Le poesie di Natale imparate a memoria fanno bene alla mente, vi spiego perchè
Nel recente articolo di Gabriele Ferrante (Imparare poesie a memoria: esercizio inutile o ‘talismano per il futuro’ come sosteneva Calvino?) si affronta un tema che mi sta a cuore: lo studio a memoria della poesia. Le poesie imparate a memoria diventano nostre con un esercizio che fa bene alla mente. Ma, come per la capacità di scrivere in corsivo, non basta reintrodurre lo studio delle poesie a memoria per cambiare in meglio la nostra scuola. Lo studio a memoria esige tempo, disciplina e presenta qualche difficoltà. Ci vogliono maestri che sappiano guidare i loro piccoli allievi verso lo studio (che è una cosa seria – “imparar giocando” non porta molto avanti) e che lo sappiano fare sì con fermezza, ma senza perdere la tenerezza. Ci vogliono maestri che rispettino, persino nella prima classe, la gratuità del sapere e non si arrendano alla dittatura dell’utile.
Importanza della memoria, facoltà vilipesa
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