Polo di alta formazione con Ferrari, istituzioni e Fondazione Agnelli: senza il coinvolgimento del sindacato, progetto autoreferenziale e senza visione d’insieme
Apprendiamo dalla stampa della imminente nascita di un polo per la formazione di eccellenza nel settore automotive legato a Ferrari Auto e con il coinvolgimento di attori istituzionali.
Non abbiamo dubbi sul fatto che ogni investimento sulla formazione, sulla ricerca e sulla specializzazione tecnica e professionale sia importante. A maggior ragione quando parte delle risorse investite sono risorse pubbliche e quando il tutto dovrebbe “contribuire all’innovazione di tutto il comparto a livello nazionale e internazionale”.
Proprio rispetto a questo ci chiediamo se l’innovazione di un comparto che occupa migliaia di lavoratori e che veicola risorse economiche importanti, possa essere delegato solo ad una cerchia ristretta di player (in questo caso uno soltanto) o se non meriti invece una regia, larga e diffusa, che permetta di attenzionare e intervenire su tutti gli operatori di un comparto strategico e di tutta la filiera ad esso collegata.
Inoltre, sempre perché si parla di risorse pubbliche, almeno in parte, ci chiediamo chi e come selezionerà i giovani talenti destinati a intraprendere questa scuola di formazione e come, in seguito, avverrà la selezione di chi, terminato il percorso formativo, potrà essere assunto in Ferrari e con quale tipologia contrattuale.
Ancora: a quei giovani che tuttora accettano di cambiare la propria vita, allontanarsi dalla famiglia spesso lontana, che investono il “poco” stipendio per un posto letto non troppo lontano dalla fabbrica, magari con contratti precari e pronti ad ogni sacrificio nella speranza di una effettiva occupazione stabile in questa grande