Balzano: in carcere la rieducazione non esiste

Marco Balzano, scrittore affermato, ha vinto il Premio Campiello col suo romanzo “L’ultimo arrivato” (Sellerio), e docente, saltuariamente va nelle carceri a insegnare ai detenuti, raccogliendone impressioni assai negative sul loro trattamento: “È qui, nelle carceri che, ancora di più e prima di tutto, serve la parola, e la parola può esprimere una funzione non tanto consolatrice o terapeutica (come va troppo spesso di moda) ma una funzione autoanalitica e narrativa, nel senso di racconto di sé per prenderne meglio coscienza”.

Ma soprattutto sottolinea, intervistato da Vita.it,  che ci sono gruppi troppo eterogenei per preparazione, per pena da scontare, per cui le classi si smembrano continuamente per i trasferimenti e le persone non seguono con continuità. Questo rende molto difficile portare avanti un progetto scolastico capillare, tradizionale. 

“Secondo me una delle più grandi storture del sistema sta nel fatto che i detenuti, durante le lezioni, non sono sorvegliati a vista ma sono con il loro

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