Rissosità e intolleranza sul web: come la scuola può rieducare alla discussione costruttiva
Esprimere opinioni sui social significa spesso trovarsi aggrediti da sconosciuti che, travisando le parole altrui, usano condannarne sommariamente l’autore, additandolo al pubblico ludibrio per colpe immaginarie, che mai egli si sarebbe sognato di commettere. Eppure la parola democrazia dovrebbe significare possibilità di confrontare opinioni senza aggredire né essere aggrediti: giacché nel confronto s’impara e si cresce.
La fine del dialogo democratico?
Purtroppo, però, negli ultimi 40 anni il dialogo democratico sembra perduto, disperso anzitutto tra le onde dell’oceano TV, ove i talk show sono risse, che aumentano audience e introiti pubblicitari: non contrastate, peraltro, dai format televisivi, bensì ricercate e favorite.
A parlare di global warming, ad esempio, si invitano sì i climatologi (unici che conoscano l’argomento nella sua complessità), ma anche i negazionisti: i quali, pur facendo altri mestieri, osano negare i dati scientifici, e spesso sono invitati proprio per la loro aggressività, per l’attitudine a “buttarla in caciara”
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