Ascolti tv, Ore 14 vola con Perrino al 9,5% di share. Quasi 1 milione di media

Ascolti tv ieri 25 giugno 2024: calano Estate in Diretta (17,9%) e Pomeriggio Cinque News (14.5%)

Ennesimo grande successo per Ore 14 che ieri con ospite il direttore di Affaritaliani.it, Angelo Maria Perrino, ha raggiunto quasi un milione di spettatori di media per il 9.5% di share. Nella precedente puntata il programma di Milo Infante su Rai2 aveva interessato 974.000 spettatori pari all’8.9% di share. Euforia nella redazione di Ore 14. Il riconoscimento da parte dello staff: “Con Perrino si vola”.

Estate in Diretta scende a 1.558.000 spettatori (17.9%). Nella precedente puntata la coppia De Girolamo-Semprini aveva chiuso con 1.393.000 spettatori (17.3%) nella presentazione e 1.756.000 spettatori (20.2%) nel programma.

In calo anche Pomeriggio Cinque News con 1.153.000 spettatori (14.5%) nella prima parte e 1.168.000 spettatori (13.5%) nella seconda parte (I Saluti a 1.224.000 e il 12.4%). Il lunedì Simona Branchetti aveva incollato al video 1.424.000 spettatori (17.8%) nella prima parte e 1.294.000 spettatori (15.3%) nella seconda parte (I Saluti a 1.220.000 e il 13.1%).

Continua la lettura su: https://www.affaritaliani.it/mediatech/ascolti-tv-ieri-25-giugno-2024-925252.html?ref=rss Autore del post: Affaritaliani Tecnologia Fonte: http://www.Affaritaliani.it

Related Articles

Vi racconto la Venere di Milo

La bellezza per antonomasia. La classità per definizione. Il capolavoro scultoreo per eccellenza.Questo (e tanto altro) è la Venere di Milo, l’eccezionale statua greca conservata al Louvre.
È una delle sculture più famose del mondo, un capolavoro di età ellenistica, ma non tutti ne conoscono la storia a luci e ombre e le infinite reinterpretazioni fatte dagli artisti.

Tutto ha inizio l’8 aprile del 1820 quando Yorgos Kentrotas, un contadino greco che abitava sull’isola di Milo, nell’arcipelago delle Cicladi, colpì con la sua pala qualcosa di molto duro.

Stava cercando pietre per rinforzare la recinzione del suo campo quando dal terreno spuntò fuori un busto di marmo pario senza braccia, del tutto inutile per le necessità del contadino.
Il caso volle che si trovasse da quelle parti anche Olivier Voutier, un giovane ufficiale della marina francese appassionato di archeologia, la cui nave Chevrette era ormeggiata sull’isola. L’uomo passeggiava tra i ruderi dell’antico teatro greco, incantato dagli innumerevoli frammenti di statue che emergevano dal terreno. Ma vedendo il contadino, a poca distanza da lui, fermo a osservare qualcosa nella buca che stava scavando, si avvicinò per curiosare.

Ecco come Voutier ricorda quel momento: “Aveva appena scoperto la parte superiore di un statua in cattive condizioni e, non potendo essere utilizzata per la sua costruzione, stava per ricoprirla di macerie. Con la punta di qualche piatto l’ho fatta invece uscire. Non aveva le braccia, il naso e il nodo di i capelli erano spezzati, erano terribilmente sporchi. Tuttavia, a prima vista, si riconosce un pezzo notevole. Ho esortato il mio uomo a cercare l’altra parte. Presto si è imbattuto in essa. Poi ho fatto assemblare la statua. Chi ha visto la Venere di Milo può immaginare il mio stupore!”.Ed ecco come ha disegnato quel ritrovamento.

La scoperta della statua suscitò grande entusiasmo anche nell’ammiraglio Jules Dumont d’Urville che si fece subito avanti per acquistarla. Ma Pierre-Henry Gauttier du Parc, il capitano della Chevrette, si oppose a quella trattativa rifiutandosi di trasportare un manufatto tanto fragile.

A quel punto il contadino pensò bene di cercare un nuovo acquirente in un monaco ortodosso che intendeva offrirla a un funzionario ottomano del sultanato di Costantinopoli. D’Urville allora scrisse immediatamente all’ambasciatore di Francia a Costantinopoli: non poteva lasciarsi sfuggire un pezzo così pregiato! L’ambasciatore acconsentì all’acquisto, anzi diede l’ordine di comprare la scultura a qualsiasi prezzo.

Il suo interesse però non era tanto di tipo artistico, ma smaccatamente politico. Quella statua, un raro esemplare greco originale e non una copia romana, alta poco più di due metri, avrebbe compensato lo smacco subito dalla Francia che, dopo il Congresso di Vienna, nel 1815, aveva dovuto restituire ai vari stati italiani la Venere Medici, l’Apollo del Belvedere e il Laocoonte, alcuni dei capolavori classici sottratti con le spoliazioni napoleoniche.
Grazie alla Venere di Milo, per altro, Parigi poteva tornare a competere con Londra – che da alcuni anni si era appropriata dei marmi del Partenone – e con Monaco di Baviera, la cui Gliptoteca conservava i preziosi frontoni provenienti dal tempio di Afaia, sull’isola greca di Egina.
Dopo estenuanti trattative con il monaco e con la comunità dell’isola di Milo i francesi finalmente si aggiudicarono la statua e la imbarcarono alla volta della corte di re Luigi XVIII che nel 1821 ne fece dono al Louvre.

