Matteotti e la ‘Cultura del Popolo’ 100 anni dopo
Nel centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti, deputato dal 1919 e segretario del Partito Socialista Unitario Italiano, nato dopo l’espulsione dei riformisti turatiani dal Partito Socialista Italiano a maggioranza massimalista (ottobre 1922), molte sono state le celebrazioni e gli omaggi resigli in quanto “eroe e martire dell’antifascismo”, ma pochi coloro che hanno evidenziato la sua /parallela e contestuale condanna del comunismo – di quello sovietico come di quello italiano – che gli costò, da parte di Antonio Gramsci, l’epiteto di “pellegrino del nulla”, contenuto in un articolo non firmato ma a lui attribuito, intitolato “Il destino di Matteotti”, pubblicato su “Stato operaio“, il settimanale del Pcd’I.
Bene ha fatto perciò la Fondazione Kuliscioff, promotrice della mostra su “Milano per Matteotti. L’idea che non muore”, in corso al Museo del Risorgimento di Milano fino al prossimo 29 dicembre, a recuperare e ristampare il documento del 1923 (numero
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