Il rimbombo della parola: quel filo invisibile che ci lega.

In occasione della Giornata Internazionale della Filosofia, che si celebra il 21 novembre 2024, ti propongo un’attività filosofica per bambini e ragazzi, volta a esplorare insieme il profondo legame tra pensiero, parola e scrittura.

  • Dove si colloca il confine tra la voce e la scrittura?
  • Qual è il legame tra il pensiero e le parole?

Ricorda: la Giornata Internazionale della Filosofia è un evento mondiale istituito dall’UNESCO nel 2002, che si ripete ogni anno il terzo giovedì di novembre.

Ti sei mai chiesto se esiste davvero un filo invisibile tra filosofia e poesia?

Le due discipline sono interdisciplinari: quando c’è il desiderio di mettersi in gioco con le parole per dare spazio alle emozioni, anche quelle silenti o non espresse, si fa filosofia. Parli a te stesso e, magari, ti confronti anche con gli altri.

  • Pensiero divergente: la capacità di produrre risposte originali e pertinenti in relazione a una questione. Al contrario, il pensiero convergente cerca risposte a problemi già noti.
  • Ironia: il desiderio di fare riflessioni profonde e, talvolta, ironiche sul senso della vita.
  • Domandarsi per domandare: a volte ci si interroga non per trovare risposte definitive, ma per continuare a indagare. La domanda e la ricerca sono il cuore del mio pensare e agire.
  • Desiderio di scoperta: meraviglia e stupore sono il motore della mia ricerca di senso.

Possiamo dire che poesia e filosofia si incontrano negli intenti: entrambe fanno emergere emozioni e domande, stimolano l’immaginazione e al contempo esplorano la realtà per rielaborarla.

L’oralità, il confronto attraverso il dialogo circolare e l’ascolto rendono il saper pensare la fenice del saper parlare. Le parole diventano così un ponte tra l’idea e il componimento scritto, frutto di un processo cognitivo sempre nuovo e unico come i pensieri che affollano la nostra mente.

I filosofi inseguono domande per rispondere ai grandi interrogativi dell’esistenza, mentre i poeti, con una sensibilità unica, colgono sfumature invisibili ai più, traducendo pensieri ed emozioni in parole.

CREA IL TUO ACCHIAPPA-IDEE

Chiediamo ai ragazzi di pensare come Socrate, che diceva: “Io so di non sapere.” Le sue domande irriverenti hanno attraversato i secoli fino a noi.

Individua ciò che c’è di meraviglioso nella tua vita.

Puoi creare un haiku, parlarne per condividere vissuti personali, o custodirlo tra i pensieri inespressi della tua mente.

Curiosità!

L’haiku (俳句 [häikɯ]) è un componimento poetico giapponese nato nel XVII secolo, composto da tre versi per un totale di diciassette more (e non sillabe, come comunemente si crede), seguendo lo schema 5/7/5.

Ricorda che le parole parlano anche quando non le dici davvero ad alta voce!

 

Fase di dialogo

Domandarsi per domandare:

  • Da una ricerca di qualcosa di bello può emergere un senso di inquietudine? Perché?
  • Serenità e inquietudine necessitano l’una dell’altra? Quale viene prima?
  • Quale riconosci come sensazione più forte?
  • Perché, pensando al meraviglioso, la mia mente viaggia anche verso pensieri negativi?
  • Quali limiti mi pongo? Sono limiti mentali o anche pratici?

 

Non limitiamoci a voler imparare qualcosa: mettiamoci in gioco!

 

Tutti all’opera

Ripensiamo alla thaumazein di Aristotele. Organizziamo la classe come un circolo di piccoli filosofi, seduti in cerchio, ascoltando sé stessi e gli altri.

Non esiste giudizio personale, né verso sé stessi né verso gli altri. Ogni parola detta deve essere spiegata per renderla comprensibile. Nessuno resta indietro!

Dopo aver esplicitato cosa è la meraviglia per ciascuno, procediamo con la creazione di un lavoro personale.

 

Materiali: cartoncino bianco, scotch di carta, pennarelli, forbici, spago, nastri.

Pronti, partenza, via!

 

Prima fase di lavoro:

Ogni studente prepara il proprio cartoncino, che diventa il suo personale “Acchiappa-idee”: una tela bianca su cui idee e pensieri possono prendere forma in totale libertà.

Rappresentare ciò che consideriamo meraviglioso nella nostra vita richiede una selezione attenta, ma questo processo può rivelarsi più complesso del previsto.

