Ricordi della maturità
Si stanno concludendo in questi giorni gli esami conclusivi del 2° ciclo di studi, che, nonostante da più di 20 anni si chiamino “esami di Stato”, tutti continuano a chiamarli “esami di maturità.” In passato si discuteva soprattutto sulle prove, sulle difficotà dell’esame, sulla didattica; invece quest’anno è nata sulla stampa e sui social una polemica di tipo diverso, quella cioè sui genitori che accompagnano i figli alla prova orale e poi li festeggiano con mazzi di fiori, champagne e rifiuti abbandonati ovunque. A parte quest’ultimo aspetto, su cui tutti siamo concordi nel biasimare l’inciviltà, la discussione vede su due fronti contrapposti coloro che sono favorevoli a queste cerimonie ed alla partecipazione dei parenti e coloro invece che sono contrari perché giudicano infantili queste manifestazioni e presentano gli studenti come eterni bambinoni che hanno ancora bisogno, a 19 anni, del papà e della mamma.
Per quanto mi riguarda, sarà strano ma io sono d’accordo più con i primi che con i secondi: la presenza dei genitori, infatti, secondo me è positiva perché testimonia il loro affetto ed interessamento alla vita sociale e culturale dei figli, in un momento che rappresenta in certo qual modo la fine dell’adolescenza e l’ingresso nell’età adulta. Sono da evitare certamente i festeggiamenti eccessivi, come ogni altra cosa che superi la normalità; ma io non vedo nulla di male nel fatto che un ragazzo o una ragazza desiderino al loro fianco la presenza dei genitori, dei fratelli o di chi altri. Siamo in un periodo in cui la famiglia è fortemente sotto attacco, e trovo quindi giusto che anche in questa occasione i legami familiari si manifestino in qualche maniera.
Del resto, perché i genitori dovrebbero disinteressarsi dell’esame dei figli? Ai miei tempi purtroppo era così: mio padre, che pure venne a sentire il mio orale della maturità, non si era mai interessato alle mie vicende scolastiche, perché la logica di allora era inesorabile: ognuno aveva i suoi doveri e doveva limitarsi a quelli, per cui lui si occupava del suo lavoro e quel che facevo io era affar mio, non se ne sentiva per nulla coinvolto. Nonostante fossi il primo della classe e avessi ottimi voti, mai una volta che lui mi abbia gratificato in alcun modo: al massimo, quando riferivo di un buon voto che avevo ottenuto, mi diceva “hai fatto il tuo dovere” e nulla più.
Però, nonostante questa mentalità, all’esame di maturità venne insieme a mia madre, e devo dire che quel mio esame orale non fu brillante anche se poi, considerata l’eccellenza del curriculum e di entrambe le prove scritte, ebbi comunque il voto massimo (60/60). Il mio parziale flop all’orale fu proprio in latino, la materia che poi, insieme al greco, ha costituito il mio insegnamento ed è stata fatta oggetto delle mie pubblicazioni. Il motivo fu, si potrebbe dire, ideologico: il commissario esterno della materia, infatti, era un sessantottino doc, di quelli che applicavano le teorie marxiste, in modo assurdo a mio parere, anche agli autori classici. Costui, dopo avermi fatto tradurre un passo di Lucrezio, pretendeva che io gli dicessi che il grande poeta latino aveva sollevato la questione dello schiavismo e della condizione dei lavoratori, conclusione alla quale io non riuscivo ad arrivare; del resto avevo avuto durante l’anno un docente di tendenze politiche opposte, che quindi mai ci aveva fatto approcciare agli autori classici con quella specifica chiave interpretativa. Poi, come ho detto, l’esame andò benissimo lo stesso, ma a me rimase l’amaro in bocca e l’avversione per l’ideologizzazione della scuola e per coloro che, soprattutto di una certa parte politica, hanno indottrinato per decenni studenti liceali e universitari. Comunque, nonostante tutto, la presenza dei miei genitori, senza poi nessun festeggiamento per il massimo voto ottenuto, mi rincuorò molto e mi fece capire che per loro, nonostante la rudezza e l’intransigenza della mentalità del tempo, io ero importante. Questo è ciò che conta di più, secondo me, per un giovane: se è sostenuto dagli affetti familiari, sarà certamente più pronto ad affrontare i problemi e le difficoltà della vita.
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