Le programmazioni scolastiche. Ovvero: perché chi insegna alle superiori dovrebbe saper contare

di Giulio Iraci

Noi docenti di scuola secondaria di secondo grado, a prescindere dalla materia che insegniamo, dovremmo conoscere la matematica.
Nulla di particolarmente complesso, niente equazioni o logaritmi. Basterebbe sapere un po’ di aritmetica: che Platone riteneva propedeutica alla filosofia e che Kant, allargando il discorso, poneva come presupposto di ogni conoscenza.
Dovremmo calcolare con attenzione i tempi scolastici, soprattutto quando impostiamo le programmazioni annuali, se vogliamo che siano proficue per chi apprende e – dunque – gratificanti per noi.

E quindi facciamo due conti.

Chi vuole, ovviamente.

Il monte ore annuale

Cominciamo dal conteggio preliminare a ogni programmazione didattica che voglia dirsi tale.

Di quante ore disponiamo ogni anno noi docenti delle superiori?

Dipende, è ovvio, dalla materia che insegniamo. C’è chi dispone solo di un’ora a settimana e chi ne ha addirittura sei. E poiché è buona regola parlare di ciò che si conosce, prendiamo in considerazione le ore

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