Ognuno sceglie UNA sola idea, quel pensiero che più di tutti lo ispira e lo stimola a riflettere. Questa idea viene poi rappresentata stilizzandola, sintetizzandola in una parola o raffigurandola attraverso il disegno di un evento personale che richiama il concetto di meraviglioso.

I lavori individuali verranno uniti per creare un grande cartellone di Acchiappa-idee, che rappresenterà una vera e propria mappatura del MERAVIGLIOSO della classe. Una volta completato, ogni studente leggerà e condividerà la propria idea, dando così avvio alla seconda fase del lavoro.

 

Seconda fase di lavoro:

Le idee degli altri mettono in discussione la mia percezione del meraviglioso?

Cambio opinione? Mi piacerebbe convincere gli altri a vedere le cose dal mio punto di vista?

In questa fase, ognuno si confronta con le idee condivise ed esplicitate sul cartellone e si sente libero di creare collegamenti tra il proprio meraviglioso e quello degli altri.

Mani all’opera:

Utilizzando spago, nastri o fili colorati, ogni studente traccia tutti i collegamenti che ritiene significativi tra i vari concetti. Ogni tratto viene accompagnato dal nome dello studente e da un termine che spieghi il motivo del collegamento. È possibile creare più collegamenti e aggiungere più fili a proprio nome.

Alla fine, emergerà una ragnatela apparentemente disordinata, ma estremamente efficace, dove il mio meraviglioso avrà incontrato e dialogato con il meraviglioso altrui.

A questo punto, possiamo riflettere:

  • Riconosco ancora il mio meraviglioso come unico e speciale?
  • Siamo andati oltre i limiti delle idee iniziali che ci eravamo posti?

La risposta è sì, continuamente.

Abbiamo superato quei limiti nel momento stesso in cui abbiamo iniziato a percorrerne il cammino.

In filosofia diremmo:

In poesia diremmo:

 

Se cerchi un tesoro devi scovarlo nei posti meno visibili.

Cercalo in fondo all’anima di chi sa parlare con i silenzi.

 

  • Alda Merini

Far filosofia è un atto di libertà e d’amore verso noi stessi. Oggi più di ieri. 

In un oggi dove le grandi emozioni fuggono dalle parole. Una decostruzione critica della realtà per ripartire dal “bello”.

 

“La filosofia si riferisce alla parte più nobile dell’uomo, 

l’anima come specchio della vita.

La poesia invece è mediatrice tra gli dei e gli uomini  

ed interpreta il pensiero divino 

per avvicinare l’uomo all’eternità”  

Platone V sec a.C.

Approfondimenti e curiosità:

 

https://www.scuolaoltre.it/educational-book-la-filosofia-spiegata-ai-bambini

Continua la lettura su: https://www.scuolaoltre.it/il-rimbombo-della-parola-quel-filo-invisibile-che-ci-lega Autore del post: ScuolaOltre Didattica Fonte: https://scuolaoltre.it

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Progetto lettura: la poesia salverà il mondo!

Gli alunni delle sezioni D ed F della scuola secondaria di primo grado dall’inizio dell’anno si sono avvicinati alla poesia per poter vedere il mondo con occhi diversi e per giocare con le parole attraverso le molteplici possibilità espressive del linguaggio.

Il progetto lettura d’Istituto dedica, infatti, alla parola e in modo particolare a quella poetica una ricca sezione della programmazione.

Nella nostra società sempre più travagliata da guerre, pandemia, difficoltà economiche e povertà culturale l’educazione alla poesia può rappresentare un antidoto contro il male di vivere odierno.

Educare alla poesia ci aiuta a vedere con stupore tutto ciò che abbiamo sotto gli occhi nella quotidianità ma che ci sfugge perché siamo sempre di fretta.

Le professoresse Barbara e Cinzia Pedrazzi facendo propria l’idea che, per avvicinare gli studenti alla poesia sia necessario partire dall’innamoramento e dalla meraviglia della parola, hanno condotto i propri alunni in viaggio alla ricerca della poesia che è nascosta in ognuno di noi e nelle piccole cose.

Lo scrittore Bernard Friot ha fornito utili spunti attraverso due testi: “Dieci lezioni sulla poesia. L’amore e la vita” e “Un anno di poesia”.

