Pardo e Giorgia Rossi

Dazn si prepara per la prossima stagione calcistica. L’app in streaming che trasmetterà tutti i match di  serie A fino al 2029 (7 partite in esclusiva per ogni match day – 266 partite su 380 nel quinquennio – e 3 in co-esclusiva) oltre ad altri eventi (tra cui ad esempio la Liga spagnola). Ma sono in previsione cambiamenti nel ‘cast’ dei giornalisti e commentatori. Confermati Pierluigi Pardo, Diletta Leotta e Giorgia Rossi, mentre Marco Cattaneo e Stefano Borghi lasciano: il primo condurrà da Parigi un programma serale per Eurosport e andrà avanti nel corso della prossima stagione con Prime Video (per le partite di Champions League), il secondo ha scelto di passare a Sky.

I due avevano annunciato il loro addio a Dazn al termine dell’ultima diretta di Sunday Night Square. «Se mi concedete due secondi volevo salutare tutti perché io finisco qui la mia esperienza a DAZN, sono stati tre anni molto divertenti grazie a voi e grazie a una redazione che è brillante, moderna, giovane, appassionata e competente. Il vero oro e la grande ricchezza di questa azienda», le parole di Cattaneo in chiusura di trasmissione. «Devo ringraziare e salutare tutti. Sono stati sei anni, in particolare gli ultimi due, pieni di sfide bellissime che mi hanno onorato. Questa in particolare è stata vissuta come in una famiglia, grazie», aveva chiosato Borghi.

Dazn e l’ipotesi Adani…

Massimo Ambrosini e anche Andrea Stramaccioni dovrebbero essere ancora nella squadra dei talent di Dazn, così come Andrea Barzagli. Mentre, come spiegava Tv Blog nelle scorse ore sembrano destinati a lasciare “Ciro Ferrara, Alessandro Matri e Giampaolo Mazzini. Da agosto non ci sarà neppure Luca Toni, ospite fisso del talk serale del lunedì Supertele”. Per Valon Behrami, Marco Parolo, Dario Marcolin “il rinnovo sarebbe in dirittura d’arrivo. L’ipotesi dell’arrivo dalla tv pubblica di Lele Adani, anticipata da TvBlog nelle scorse settimane, sarebbe ancora sul tavolo, ma si attendono sviluppi”.

DAZN lancia il primo studio virtuale in Italia

In vista del nuovo ciclo 2024-’29 di Serie A, DAZN e NVP – PMI Innovativa attiva nella realizzazione di contenuti per network televisivi e servizi broadcasting – hanno annunciato un accordo per l’integrazione editoriale della Serie A dai principali stadi italiani in modalità di produzione da remoto avanzata con soluzioni tecnologiche innovative per la realizzazione del primo studio virtuale di DAZN in Italia. Dalla prossima stagione calcistica, DAZN baserà le sue attività produttive nel moderno e tecnologico Innovation Hub di NVP a Cologno Monzese (Milano) dove implementerà una tecnologia innovativa già impiegata nel settore host broadcasting e delle OTT per la produzione di oltre 5.000 eventi tra cui le partite di Serie A, le Olimpiadi, il circuito mondiale femminile di Tennis Wta. “Il prossimo ciclo quinquennale rappresenta per noi un nuovo capitolo che vogliamo inaugurare puntando su ciò che più rappresenta, da sempre, DAZN: l’innovazione” ha dichiarato Stefano Azzi, CEO di DAZN Italia.

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Scuola, le nuove regole per i docenti rischiano di diventare un lusso per i precari

