Latino e Intelligenza artificiale

Lo studio del Latino e i linguaggi dell’Intelligenza Artificiale

di Gabriele Boselli

Sintesi

L’ A.I. sarà il principale detonatore del novum nei prossimi decenni. Una forte ripresa dello studio del latino in tutto il sistema dell’istruzione potrebbe, per la potenza metalinguistica di questa lingua, mettere in grado i futuri studenti e ricercatori di fronteggiarne gli sviluppi e di produrne di nuovi.

Il latino, scrigno d’identità e linguaggio-matrice del Novum

Deboli segnali di rinascimento

Vi è un luogo in Roma ove da oltre trent’anni, nonostante la dif-ferenza (ma non la di-versità) degli orientamenti partitici di governo, dominano debolmente contrastate l’incultura generale e pedagogica. Questo luogo è situabile in via di Trastevere, un tempo si chiamava Ministero della pubblica Istruzione, ed è motivo di stupefatta e lieta meraviglia che ora vi si stia ventilando, almeno da parte del sottosegretario Paola Frassinetti, l’ idea di una reintroduzione della lingua latina fin dalla secondaria di primo grado e di un rafforzamento della stessa in quella di II grado.

Ricordi di gioventù

Gli alunni della mia generazione, nati poco oltre la fine della seconda guerra mondiale e viventi alle soglie della terza, pur studiando a dovere la matematica hanno appreso il latino fin dall’undicesimo anno di età: alla fine della scuola media (allora chiamata anche “ginnasio”) traducevano d’impronta gli autori latini di più semplice interpretazione. In concorrenza con altri compagni, negli ultimi anni dell’istituto magistrale, si contendevano le grazie delle compagne scrivendo poesie latine dense di risonanze tibulliane; nel mio caso, purtroppo, conseguendo in quella prospettiva scarsi risultati ma non per incertezze nella metrica.

Intelligenza artificiale, strumento della signoria del pensare umano

Per non farsi dominare dai padroni dell’ A.I. , rimanere signori del proprio pensiero, avventurarsi con ragionevole sicurezza nel novum e sfruttare appieno il potenziale dell’intelligenza artificiale in posizioni non subordinate la ripresa di uno studio serio del latino sarebbe assai importante fin dall’inizio della scuola secondaria. Questo, principalmente, perchè l’A.I. si snoda in strutture linguistiche ancora innervate nelle matrici fossili di quella lingua latina in cui conversero e si rigenerarono le linee generativo-trasformazionali del ceppo indoeuropeo producendo ramificazioni in tutte le scienze.

Gamma di fini

Dobbiamo prestare attenzione e non timore ai linguaggi dell’ A.I. Ove non appesantiti dal MIM d nuovi oneri psicologistici, gli insegnanti sono pronti e gli alunni disponibili non solo ad applicare il preconfezionato ma anche a creare programmi o quantomeno a modificarli. Ma molto sarebbe perduto se i linguaggi non fossero stati innestati a livello logico e sintattico sulla lingua storicamente formatasi nella terra natìa. Sarebbero linguaggi alieni: e’ il latino nascosto nella struttura profonda delle lingue moderne a rivestire tuttora un ruolo essenziale nell’universo semiotico. La conoscenza (e non certo la sola competenza cara agli esperti MIUR degli ultimi trent’anni) nella lingua delle origini d’Europa è accesso all’unico vero sistema di comunicazione che può decodificare e relazionare i sistemi di segni e i linguaggi dell A.I.

La lingua -sia “naturale” che artificiale- è luce, madre, figlia (Rosenzweig La stella della redenzione 1919 ed it Adelphi, 1988); incontrare con essa per la via latina la luce occidentale è nascere di nuovo, non subire ma generare un altro mondo.

Funzione metalinguistica del latino nell’A.I.