L’azione di propaganda iniziò immediatamente: la statua, inizialmente attribuita a Fidia o a Prassitele (ma oggi datata al 150-125 a.C.) fu esposta al centro di una grande sala del Louvre e i calchi vennero inviati alle Accademie di Belle Arti affinché i giovani studenti potessero copiarla. Doveva diventare a tutti i costi un simbolo universale di bellezza.Per questo si aprì subito il dibattito sulla possibilità di completarla con due nuove braccia, come si usava fare all’epoca. Ma le ipotesi erano contraddittorie. Teneva una mela in mano? Scriveva su una lapide? Si guardava allo specchio?

Alla fine prevalse la decisione di lasciare la statua com’era (a parte l’aggiunta del piede sinistro, successivamente rimosso): la mancanza delle braccia, in fin dei conti, non ne diminuiva né il valore né la bellezza, anzi faceva convergere tutta l’attenzione sul raffinatissimo panneggio, sul busto levigato e su quel volto dall’espressione imperturbabile.

Per altro non era neanche certo che si trattasse di Venere: quell’identificazione era stata fatta da d’Urville e mai più rimessa in discussione. In verità una porzione di basamento originale, misteriosamente scomparso, portava delle iscrizioni collegabili forse alla statua di Poseidone ritrovata nello stesso luogo nel 1877, di cui la figura femminile avrebbe potuto essere la moglie  Anfitrite.

Ma è chiaro che una “Anfitrite di Milo” non avrebbe colpito l’immaginario collettivo come una “Venere di Milo” (che per essere precisi avrebbe dovuto chiamarsi Afrodite, alla greca). E d’altra parte la posa e la composizione somigliavano molto a quelle della Venere di Capua del Museo Archeologico di Napoli (copia romana di un originale greco rinvenuta nel XVIII secolo). Dunque, meglio lasciare tutto com’era…

La vera incoronazione come dea della bellezza arriverà poco tempo dopo, quando gli artisti iniziarono a prendere la Venere di Milo come modello per le loro opere d’arte. Il primo in assoluto è stato Eugène Delacroix: la sua Libertà che guida il popolo del 1830, infatti, si ispira alle Venere di Milo per quel busto nudo, per la gamba sinistra protesa in avanti e per il panneggio della veste.Questo omaggio però non bastò a fare apprezzare quella figura: le braccia robuste, le guance arrossate e i peli sotto le ascelle facevano somigliare la donna a una massaia piuttosto che a una dea!

Del 1841 invece, è questo dipinto intimista del danese Christoffer Wilhelm Eckersberg. È dedicato alla toilette del mattino ma quella schiena con i fianchi cinti dal tessuto è un esplicito riferimento alla Venere di Milo, come si può notare osservando il retro della statua.

Assieme alla fama purtroppo cominciano anche i pericoli. Nel 1870-1871, con l’infuriare a Parigi della guerra franco-prussiana, la Venere di Milo viene imballata in una cassa di legno e conservata in un luogo sicuro.

Al suo rientro a Louvre il curatore del museo iniziò degli studi approfonditi sulla statua scoprendo, tra le tante, che non si è spezzata in seguito a un incidente né è stata tagliata: la Venere è stata realizzata fin dall’inizio unendo due blocchi di marmo.
A partire dagli anni Ottanta viene ritratta più volte nella sala in cui era stata collocata, come presenza divina nella penombra del museo.

Intanto diventa oggetto di studio anche da parte degli artisti più insospettabili, come Cézanne e van Gogh.

La celebrità della scultura è testimoniata pure da alcuni dipinti che ne raffigurano delle miniature in ambienti domestici…

… o nell’atelier di una pittrice.

Ebbe grande diffusione anche il solo torso. Possiamo vederlo sia nello studio di uno scultore che in un soggiorno borghese.

Tutto cambia con l’arrivo del Surrealismo. Dopo cento anni dalla sua scoperta, quell’icona di bellezza, quel frammento di perfezione, perde per la prima volta la sua aura divina e diventa l’oggetto degli esperimenti espressivi più estremi.
Per primo inizia René Magritte con Les menottes de cuivre (Le manette di rame) del 1931. Si tratta di una copia della statua parzialmente ridipinta in rosa e blu, con la testa lasciata in bianco. Il titolo, ideato da André Breton, allude ironicamente all’assenza delle mani. È un’operazione dadaista simile ai baffi sulla Gioconda fatti da Duchamp nel 1919. E tuttavia Magritte ci aveva visto giusto: le statue greche erano colorate in modo da sembrare corpi veri.