Il Pnrr doveva essere il simbolo della “ripartenza”. Il piano per rilanciare il Paese dopo la pandemia, in cui milioni di cittadini avevano riposto le proprie aspettative.
Tra questi c’erano anche gli insegnanti, più di 200mila precari della scuola, e gli aspiranti, che nel Pnrr avevano intravisto l’occasione di mettere ordine nel caos che da anni regola l’accesso alla cattedra.
Ma non è andata così. Come racconta Lucia Donat Cattin, insegnante e componente dell’esecutivo nazionale scuola dell’Usb, «si stanno accelerando al massimo le procedure per il reclutamento del personale scolastico per raggiungere gli obiettivi stabiliti dal Pnrr.
Ma questo a scapito della qualità e di una pianificazione efficace che avrebbe potuto essere cruciale sia per diminuire il numero dei precari su cui ogni anno si basa la scuola, sia dall’altro lato, per prevenire la mancanza di docenti in alcune discipline».
Il Piano prevede 70 mila nuovi docenti da assumere entro il 2024, ma il ministro Valditara ne promette 100 mila, nonostante i ritardi ereditati dal governo precedente. Per velocizzare i concorsi, le prove scritte saranno a risposta multipla fino alla fine del Pnrr, come stabilito dal decreto Pa n°75 del 22 giugno 2023.
Dopo, si tornerà alle risposte aperte. «I test a crocette servono a sostituire le commissioni di docenti con i computer, perché le commissioni sono scoraggiate dai bassi compensi per la correzione delle prove. Ma questo non è l’unico problema. L’articolo 20 del decreto Pa riduce la formazione dei docenti a un mercato di Cfu», dice Donat Cattin (Usb).
Si riferisce al fatto che i crediti formativi richiesti per insegnare passeranno da 24 a 60 per i neolaureati, e varieranno per chi ha già dei titoli. Si potranno conseguire con percorsi online al 50 per cento fino al 2025, pagando circa 2.500 euro l’anno. «Un sistema che favorisce le università e gli altri enti accreditati, ma non migliora le condizioni di lavoro dei docenti». Che resteranno precari, perché l’abilitazione non garantisce il ruolo.
E che non avranno nemmeno un limite al numero di abilitati per materia, che invece sarebbe utile per evitare la mancanza di professori in alcune discipline. «Questo provvedimento rende ancora più difficile insegnare per chi lo desiderava», commenta Antonio Corlianò, studente di Filosofia a Bologna e membro di Cambiare Rotta: «60 cfu e 2. 500 euro equivalgono a un altro anno di università.
Di fronte alla necessità di insegnanti qualificati, la scuola pubblica diventa accessibile solo ai pochi che possono sostenere i costi di ingresso». Le attività formative per i docenti dovrebbero partire il prossimo autunno: è in arrivo il Dpcm con i criteri definitivi. Il bando per il concorso straordinario ter per le assunzioni dovrebbe uscire già quest’estate.

Laura e Max, docenti cacciati dalla scuola di estrema destra

Due insegnanti della Germania Est hanno dovuto lasciare la loro scuola e la loro città dopo aver denunciato i comportamenti neonazisti degli studenti del loro liceo.
Si tratta di Laura Nickel e Max Teske, che insegnavano rispettivamente inglese e storia, e matematica e geografia, nella scuola Mina Witkojc di Burg, una cittadina a Sud-Est di Berlino. Nickel e Teske si erano resi conto che nella loro scuola regnava un’atmosfera di intimidazione e di violenza da parte di alcuni alunni di estrema destra, che si salutavano con il saluto nazista, incidevano svastiche sui banchi e suonavano musica con testi razzisti nei corridoi.
Inoltre, minacciavano e picchiavano i compagni immigrati o di origine straniera. Gli insegnanti avevano cercato di contrastare questi fenomeni, tenendo lezioni sul passato nazista del loro Paese, invitando un rapper nero a parlare di rispetto reciproco e segnalando i casi più gravi al preside. Ma nulla era servito, anzi. Il preside e i colleghi non li avevano sostenuti, e gli alunni di estrema destra avevano intensificato le loro azioni. Disperati, Nickel e Teske avevano deciso di scrivere una lettera aperta per denunciare la situazione alla stampa locale.
Nella lettera, avevano affermato che “i docenti e gli alunni che combattono apertamente contro studenti e insegnanti di estrema destra temono per la loro sicurezza” e che le scuole “non possono ospitare nemici della democrazia”. La lettera aveva scatenato una campagna di diffamazione e di odio nei confronti degli insegnanti. Un gruppo anonimo di genitori aveva chiesto il loro licenziamento.
Adesivi con le loro foto e la scritta “Vattene a Berlino” erano apparsi sui lampioni vicino alla scuola. Sui social network, qualcuno aveva dichiarato di volerli “cacciare”. Nickel e Teske si erano sentiti soli e in pericolo. Avevano quindi annunciato di voler lasciare la scuola e la città. “Dichiarazioni, azioni e slogan estremisti di estrema destra, omofobia e sessismo erano e sono all’ordine del giorno in questa scuola”, avevano dichiarato in un’intervista.
La loro storia ha fatto il giro della Germania, suscitando indignazione e solidarietà. Molti hanno sottolineato come l’estrema destra abbia preso piede in alcune aree della Germania Est, dove esiste una rete di gruppi e locali che diffondono messaggi del partito Alternativa per la Germania (AfD), noto per le sue posizioni anti-immigrazione, anti-islam e anti-europee.
Nickel e Teske hanno ricevuto anche delle offerte di lavoro da altre scuole, ma hanno deciso di prendersi una pausa per riflettere sul loro futuro. Hanno dichiarato di non voler rinunciare alla loro passione per l’insegnamento, ma anche di non voler più lavorare in una scuola dove non si rispettano i valori democratici.

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