Un anno di poesia si propone come una raccolta di spunti per apprendisti poeti, un valido stimolo per sviluppare quella voce poetica che è presente in tutti noi.

libro, tradotto dalla poetessa Chiara Carminati, propone un’attività poetica al giorno, per un anno intero, fornendo semplici e divertenti suggerimenti creativi in grado di sviluppare l’interesse poetico di ogni alunno.

Le parole del testo, sono arricchite inoltre dalle semplici e colorate immagini di Hervé Tullet, che si fondono con le parole dando vita ad una poesia visiva, che coinvolge tutti i sensi. Parole come segni, come suoni, come gioco, la parola che diventa tutto ciò che vogliamo: è questo il messaggio delle attività proposte senza dimenticare naturalmente la struttura, le figure retoriche, la metrica, che si acquisiscono però in modo libero e assoluto.

Come si poteva iniziare il laboratorio se non con una prima poesia che prendesse lo spunto a partire da queste semplici parole: tra un anno…/ ti darò …/ una poesia per …e continuare poi con un’altra nella quale è nascosto il tuo nome.

Poesie corte, poesie cancellate, poesie rubate, colorate, ritagliate, poesie urbane e d’attualità, poesie di sguardi, poesie smembrate, poesie sensoriali o grammaticali, poesie visive. In tutto quello che ci circonda c’è poesia, l’importante è vederla.

Attraverso le 10 lezioni di poesia, invece,  i nostri alunni hanno potuto sperimentare le stesse attività suggerite nel libro dall’insegnante Simon durante dei laboratori di poesia frequentati dai due protagonisti del libro Marion e Kevin.

Marion ha 12 anni, un padre che non vede da tempo, un fratellino e la mamma oberata di impegni di lavoro e di assistenza alla nonna malata. Quest’anno non ha molta voglia di andare al campo estivo, perché si sente troppo grande per questo tipo di cose, ma sua madre non le lascia scampo.

Il primo giorno conosce gli altri partecipanti e si rende conto che tanti provano la sua stessa insofferenza nei confronti del centro estivo: Kev, ad esempio, una sorella maggiore lontana per gli studi, un papà che deve lavorare e la prospettiva di frequentare il centro per tutta l’estate.

Marion e Kev vengono inseriti nel gruppo delle attività al chiuso, cioè in un laboratorio di poesia tenuto da un quarantenne, magro, abbronzato, occhi grigi – Simon. Con loro ci sono le gemelle Lucia e Lila, 11 anni, la saggia Alice, 10 anni, Luca e i suoi occhiali, 8 anni e mezzo, Pedro e Hector, 13 anni, grande e grosso e con qualche pelo di barba.

All’inizio l’entusiasmo è poco e soprattutto Marion partecipa controvoglia, ma Simon si rivela un grande maestro – uno di quelli che seminano aspettando di vedere se qualcosa fiorisce, uno di quelli che accende scintille sperando di vedere alte fiammate, uno di quelli che lasciano il segno insomma. Pian piano questo gruppo sgangherato si appassiona al gioco della poesia.

La biblioteca scolastica diventa una vera e propria palestra di parole e sarà utilizzata come palcoscenico della recita finale. In dieci giorni Simon svolge dieci lezioni introducendo ogni lezione con una citazione di un poeta famoso che spiega il senso della lezione stessa.

cos’è la poesia: «La poesia non si sa cos’è, ma la si riconosce quando la si incontra per strada» (Jean l’Anselme).

A coinvolgere maggiormente i nostri alunni è stata appunto la prima lezione “Che cos’è la poesia”. I ragazzi sono stati coinvolti in un laboratorio di scrittura creativa. Ognuno di loro è stato invitato a completare la frase Per me la poesia è…..e a scrivere la loro definizione su fogli di carta da pacco attaccati alle pareti. Di seguito riportiamo alcune delle loro intuizioni:

“La poesia è un filo di parole, la penna lo intreccia e nasce la poesia”, “La poesia è la via delle emozioni che vagano tra le parole”, “La poesia è musica agli occhi dei poeti che danzano tra le rime”, “La poesia è una freccia lanciata dal poeta che colpisce il mio cuore”, “La poesia è viaggiare tra le strofe”.

Altri testi di riferimenti sono stati  quelli di Donatella Bisutti “La poesia salva la vita”, L’albero delle parole”, di Chiara Carminati “Quel che c’è sotto il cielo”, “Perlaparola” e “Viaggia verso”, Fare poesia con voce, corpo, mente e sguardo” e “Acerbo sarai tu” di Silvia Vecchini. 

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