Autonomia differenziata, la Consulta contraria all’istruzione spezzettata. Esulta l’opposizione: il Governo Meloni vuole creare scuole di serie B
I giudici riuniti della Corte Costituzionale
L’istruzione deve avere una ‘valenza necessariamente generale ed unitaria’, fare capo a un ‘sistema nazionale di istruzione’ e di ‘offerta formativa sostanzialmente uniforme sull’intero territorio nazionale’. A scriverlo, con la sentenza 192 composta da 160 pagine, figlia dell’udienza del 12 novembre scorso, è stata la Corte Costituzionale esprimendosi, con giudizio di legittimità sollevato da alcune regioni del centrosinistra sulla liceità dell’Autonomia differenziata, la cosiddetta legge Calderoli, diventata legge dello Stato con il via libera del Parlamento all’inizio della scorsa estate. Venti giorni dopo l’udienza, il 3 dicembre, le perplessità della Consulta sono state rese pubbliche, con tanto di indicazioni specifiche su vari punti che, in assenza di chiare indicazioni sui servizi essenziali, potrebbero venire a determinare delle differenze di trattamento dei cittadini probabilmente anticostituzionali.
Anche se i giudici hanno ritenuto “non fondata” la questione di costituzionalità dell’intera riforma, posta dai
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