Intelligenza artificiale, indagini Antitrust Usa su Nvidia e Microsoft
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L’Antitrust americano stringe d’assedio l’intelligenza artificiale e i suoi leader corporate. La Federal Trade Commission ha fatto scattare una nuova inchiesta federale sugli accordi tra Microsoft e uno dei suoi più preziosi satelliti nell’universo tecnologico del futuro, Inflection AI. L’intervento è in risposta al sospetto che il gruppo di Satya Nadella abbia strutturato ad arte l’operazione con l’obiettivo di eludere controlli da parte delle autorità.
La Ftc e il Dipartimento della Giustizia, che condividono responsabilità anti-monopolio, hanno allo stesso tempo messo nero su bianco la spartizione dei compiti di supervisione e inchiesta su AI al fine di una maggior efficacia della loro azione: il ministero capitanerà l’esame delle pratiche aziendali di Nvidia, gigante indiscusso dei microchip per l’intelligenza artificiale; la Ftc quella appunto di Microsoft, dove ha già in corso da gennaio un’indagine sulla “simbiosi” con OpenAi. Nel mirino ha inoltre Google e i suoi legami con un’altra firma dell’intelligenza artificiale, Anthropic.
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L’ultima mossa, che ha visto partire richieste formali di consegna di documenti relativi agli ultimi due anni, è stata svelata dal Wall Street Journal. Microsoft, oggi in vetta alla classifica della market cap di Borsa davanti proprio a Nvidia che sfida per il secondo posto la detronizzata Apple, in marzo ha assunto il co-fondatore di Inflection Mustafa Suleyman, uno dei pionieri dell’artificial intelligence con un passato a DeepMind e Google, e la quasi totalità dei dipendenti. Ha accettato di pagare 650 milioni di dollari alla società attrverso un’intesa di licensing per rivenderne tecnologia e ha affidato a Suleyman il comando di una inedita divisione, Microsoft AI. Ha inoltre promesso di ripagare gli investitori nella startup in futuro con i proventi del business.
È stato abbastanza per preoccupare la Ftc. Le aziende sono tenute a riportare alle autorità federali, per consentire l’esame dell’impatto, ogni acquisizione che superi i 119 milioni. La modalità di complessa partnership, insomma, agli occhi della Ftc potrebbe occultare un significativo merger. Se spesso marchi tech comprano startup per assorbire personale di talento, una formula battezzata “acquihire”, in questo caso Microsoft avrebbe dribblato del tutto ogni rischio di uno stop federale.
La chairman della Ftc, Lina Khan, è l’ispiratrice di una strategia governativa d’insieme aggressiva per arginare quello che considera lo strapotere accumulato dalle Big Tech. Adesso trasferisce questo approccio sull’AI: il timore è che la frontiera d’avanguardia possa finire dominata come non mai da pochissimi colossi che si impadroniscono di tutte le startup più promettenti, eliminando ogni concorrenza e controllo quando in gioco è una tecnologia particolarmente delicata. Inflection, con sede a San Francisco, ha sviluppato uno dei principali LLM, i “Large language models” al cuore di AI, e un avanzato chatbot battezzato Pi. Microsoft, oltretutto, ha al suo attivo da tempo patti di ferro a colpi di enormi investimenti con OpenAI e il suo ChatGPT. Proprio OpenAI di recente ha ammesso che allarmi su utilizzo e mancata supervione di AI, nella politica e non solo nel business, hanno ragione d’essere: ha dovuto rimuovere account di gruppi russi, cinesi, iraniani e anche dell’alleato israeliano che ricorrevano alla sua tecnologia per campagne di propaganda nutrite da disinformazione e utenti falsi.
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