Docenti precari lavorano gratis nelle scuole paritarie per avere punti in graduatoria, per la Cassazione non è caporalato: sono prestazioni intellettuali
Un’aula di tribunale
L’inizio della carriera per tanti docenti è rappresentato da impervie salite. A volte così ardue e pesanti che pur di andare avanti e recuperare “terreno”, quindi servizio che corrisponde ad anzianità da fare valere come punti per “staccano” i candidati in graduatoria, si è disposti a lavorare pure gratis. È quello che è accaduto a degli insegnanti supplenti che hanno lavorato in alcuni istituti scolastici paritari di Termini Imerese.
I mancati stipendi avrebbero prodotto un “tesoretto” non indifferente alla dirigente scolastica a capo delle scuole paritarie siciliane: la Procura, che aveva ottenuto l’arresto della dirigente, aveva accertato che gli insegnanti, ma anche unità di personale Ata, dopo le indagini degli inquirenti, aveva ipotizzato che i gestori delle scuole avessero potuto lavorare “in difformità ed in misura sproporzionata rispetto alla contrattazione nazionale, in certi casi addirittura gratuitamente, e sarebbero stati costretti a restituire la
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