Il 1936 è invece l’anno della Venere a cassetti di Salvador Dalì. Riprodotta in infinite varianti, è un’opera che si inoltra nel mondo della bellezza carnale, dell’eros e dei suoi segreti, rappresentati dai cassetti (un simbolo tratto dalla psicanalisi di Freud) aperti sul corpo della statua.

Nello stesso periodo si occupa della scultura anche Man Ray. La sua Venere restaurata del 1936 (un busto senza drappo sui fianchi) e la testa di Venere del 1937 sono una perfetta dimostrazione dello spirito iconoclasta che muoveva dadaisti e surrealisti. Stringere tra corde o catturare in una rete un pezzo di statua significa trattare quei capolavori come oggetti qualsiasi, oltre a suggerire simili fantasie erotiche sul corpo femminile.Ma in fondo non occorre cercare un significato. La testa di Venere dentro una rete da pesca è “bella come l’incontro casuale di una macchina da cucire e di un ombrello su un tavolo operatorio”, per usare le parole del poeta Lautréamont tanto care ai Surrealisti.

Tuttavia la dissacrazione della Venere di Milo non è stata un’invenzione di questi artisti. Già a partire dagli anni Dieci ci avevano pensato i pubblicitari a trasformare la dea della bellezza in testimonial più o meno ironico dei nuovi consumi di massa. Dai corn-flakes all’aspirina, dai corsetti alle stilografiche, ogni occasione era buona per accostare il proprio prodotto alla suprema perfezione della dea greca.

Ma nel 1939 la Venere è di nuovo in pericolo. Con l’avanzata delle truppe tedesche verso la Francia occorreva svuotare il Louvre dai suoi capolavori e spostarli in un luogo sicuro. Il direttore Jacques Jaujard chiuse il museo il 25 agosto 1939 (ufficialmente per manutenzione) e organizzò il trasloco di oltre 4000 opere – sia dipinti che sculture – chiudendole dentro 1862 casse di legno trasportate da 203 camion diretti verso il castello di Chambord.

Il 16 agosto 1940 i nazisti entrarono al Louvre. Con grande disappunto scoprirono che era completamente vuoto. Ma furono lieti di trovare la Venere di Milo ancora al suo posto. Quello che non sapevano è che la statua che stavano ammirando era una volgare copia in gesso.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale la Venere, quella vera, torna al suo posto. E in poco tempo ritorna al centro dell’interesse degli artisti, in quella sorta di continuo ritorno al passato, specialmente quello classico, che caratterizza l’arte occidentale.

Nel 1962 se ne occupa Niki de Saint Phalle con una delle sue azioni artistiche da poco inaugurate: realizza una copia cava della Venere, fissa al suo interno dei sacchetti di vernice e poi la colpisce a distanza con un fucile. La statua a quel punto inizia a ricoprirsi di colore, ma in un modo che non può essere controllato dall’artista. È un attacco all’arte antica ma contemporaneamente è una rigenerazione, nata da un gesto di estrema violenza.

Intanto i traslochi non sono finiti. Nel 1964 la statua viene spedita addirittura a Tokyo, in occasione delle Olimpiadi. Ma il lungo viaggio di 33 giorni sul transatlantico francese Vietnam l’ha danneggiata: quattro frammenti del panneggio, all’altezza dello stinco sinistro, si sono staccati. Tre di questi erano pezzi in gesso di un vecchio restauro mentre il quarto era una scheggia di marmo, già staccata dalla statua all’atto del ritrovamento nel 1820.
[embedded content]
Dalì tornerà di nuovo sul tema della Venere negli anni Settanta, evidentemente ossessionato da questo simbolo così potente. In Torero allucinogeno la Venere di Milo si moltiplica in diverse posizioni e varie dimensioni dentro una delirante sovrapposizione di immagini. La dea diventa archetipo femminile inafferrabile, a tratti spaventoso. La sua figura ripetuta dà forma anche al volto del torero, in un gioco di interscambio tra figura e sfondo.

Negli stessi anni Dalì torna anche alla versione scultorea di Venere, ma abbandona i cassetti e inizia a mescolare le parti del volto con la Testa otorinologica di Venere. Naso e orecchio sono scambiati di posto: forse perché ‘sentiamo’ con entrambi?

Poi è stata la volta di Arman che, usando il suo linguaggio basato sulla trasformazione e accumulazione di oggetti comuni, ha iniziato ad affettare, frammentare, scomporre e riassemblare la Venere di Milo. Ma per quanto la si possa fare a pezzi, lei rimane sempre riconoscibilissima.

Quella posa sinuosa con le braccia mozzate si riconosce pure in silhouette, come nello specchio Venere disegnato dall’architetto Carlo Mollino nel lontano 1938 per Casa Miller a Torino (ma ancora in produzione)…

… oppure nella scultura sezionata di César del 1984.

Tra le versioni più recenti ci sono quelle di Jim Dine degli anni Ottanta e Novanta. Le sue Veneri sembrano regredire alla fase di blocco appena sbozzato: mancano della testa e appaiono spigolose e ruvide. Ma il colore, in tinta unita o a chiazze vivaci, rende questi oggetti quasi astratti, specialmente nelle dimensioni colossali che in alcuni casi assumono. Quando queste statue sono disposte in gruppi di tre la classicità raddoppia, attraverso un evidente richiamo al tema delle Tre grazie.

