Educare all’attesa in un mondo iperconnesso che reclama tutto e subito
Il tema dell’attesa è uno dei più ricorrenti in letteratura: da Leopardi a Buzzati, da Kafka a Beckett, risalendo fino a Omero, gli esempi sono innumerevoli. L’attesa, nelle arti, ha varie sfaccettature e può veicolare messaggi anche molto diversi l’uno dall’altro: il senso dell’incompiutezza o dell’assurdità dell’esistenza umana, la gioia di un presente destinata a tramutarsi in dolore e altro ancora.
In pedagogia, al contrario, l’idea di attesa è comunemente assunta come educativa e basilare per lo sviluppo di una serie di qualità sociali nei ragazzi e nelle ragazze. Nel suo saggio “La mente del bambino”, Maria Montessori, ad esempio, sosteneva che in ogni classe di molti bambini ci sarà un solo esemplare di ogni oggetto: se un bambino desidera qualcosa che già è in uso ad un altro, non potrà averlo e aspetterà finché l’altro avrà finito il suo lavoro. Così si sviluppano certe qualità sociali che sono di