Educazione affettiva: 30 ore non bastano perché non è una materia, anche se già si pensa persino a dare un voto
E’ da più di un anno che si parla di educazione affettiva e di educazione alle relazioni.
A suo tempo il ministro Valditara aveva persino istituito una sorta di cabina di regia.
Periodicamente, il Ministro e il suo staff sono intervenuti per rilanciare il programma che, di fatto, è ancora fermo non si sa bene dove.
Neppure una recente interrogazione parlamentare è servita a fare chiarezza.
Uno dei nodi principali riguarda la posizione dell’educazione all’affettività nel curricolo di scuola.
In molti parlano di “materia” (qualcuno ha anche detto che il “voto” dovrebbe fare media con quelli delle altre discipline).
Anche un insegnante alle prime armi, però, sa benissimo che l’educazione all’affettività non è una “materia” e non lo è per il semplicissimo motivo che non ha un suo “statuto epistemologico” come hanno invece discipline quali la fisica, la storia, la matematica o la musica.
L’educazione all’affettività non può essere definita in termine di competenze e di conoscenze
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