A fronte di tutto questo, di una passione sfrenata verso una dea venuta da una sperduta isola greca che pare non vedere mai flessioni, si può ben dire che l’azione di propaganda messa in atto dalla Francia abbia funzionato davvero alla grande! E però, per trasformare una statua in un’icona, qualcosa di speciale ci dev’essere.

Quella donna di marmo ci guarda da millenni, indifferente al succedersi dei giorni e delle stagioni, alle generazioni umane che, passando, la guardano negli occhi. Aspetta paziente senza aspettare nulla: la sua imperfetta perfezione le basterà per sempre.

Decreti interministeriali 153/23 e 182/20

Analisi del Decreto interministeriale n. 153/2023 e le modifiche al Decreto Interministeriale n. 182/2020

di Pietro Boccia

 Il Decreto interministeriale n. 153/2023 (1 agosto2023) contiene le “Disposizioni correttive al decreto interministeriale 29 dicembre 2020, n. 182, recante: «Adozione del modello nazionale di piano educativo individualizzato e delle correlate linee guida, nonché modalità di assegnazione delle misure di sostegno agli alunni con disabilità, ai sensi dell’art. 7, co. 2-ter del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66»”.

Sono riportate, a partire dal Decreto interministeriale n. 182/2020, gli aggiornamenti, introdotti dal Decreto interministeriale n. 153/2023 in particolare per quanto concerne:

la composizione e funzionamento del Gruppo di Lavoro Operativo per I ‘Inclusione;

il raccordo del PEI con il Profilo di Funzionamento;

il curricolo dell’allievo, precisando che per gli allievi con disabilità delle scuole secondarie di secondo grado non hanno l’esonero all’insegnamento di una o più discipline presenti nel piano di studi;

gli esami integrativi per gli allievi con disabilità che frequentano le scuole secondarie di secondo grado;

la definizione delle modalità per l’assegnazione delle misure di sostegno;

l’adozione dei nuovi modelli di PEI, acclusi nelle Linee guida, allegate al Decreto

I documenti allegati, che fanno parte integrante del Decreto interministeriale n. 153/2023, sono:

il Modello PEI scuola infanzia All. A1;

il Modello PEI scuola primaria All. A2;

il Modello PEI scuola secondaria di primo grado All. A3;

il Modello PEI scuola secondaria di secondo grado All. A4;

le Linee Guida concernenti la definizione delle modalità anche tenuto conto dell’accertamento, di cui all’art. 4 della Legge n. 104 (5 febbraio 1992), per l’assegnazione delle misure di sostegno i cui all’art. 7 del D.lgs. n. 66/2017 e il modello di PEI, da adottare da parte delle istituzioni scolastiche – All. B;

la scheda per l’individuazione dei supporti al funzionamento – All. C;

la tabella per l’individuazione dei fabbisogni di risorse professionali per il sostegno e l’assistenza – All. C1

Il Decreto interministeriale n. 153/2023 modifica il Decreto interministeriale n. 182 (29 dicembre 2020) e i relativi allegati.

Gli allegati e gli articoli del Decreto interministeriale n. 182 (29 dicembre 2020) modificati sono:

Il Decreto interministeriale n 182/2020 viene modificato all’art. 1 dall’art. 1 del Decreto interministeriale n. 153/2023 (Oggetto e definizione);

Il Decreto interministeriale n. 182/2020 è modificato dall’art. 2 del Decreto interministeriale n. 153/2023 (Composizione del Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione);

Il Decreto interministeriale n. 182/2020 viene modificato all’art. 4 dall’art. 3 del Decreto interministeriale n. 153/2023 (Funzionamento del Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione).

L’articolo 3 del Decreto interministeriale n. 153/2023 stabilisce che:

il GLO si riunisce entro il 30 di giugno per la redazione del PEI provvisorio, di cui all’art. 16 e – di norma – entro il 31 di ottobre per l’approvazione e la sottoscrizione del PEI definitivo;

il PEI è soggetto a verifiche periodiche nel corso dell’anno scolastico al fine di accertare il raggiungimento degli obiettivi e apportare eventuali modifiche e integrazioni;

il GLO si riunisce almeno una volta, da novembre ad aprile, per annotare le revisioni ed effettuare le relative verifiche intermedie;

il GLO si riunisce ogni anno, entro il 30 di giugno, per la verifica finale e per formulare le proposte relative al fabbisogno di risorse professionali e per l’assistenza per l’anno successivo;

il GLO è validamente costituito anche nel caso in cui non tutte le componenti abbiano espresso la propria rappresentanza;

le riunioni del GLO si svolgono, salvo motivata necessità, in ore non coincidenti con l’orario di lezione;

le riunioni del GLO possono svolgersi anche a distanza, in modalità telematica sincrona;

il GLO, nella composizione, di cui all’articolo 3, comma 8 del presente Decreto, è convocato dal Dirigente scolastico o da suo delegato, con un congruo preavviso al fine di favorire la più ampia partecipazione;

