Gianluca Grignani, la droga e le violenze: “Da bambino sono stato molestato”
Gianluca Grignani e le molestie subite da ragazzino: “È stato devastante”
Gianluca Grignani ha recentemente pubblicato la sua autobiografia dal titolo “Residui di rock’n’roll” con la casa editrice San Paolo. Nell’opera il cantautore racconta episodi della sua vita privata e della sua carriera artistica, offrendo uno sguardo sincero sulla sua persona e il suo percorso nel mondo della musica.
In un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, Grignani ripercorre alcuni passaggi chiave della sua vita riportati nell’autobiografia. Parla delle origini, del rapporto con la famiglia e le prime esperienze musicali, oltre a rivelare aneddoti e retroscena del successo ottenuto negli anni ’90. L’artista si mette a nudo con sincerità, raccontandosi a 360 gradi e aprendosi su temi anche più intimi e personali.
Per esempio, di quella volta che è scappato in Sudamerica “e poi in Giamaica. Tornai a Londra per vedere dei discografici. Avevo fatto i capelli rasta e passai da un parrucchiere per sistemarli, erano troppo intrisi di catrame. Decido di tagliare tutto e di farmi biondo platino. Solo che nell’ufficio dei discografici c’era anche Franco Battiato. Mi vide e fece una mossa alla Mick Jagger”.
O del rapporto con Pino Daniele “entro nel camerino dopo un suo concerto per salutarlo. Gli chiedo: “Pino, ci facciamo una canna?”. Risposta: “Guagliò, io nella mia vita mi sono già fumato tutti i Campi Flegrei…”.
Poi di quello con Lucio Dalla a un concerto dei Pearl Jam: “Eddie Vedder sul palco completamente ubriaco, il suono della band si sentiva malissimo, ero circondato da persone che pogavano e lo facevano anche male. E a un certo punto da chi mi sento chiamare? Da Lucio Dalla. Era lì, si stava divertendo. Mi ha insegnato a non aver paura”.
Nel libro c’è anche il racconto delle dipendenze: «C’è un capitolo, si chiama Il mostro ed inizia con un bel po’ di droga in un sacchetto. Anche qui: le speculazioni sono state tantissime. Dovevo raccontare la mia versione. Solo che ho scelto di farlo in maniera quasi narrativa. Anche perché se dovessi essere più preciso farei finire la favola di qualcuno”.
E delle molestie al Coni: “È successo tanti anni fa ed è stato devastante per me. L’ho fatto per denunciare: queste cose accadono ancora”.
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