Il tempo pieno alla primaria e alle “medie” non serve a migliorare gli esiti scolastici degli alunni: sembra un paradosso ma i numeri dicono proprio questo
I dati relativi agli esiti degli esami di Stato conclusivi del primo ciclo confermano la linea di tendenza che si è già osservata per gli esami di Stato finali (la cosiddetta “maturità”, per capirci).
Ma mentre nel caso degli esiti della maturità si può trovare qualche spiegazione più o meno ragionevole in questo secondo caso diventa davvero difficile fornire una interpretazione attendibile del dato.
Per la secondaria di secondo grado, infatti, si può osservare che al sud l’abbandono scolastico è molto più elevato rispetto al nord e quindi è normale che all’esame finale arrivino studenti mediamente più preparati (quelli meno preparati, infatti, si sono persi per strada).
Ma questo ragionamento non regge affatto per la secondaria di primo grado dove le bocciature sono pressoché inesistenti, sia al nord sia al sud.
Quindi i risultati migliori devono essere necessariamente ascritti ad una migliore preparazione degli studenti del sud.
E qui si presenta un paradosso difficile