nel corso di ciascuna riunione è redatto apposito verbale, firmato da chi la presiede e da un segretario verbalizzante, di volta in volta individuato tra i presenti;

i membri del GLO hanno accesso al PEI discusso e approvato, nonché ai verbali;

i componenti del GLO, di cui all’art. 3, co. 1, del presente Decreto, nell’ambito delle procedure finalizzate all’individuazione del fabbisogno di risorse professionali per il sostegno didattico e l’assistenza, possono accedere alla partizione del sistema SIDI – Anagrafe degli alunni con disabilità, per consultare la documentazione necessaria;

le procedure di accesso e di compilazione del PEI nonché di accesso per la consultazione della documentazione, di cui al comma 10 riguardante l’alunno con disabilità, sono attuate nel rigoroso rispetto del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (RGPD, Regolamento UE n. 2016/679).

Il Decreto interministeriale n. 182/2020 viene modificato all’art. 8 dall’art. 4 del Decreto interministeriale n. 153/2023 (Attività di osservazione sistematica e progettazione degli interventi di sostegno didattico). La modifica dell’art. 4 del Decreto interministeriale n. 153/2023 stabilisce che:

al fine di individuare i punti di forza sui quali costruire gli interventi educativi e didattici, la progettazione è preceduta da attività di osservazione sistematica sull’allievo;

l’osservazione sistematica – compito affidato a tutti i docenti della sezione e della classe – e la conseguente elaborazione degli interventi per l’allievo tengono conto e si articolano nelle seguenti dimensioni:

la dimensione della relazione, della interazione e della socializzazione, che fa riferimento alla sfera affettivo relazionale, considerando l’area del sé, il rapporto con gli altri, la motivazione verso la relazione consapevole, anche con il gruppo dei pari, le interazioni con gli adulti di riferimento nel contesto scolastico, la motivazione all’apprendimento;

la dimensione della comunicazione e del linguaggio, che fa riferimento alla competenza linguistica, intesa come comprensione del linguaggio orale, alla produzione verbale e al relativo uso comunicativo del linguaggio verbale o di linguaggi alternativi o integrativi, comprese tutte le forme di comunicazione non verbale, artistica e musicale; considera anche la dimensione comunicazionale, intesa come modalità di interazione, presenza e tipologia di contenuti prevalenti, utilizzo di mezzi privilegiati;

la dimensione dell’autonomia e dell’orientamento, che fa riferimento all’autonomia della persona e all’autonomia sociale, alle dimensioni motorio-prassica (motricità globale, motricità fine, prassie semplici e complesse) e sensoriale (funzionalità visiva, uditiva, tattile);

la dimensione cognitiva, neuropsicologica e dell’apprendimento, che fa riferimento alle capacità mnesiche, intellettive e all’organizzazione spazio-temporale; al livello di sviluppo raggiunto in ordine alle strategie utilizzate per la risoluzione di compiti propri per la fascia di età, agli stili cognitivi, alla capacità di integrare competenze diverse per la risoluzione di compiti, e – a partire dalla scuola primaria – alle competenze di lettura, scrittura, calcolo, decodifica di testi o messaggi.

Per ciascuna delle dimensioni, di cui al co. 2, bisogna individuare:

gli obiettivi ed esiti attesi;

gli interventi didattici e metodologici, articolati sia in attività sia in strategie e strumenti.

I “Domini”, richiamati nelle Linee guida, per la redazione della certificazione di disabilità in età evolutiva ai fini dell’inclusione scolastica e del profilo di funzionamento, adottate con decreto interministeriale del 14 settembre 2022, già indicati nella Legge n. 104 del 1992, corrispondono alle “Dimensioni”, di cui al presente articolo, come di seguito riportato:

il Verbale di accertamento/Profilo di Funzionamento (dominio, apprendimento, comunicazione, relazioni e socializzazione, autonomia personale e sociale);

il Piano educativo individualizzato (dimensione cognitiva, neuropsicologica e dell’apprendimento, comunicazione e linguaggio, relazione/interazione/socializzazione, autonomia e orientamento).

Il Decreto interministeriale n. 182/2020 è modificato all’art. 9 dall’art. 5 del Decreto interministeriale n. 153/2023 (Ambiente di apprendimento inclusivo). L’articolo 5 del Decreto interministeriale n. 153/2023 recita che:

ai sensi dell’art. 7, co. 2 del D.lgs. n. 66/2017, nella progettazione educativo-didattica si pone particolare riguardo all’indicazione dei facilitatori e delle barriere, secondo la prospettiva biopsico-sociale della classificazione ICF dell’OMS;

al fine di realizzare quanto indicato all’art. 7, co. 2 del D.lgs. n. 66/2017, sono condotte dai docenti osservazioni nel contesto scolastico – fisico, organizzativo, relazionale – con indicazione delle barriere e dei facilitatori a seguito dell’osservazione sistematica dell’allievo con disabilità e della classe, avendo cura, nella scuola secondaria di secondo grado, di tener conto delle indicazioni fornite dallo studente;

sono conseguentemente indicati, a seguito dell’osservazione del contesto scolastico, obiettivi didattici, strumenti, strategie e modalità per realizzare un ambiente di apprendimento inclusivo, anche sulla base degli interventi di corresponsabilità educativa intrapresi dall’intera comunità scolastica per il soddisfacimento dei bisogni educativi individuati e di indicazioni dello studente con disabilità. Particolare cura è rivolta allo sviluppo di “processi decisionali supportati”, ai sensi della Convenzione ONU (CRPD).

