Un anno dalla morte di Giulia Cecchettin: studenti del suo liceo chiedono il minuto di rumore, ma il preside dice ‘No’
Voleva silenzio, gli hanno proposto rumore. L’anniversario della morte di Giulia Cecchettin vede una nuova e accesa polemica che vede protagonista proprio il liceo frequentato dalla ragazza: il Tito Livio di Padova. Gli studenti, che avevano programmato di dedicare un “minuto di rumore” in sua memoria, si sono infatti scontrati con la decisione del dirigente scolastico che ha vietato l’iniziativa.
La proposta di commemorare Giulia Cecchettin con un gesto simbolico, lanciata dalla sorella Elena, si inseriva in un movimento più ampio di sensibilizzazione contro la violenza di genere. Il “minuto di rumore” è diventato, infatti, negli ultimi anni un atto di protesta diffuso nelle scuole italiane. L’idea è semplice: alla campanella, tutti gli studenti interrompono il silenzio per un minuto, facendo rumore con qualsiasi oggetto a disposizione — chiavi, penne, righelli — per esprimere rabbia e indignazione. Un atto simbolico per dire “basta” alla violenza
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