Startup: l’Italia guarda all’esempio dell’ecosistema spagnolo

Francesco Amato, digital product manager di Latitudo 40, sul palco del South Summit per il pitch della startup napoletana.

Sulla stessa lunghezza d’onda la startup Latitudo 40, fondata a Napoli nel 2017, che punta a creare città più sostenibili e resilienti attraverso l’elaborazione e l’analisi predittiva di dati satellitari free dell’Esa. Tra i suoi clienti il servizio statistico canadese, il Comune di Helsinki e quello di Vilnius, Saragozza e Barcellona in Spagna, Milano e Napoli in Italia. Ha un team di 17 persone e punta sui due milioni di fatturato.

La piattaforma per trovare lavoro

Tra le finaliste italiane molto interessante Joinrs, nata a Roma nel 2015 per le ripetizioni online ma presto riconvertita a piattaforma per il job matching «perché il problema in Italia non è passare gli esami ma trovare lavoro dopo», scherza Nicolò Bardi, uno dei co-fondatori.

Il team di Joinrs presente al South Summit di Madrid.

Come funziona? Il candidato deve inserire i suoi dati personali (titoli di studio, skills, esperienze di lavoro, città preferite di impiego) ma anche i valori e le preferenze personali (sostenibilità, gender equality, remote working e così via). Joinrs scandaglia il web e resituisce i 10-15 annunci di lavoro più pertinenti in versione semplificata, riassunta in bullet point. In Italia Joinrs ha 700mila utenti registrati, all’estero 200mila (soprattutto in Francia, Gran Bretagna e Brasile).

Sono invece più di 300 le aziende clienti, che usano la piattaforma per pubblicare offerte di lavoro e fare employer branding, ma vanno anche segnalate partnership con università come Bocconi o Escp Business School, o istituti di formazione privata come Talent Garden. Joinrs ha ottenuto 1,8 milioni di finanziamenti, conta un team di 35 persone e sedi a Milano, Roma, Londra e Madrid. «Ora il nostro obiettivo è espanderci all’estero – spiega Bardi – dove le potenzialità sono enormi».

Nanomateriali come impronte digitali

Molto intrigante anche Elementag , recentissimo spinoff della startup padovana Particular Materials. «Nasce da un’invenzione rivoluzionaria: creare una vera e propria “impronta digitale” per materiali e progetti grazie a nanomateriali come gli ossidi di metallo inorganici – spiega il ceo Francesco Zanin – , che si possono “spalmare” su diversi materiali, anche semilavorati, senza rischiare di andare perduti».

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