Il Decreto interministeriale n. 182/2020 viene modificato all’art. 10 dall’art. 6 del Decreto interministeriale n. 153/2023 (Curricolo dell’allievo).

L’articolo 6 del Decreto interministeriale n. 153/2023 afferma che:

al fine di un ampio coinvolgimento di tutta la componente docente, la progettazione didattica deve tener conto di ulteriori interventi di inclusione attuati sul percorso curricolare della classe e dell’allievo con disabilità, indicando modalità di sostegno didattico, obiettivi, strategie e strumenti nelle diverse aree disciplinari o discipline, a partire dalla scuola primaria. Nel caso in cui le discipline siano aggregate per aree disciplinari, la valutazione degli apprendimenti è sempre espressa per ciascuna disciplina. Per gli allievi con disabilità che frequentano le scuole secondarie di secondo grado non è previsto l’esonero dall’insegnamento di una o più discipline presenti nel piano di studi. Nella scuola dell’infanzia tale attività di progettazione, con il concorso di tutti gli insegnanti della sezione, riguarderà interventi educativi nei diversi campi di esperienza, con l’esplicitazione di strategie e strumenti utilizzati. Con riguardo alla progettazione disciplinare, è indicato che:

qualora l’allievo con disabilità segua la progettazione didattica della classe, si applicano gli stessi criteri di valutazione;

se sono, rispetto alla progettazione didattica della classe, applicate personalizzazioni in relazione agli obiettivi specifici di apprendimento e ai criteri di valutazione, l’allievo con disabilità è valutato con verifiche identiche o equipollenti;

qualora l’allievo con disabilità, iscritto alla scuola secondaria di secondo grado, segua un percorso didattico differenziato o esonerato da alcune discipline di studio, è valutato con verifiche non equipollenti;

Nel PEI – per gli studenti della scuola secondaria di secondo grado – è indicato il tipo di percorso didattico seguito dallo studente, specificando se trattasi di:

un percorso ordinario;

un percorso personalizzato (con prove equipollenti); – un percorso differenziato.

Nel PEI sono, altresì, indicati i criteri di valutazione del comportamento ed eventuali obiettivi specifici, ossia se il comportamento è valutato in base agli stessi criteri adottati per la classe ovvero se è valutato in base a criteri personalizzati, finalizzati al raggiungimento di specifici obiettivi.

La valutazione degli apprendimenti è di esclusiva competenza dei docenti del consiglio di classe nella scuola secondaria, ovvero del team dei docenti nella scuola dell’infanzia e primaria e si svolge ai sensi della normativa vigente.

Il Decreto interministeriale n. 153/2023 di nuova decretazione all’art. 7 fissa gli Esami integrativi per gli allievi con disabilità frequentanti scuole secondarie di secondo grado. L’art. 7, aggiunto come nuova decretazione, dal Decreto interministeriale n. 153/2023, recita che gli esami integrativi sono fissati per gli allievi con disabilità frequentanti scuole secondarie di secondo grado. Per gli allievi con disabilità, che seguono percorsi didattici differenziati nelle scuole secondarie di secondo grado, è ammessa, su richiesta delle famiglie o di chi esercita la responsabilità genitoriale, la possibilità di rientrare in un percorso didattico personalizzato con verifiche equipollenti alle seguenti condizioni:

il superamento di prove integrative, relative alle discipline e ai rispettivi anni di corso durante i quali è stato seguito un percorso differenziato, nel caso di parere contrario del consiglio di classe con decisione assunta a maggioranza;

senza il previo superamento di prove integrative, nel caso di parere favorevole del consiglio di classe con decisione assunta a maggioranza.

Il Decreto interministeriale n. 182/2020 è modificato all’art. 12 dall’art. 8 del Decreto interministeriale n. 153/2023 (Interventi necessari per garantire il diritto allo studio e la frequenza). L’articolo 8 del Decreto interministeriale n. 153/2023 stabilisce che:

nel PEI sono, relativamente agli interventi di assistenza necessari per garantire il diritto allo studio di alunni con disabilità, indicati distintamente e specificamente gli interventi di assistenza di base (per azioni di mera assistenza materiale, non riconducibili ad interventi educativi) e gli interventi di assistenza specialistica per l’autonomia e/o la comunicazione (per azioni riconducibili ad interventi educativi);

sono, in modo specifico, indicate, per quanto concerne gli interventi di assistenza specialistica per l’autonomia e/o la comunicazione, le necessità relative all’educazione e allo sviluppo dell’autonomia (cura di sé, mensa e altro), nonché le necessità di assistenza per la comunicazione agli allievi, privi della vista, dell’udito con disabilità visive e uditive, con disabilità intellettive e disturbi del neuro/sviluppo.

