Dante Muratore: ho detto no a Elon Musk per creare un chip che aiuterà chi ha perso la vista “a riveder le stelle”

“Il mio sogno? Permettere a chi è cieco di rivedere il volto dei propri figli”. Dietro un sogno, un progetto rivoluzionario e una nuova tecnologia. Lui si chiama Dante Muratore, ha soli 34 anni e sta lavorando, in collaborazione con le università più forti del pianeta, a un microchip da impiantare nella retina. Per migliorare la vita di milioni di persone, affette da retinite pigmentosa e maculopatia degenerativa.

Ha detto “no, grazie” a Elon Musk in persona che gli ha telefonato dicendo: “posso assumerti?”. Voleva portarlo a Neuralink, sei mesi dopo il suo arrivo in Silicon Valley. Piedi per terra, nel cuore l’amore per la ricerca e l’insegnamento. Ingegnere elettronico, l’ambito in cui si muove è il Brain-computer interface. Oggi è professore di microelettronica alla Delft University of Technology, il più grande e antico Politecnico olandese. È supervisor di un gruppo che sta lavorando alla creazione di un chip che

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