Nikon presenta la mirrorless full-frame Z6 III: la fascia media non è più la stessa

Nikon ha presentato oggi l’atteso aggiornamento “mark III” della fotocamera mirrorless medio gamma Z6. La nuova versione della full-frame giapponese è un discreto salto in avanti rispetto a un modello che già si difendeva molto bene nel segmento di appartenenza, cioè le fotocamera semiprofessionali di fascia medio-alta. Nonostante il nome e il “III” che la distingue come terza generazione, la nuova Z6 è infatti una versione ridotta delle fotocamera professionali Z8 e Z9 di Nikon, più che un semplice aggiornamento della Z6 II.
Dalle due ammiraglie, la fotocamera eredita direttamente il processore EXPEED 7, mentre il sensore da 24,5MP è nuovo: è un CMOS “parzialmente stacked”, il primo in assoluto su una fotocamera a lenti intercambiabili. A detta di Nikon garantisce un’elevata fedeltà cromatica, e una gamma dinamica migliorata. 

Sensore e Processore

Il risultato della combinazione sensore-processore, inoltre, è un ragguardevole aumento della rapidità della messa a fuoco e della velocità

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Nikon Z8 e il senso delle fotocamere professionali nell’epoca di Midjourney

L’abbiamo visto tutti, ormai ad nauseam, che cosa è capace di fare l’intelligenza artificiale generativa in ambito grafico. Le immagini realizzate da Midjourney, Stable Diffusion, Dall-e o Adobe Firefly sono dappertutto. Sono artefatti stupefacenti, giunti a un livello qualitativo tale da vincere persino un premio di categoria di un blasonato concorso fotografico. 

Per ragioni che possiamo ascrivere solamente a un fenomeno di ipnosi tecnofila collettiva, il discorso sull’IA generativa negli ultimi mesi ha insistito sul modo in cui questi strumenti sostituiranno ora i grafici, ora i fotografi, ora i photo-editor, o ancora gli esperti di Photoshop o i montatori. Sono tesi tanto valide per alcuni usi specifici della fotografia (in particolare nell’ambito del marketing e delle foto di stock), quanto campate in aria in quasi tutte le altre declinazioni della pratica fotografica. 

Pensare che l’IA possa sostituire la fotografia tout-court significherebbe infatti accettare che di colpo non si abbia più alcuna necessità di documentare, riprodurre e ricordare il reale, ma ci si possa accontentare di simulacri con mani sghembe, paesaggi immaginifici invece di cartoline, ritratti onirici di persone mai esistite invece delle foto coi parenti al matrimonio.

Non serve molto per tornare sobri e scrollarsi di dosso l’ebbrezza degli ultimi mesi, tra il papa col piumino e Donald Trump arrestato per finta. Per riconciliarsi con l’arte fotografica basta visitare una buona mostra, o sfogliare un bel libro di reportage. Invece per accorgersi dell’abisso che ancora separa la tecnica fotografica dalle imitazioni sputate fuori da un datacenter è sufficiente prendere in mano e provare per un paio d’ore una macchina fotografica di ultima generazione. Come la nuova Z8 di Nikon, presentata in anteprima la scorsa settimana in Italia e disponibile da qualche giorno nei negozi. 

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