Il Decreto interministeriale n. 182/2020 viene modificato all’art. 13 dall’art. 9 del Decreto interministeriale n. 153/2023 (Organizzazione generale del progetto di inclusione e utilizzo delle risorse). L’articolo 9 del Decreto interministeriale n. 153/2023 recita che:

il PEI prevede un prospetto riepilogativo ove sia possibile desumere l’organizzazione generale del progetto di inclusione e l’utilizzo delle risorse, con indicazione delle presenze, rispettivamente dell’allievo a scuola, delle risorse professionali impegnate nelle attività di sostegno didattico, dell’assistente all’autonomia e/o alla comunicazione, nonché delle collaboratrici o dei collaboratori scolastici impegnati nell’assistenza igienica di base; – nello stesso prospetto sono altresì indicate le seguenti specifiche:

se l’allievo è presente a scuola per l’intero orario o se si assenta in modo continuativo – per eccezionali e documentate esigenze sanitarie – su richiesta della famiglia e degli specialisti sanitari, in accordo con la scuola, indicando le motivazioni;

la presenza dell’insegnante per le attività di sostegno, specificando le ore settimanali;

le risorse, destinate agli interventi di assistenza igienica e di base;

le risorse professionali, riservate all’assistenza per l’autonomia e/o per la comunicazione;

eventuali altre risorse professionali, presenti nella scuola o nella classe;

gli interventi, previsti per consentire all’allievo di partecipare alle uscite didattiche, visite guidate e viaggi d’istruzione organizzati per la classe;

le strategie per la prevenzione e l’eventuale gestione di comportamenti problematici;

le attività o i progetti per l’inclusione, rivolti alla classe;

le modalità di svolgimento del servizio di trasporto scolastico;

eventuali interventi e attività extrascolastiche attive, anche di tipo informale, con la specifica degli obiettivi perseguiti e gli eventuali raccordi con il PEI.

Il Decreto interministeriale n. 182/2020 è modificato all’art. 18 dall’art. 10 del Decreto interministeriale n. 153/2023 (Definizione delle modalità per l’assegnazione delle misure di sostegno). L’articolo 10 del Decreto interministeriale n. 153/2023 stabilisce che:

il GLO, sulla base del Profilo di Funzionamento, individua le principali dimensioni interessate dal bisogno di supporto per l’allievo e le condizioni di contesto facilitanti, con la segnalazione dei relativi “supporti al funzionamento”, secondo quanto descritto nell’Allegato C, parte integrante del presente decreto;

nella definizione del fabbisogno di risorse professionali per il sostegno didattico, l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione, il GLO tiene conto delle “capacità” dell’alunno indicate nel Verbale di accertamento e/o nel Profilo di Funzionamento, secondo il seguente schema (Entità delle difficoltà nello svolgimento delle attività comprese in ciascun dominio/dimensione), tenendo conto dei fattori ambientali implicati (a. Assente; b. Lieve; c. Media; d. Elevata; e. Molto elevata);

il GLO formula una proposta relativa al fabbisogno di risorse professionali per il sostegno e l’assistenza, con il fine di attuare gli interventi educativo-didattici, di assistenza igienica e di base, nonché di assistenza specialistica, nell’ambito dei range e dell’entità delle difficoltà indicati nella Tabella, di cui all’Allegato C1;

la verifica finale, di cui all’art. 15, con la proposta del numero di ore di sostegno e delle risorse da destinare agli interventi di assistenza igienica e di base, nonché delle tipologie di figure professionali da destinare all’assistenza, all’autonomia e/o alla comunicazione, per l’anno scolastico successivo, è approvata dal GLO, acquisita e valutata dal Dirigente scolastico, al fine di: formulare la richiesta complessiva d’istituto delle misure di sostegno da trasmettere al competente Ufficio Scolastico Regionale entro il 30 di giugno; formulare la richiesta complessiva d’Istituto delle misure di sostegno ulteriori rispetto a quelle didattiche, da proporre e condividere con l’Ente Territoriale;

le risorse professionali da destinare all’assistenza, all’autonomia e alla comunicazione sono attribuite dagli Enti preposti, tenuto conto del principio di accomodamento ragionevole e sulla base delle richieste complessive formulate dai Dirigenti scolastici, secondo le modalità attuative e gli standard qualitativi previsti nell’accordo, di cui all’art. 3, co. 5-bis del D.lgs. n. 66/2017.

