Le falsità della propaganda politica e commerciale sugli aumenti spettanti a docenti e Ata

Mancato adeguamento stipendiale

La legge di bilancio 2025 ha incrementato le risorse destinate al rinnovo contrattuale 2022/24 di appena lo 0,22% (sic!) prevedendo un complessivo aumento stipendiale del 6% rispetto ad un’inflazione che nel triennio è stata tre volte tanto (quasi il 18%).

Ciò significa che a fronte dell’esigenza di un incremento di almeno di 400 euro mensili necessario per tutelare pienamente gli stipendi dall’inflazione, il Governo ha disposto un aumento di appena 140 euro.

Così facendo gli stipendi del personale della scuola, già tra i più bassi d’Europa, subiranno un ulteriore arretramento determinando una corrispondente caduta del potere d’acquisto oltre che del prestigio sociale della categoria.

Tra propaganda e commercio

Contro questa evidenza alcuni siti informativi (ed anche certi esponenti governativi) nei giorni scorsi si sono profusi in improbabili giochi di prestigio aritmetici per annunciare cifre mirabolanti tra incrementi e arretrati: 300 euro mensili di aumento a partire da gennaio, 3.000 euro di arretrati nel 2025.

Senonché i 300 euro di aumento non sarebbero altro che la somma degli effetti di un contratto (2022/24) di cui ancora non sono state avviate neanche le trattative con quelli di un successivo contratto ancora di là a venire (2025/27) e che non potrà essere definito se prima non si chiude il precedente. Omettendo inoltre di ricordare che circa la metà degli aumenti previsti per il contratto 2022/24 (70 euro) è già in busta paga perché elargita unilateralmente dal governo lo scorso dicembre 2023 con il

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