La funzione metalinguistica efficacemente attivabile con l’insegnamento del latino fin dalla prima adolescenza si esprime nel far volgere la lingua trasversalmente verso ciò che sta sotto e oltre il proprio volto, partendo dalla propria grammatica e sintassi. Le funzioni-sorgente attuano un codice in comune fra mittente e destinatario per un autocontrollo e controllo funzionale. Una funzione -ad esempio- molto carente negli apparati di censura automatica attivi su internet e che, difettandone. operano colossali fraintendimenti. Non avendo letto Marziale né Apuleio gli istruttori dell A.I. non trasmettono (ancora?) il senso dell’ironia e del paradosso. Pare che con Bard e soprattutto con Apple GPT (prossimamente veicolata con IOS 18 e Iphone 16, buttare via i device precedenti Iphone 12 ) questi limiti dovrebbero ridursi. I ricercatori e gli sviluppatori di intelligenza artificiale della Mela -alcuni selezionati anche per la loro conoscenza delle lingue classiche- affermano di aver compiuto una svolta fondamentale nella distribuzione di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) su iPhone e altri dispositivi Apple come Powerbook con M4 o 5 con memoria meno limitata, inventando una tecnica syn-tattica innovativa di utilizzo della memoria flash.

La sintassi latina ha una enorme possibilità di conservare, veicolare e generare economicamente significati e ne fa dono a chi la possiede. I chatbot basati su LLM come ChatGPT richiedono una quantità incredibile di dati e di memoria per funzionare, il che rappresenta una sfida per dispositivi come gli iPhone, o dispositivi mobili in generale, che hanno una capacità di memoria limitata. Nell’imminente IOS 18 appare possibile eludere questa limitazione utilizzando tecniche chiave che riducano al minimo il trasferimento dei dati e massimizzino il throughput della memoria flash-

Un trans-durre e un pro-durre articolati sulle matrici della syn-taxis latina

I traduttori automatici innestati direttamente sui dispositivi come Samsung 24 Ultra e quelli enormemente più avanzati e non bisognosi di costante connessione internet imminenti su Iphone 16 aprono possibilità di comprensione e riarticolazione del testo in profondità, operando su oltre 200 miliardi di parametri, suggerendo un alto livello di complessità e capacità di comprensione e generazione del linguaggio. Ma per costruire una qualche simmetria tra strumento e utilizzatore occorre che questi sia in grado di comprendere e controllare le logiche operanti a livello strumentale. Gli utenti, non solo traduttori, saranno sviluppatori e generatori di pensiero sui vettori sintattici sia gli sviluppatori professionisti che gli utenti evoluti. Anche a questo e alle aspettative connesse è dovuto il notevole incremento delle quotazioni di Apple in Borsa pur in tempo di calo dei ritorni immediati di Cupertino.

Con gli sviluppi venturi di un’ A.I. reiventata da sviluppatori o semplici utenti che conoscano il latino (auspicabilmente avendolo appreso fin dall’adolescenza) e in futuro attuata con hardware quantistico sarà molto più difficile inibire la potenza innovatrice del novum nella costruzione della scienza, nel mondo del lavoro, nella vita della scuola e nell’esistere quotidiano. A.I. non solo per conoscere il mondo, ma anche per aiutarci ad averne più estesa coscienza.

  1. Ricordo che, avendo io sempre cercato di superare con qualche accorgimento il mio deficit di memoria e non ricordando bene le coniugazioni dei verbi latini, attivavo strategie che oggi chiameremmo di risparmio dati: ad esempio per tradurre “a essere crocifisso” scrivevo “ad crucem”. Un metodo usato oggi dagli informatici è chiamato Windowing: invece di caricare nuovi dati ogni volta, il modello di intelligenza artificiale sviluppato da Apple riutilizza alcuni dei dati che ha già elaborato. Ciò riduce la necessità di recuperare costantemente la memoria, rendendo il processo più efficiente, veloce e fluido, accelerando la capacità dell’AI di comprendere e soprattutto generare il linguaggio del Novum.

Per leggere

G. Boselli, Inibizioni del novum in Encyclopaideia – Journal of Phenomenology and Education. Vol.24, n.56, 2020

F.Faggin, Irriducibile. La coscienza, la vita, i computer e la nostra natura, Mondadori 2022

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