Il Decreto interministeriale n. 182/2020 viene modificato all’art. 19 dall’art. 11 del Decreto interministeriale n. 153/2023 (Modello di piano educativo individualizzato). L’articolo 11 del Decreto interministeriale n. 153/2023 sostiene che:

i modelli, di cui all’art. 1, co. 2, sono adottati dalle Istituzioni scolastiche per la redazione del PEI da parte dei GLO;

i modelli di PEI sono resi disponibili, in versione digitale, da compilarsi in modalità telematica, con accesso tramite sistema SIDI da parte delle Istituzioni scolastiche e dei componenti dei rispettivi GLO, i quali sono registrati e abilitati ad accedere al sito con il rilascio di apposite credenziali, con livelli di abilitazione diversificati in base al profilo;

 Il Decreto interministeriale n 182/2020 è modificato all’art. 20 dall’art. 12 del Decreto interministeriale n. 153/2023 (Linee guida). L’articolo 12 del Decreto interministeriale n. 153/2023 stabilisce che:

Al fine di agevolare la redazione dei PEI, è adottato il documento recante «Linee Guida concernenti la definizione delle modalità, anche tenuto conto dell’accertamento di cui all’articolo 4 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, per l’assegnazione delle misure di sostegno di cui all’articolo 7 del D.lgs. n. 66/2017 e il modello di PEI, da adottare da parte delle istituzioni scolastiche», di cui all’Allegato B, quale parte integrante del presente decreto.

Il Decreto interministeriale n. 182/2020 viene modificato all’art. 20 con nuova decretazione dall’art. 13 del Decreto interministeriale n. 153/2023 (Modificazioni agli allegati del D.I. n. 182/2020).  L’articolo 13 del Decreto interministeriale n. 153/2023, con nuova decretazione, stabilisce che:

Gli allegati A1, A2, A3, A4, B, C e C1 al decreto interministeriale 29 dicembre 2020, n. 182, richiamati all’articolo 1, sono modificati secondo quanto riportato negli allegati al presente decreto – numerati e denominati come di seguito indicato – per costituirne parte integrante e sostanziale:

il Modello di PEI per la scuola dell’infanzia – Allegato A1;

il Modello di PEI per la scuola primaria – Allegato A2;

il Modello di PEI per la scuola secondaria di I grado – Allegato A3;

il Modello di PEI per la scuola secondaria di II grado – Allegato A4;

le Linee Guida, concernenti la definizione delle modalità, anche tenuto conto dell’accertamento, di cui all’art. 4 della Legge 5 febbraio 1992, n. 104, per l’assegnazione delle misure di sostegno, di cui all’art. 7 del D.lgs. n. 66/2017 e il modello di PEI, da adottare da parte delle istituzioni scolastiche – Allegato B;

la Scheda per l’individuazione dei supporti al funzionamento – Allegato C;

la Tabella per l’individuazione dei fabbisogni di risorse professionali per il sostegno e l’assistenza – Allegato C1.

Il Decreto interministeriale n 182/2020 è modificato all’art. 21 dall’art. 14 del Decreto interministeriale n. 153/2023 (Norme transitorie). L’articolo 14 del Decreto interministeriale n. 153/2023 afferma che:

i modelli di PEI, di cui all’art. 19, sono adottati, nelle more dell’emanazione delle Linee Guida, di cui all’art. 5, co. 6, del D.lgs. n. 66/2017, al fine di consentire alle istituzioni scolastiche di adeguare la progettazione educativo-didattica alle nuove norme sull’inclusione;

al termine dell’anno scolastico 2020/2021, i modelli di PEI sono sottoposti a revisione e possono essere integrati e/o modificati, sulla base delle indicazioni pervenute dalle istituzioni scolastiche;

i modelli di PEI sono sottoposti a verifica e aggiornati con cadenza almeno triennale;

con l’entrata in vigore del presente Decreto, cessano di produrre effetti le disposizioni contenute nell’Ordinanza Ministeriale 21 maggio 2001, n. 90;

ai fini, di cui ai commi 2 e 3, è costituito, senza ulteriori oneri per la finanza pubblica, con decreto del Ministro dell’istruzione, un Comitato Tecnico con la partecipazione di rappresentanti designati dal Ministro dell’economia e delle finanze;

in via transitoria, laddove non sia stato ancora redatto il Profilo di funzionamento, la predisposizione del PEI tiene conto della diagnosi funzionale e del profilo dinamico funzionale dell’art. 12 della Legge n. 104/1992, ove compilato.

Non è stata, tuttavia, recepita, nel correttivo Decreto interministeriale n. 153/2023, la richiesta di modifica della tabella C, avanzata da numerose associazioni, vale a dire la possibilità che il GLO, unico organismo legittimato a formulare la richiesta del numero di ore di sostegno, potesse superare il rigoroso numero di ore stabilito.

Gli elementi di novità, introdotti dal Decreto Ministeriale n.153 del 1° agosto 2023 sono, in conclusione, la composizione e le funzioni del GLO, la possibilità di frequentare un orario ridotto, l’esonero dalle materie per gli studenti con disabilità, l’assegnazione delle risorse professionali per il sostegno e per l’assistenza.

Vuoi rimanere aggiornato sulle nuove tecnologie per la Didattica e ricevere suggerimenti per attività da fare in classe?

Sei un docente?

soloscuola.it la prima piattaforma
No Profit gestita dai

Volontari Per la Didattica
per il mondo della Scuola. 

 

Tutti i servizi sono gratuiti. 

Associazione di Volontariato Koinokalo Aps

Ente del Terzo Settore iscritta dal 2014
Tutte le attività sono finanziate con il 5X1000