Caso Raimo: non si confonda la libertà di parola con l’offesa

Con molta pacatezza sento l’esigenza di scrivere delle riflessioni sul caso Raimo.
Alcuni docenti dimenticano che prima di essere insegnanti sono innanzitutto degli educatori e in quanto tali devono porsi come modello per i propri studenti, nella speranza che questi possano apprendere modalità di comunicazione e di comportamento corrette.
Quando sono in classe ricordo sempre ai miei liceali che possono dire tutto, purché in modo rispettoso e gentile. E’ vero, infatti, che siamo in democrazia, ma questo non dà a nessuno il diritto di comunicare attraverso modalità che non tengano conto dei contesti, dello status che una persona occupa nella società e del ruolo inteso come l’insieme dei comportamenti che la società si aspetta da un soggetto che occupa quel determinato status.
Detto questo non ritengo corretto che il prof. Raimo, riferendosi al Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, abbia utilizzato

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