In pensione a 67 anni e 3 mesi, poi sempre peggio: l’Inps nega ma sarà inevitabile pure per docenti e Ata. Cgil: un teatrino
Sui requisiti per andare in pensione serve chiarezza. E rispetto per i lavoratori. A sostenerlo è la Cgil, dopo che l‘Inps ha fatto marcia indietro ritarando le simulazioni con le attuali regole, quindi con l’età di accesso alla pensione di vecchiaia (67 anni di età) e sui contributi necessari per quella di anzianità (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 12 mesi in meno per le donne). I tre mesi in più, già inseriti nel simulatore dall’Istituto nazionale di previdenza, quindi di imminente applicazione, sono stati improvvisamente eliminati, con la precisazione che per effettuare l’innalzamento bisogna prima attendere almeno l’emanazione di un decreto ministeriale.
Una decisione, se e quando dovesse arrivare, che riguarda da vicino quasi un milione di lavoratori della scuola: tranne qualche eccezione – come i maestri della scuola dell’infanzia, i precoci, coloro che fruiscono della Legge 104/92 e le donne che
Continua la lettura su: https://www.tecnicadellascuola.it/in-pensione-a-67-anni-e-3-mesi-poi-sempre-peggio-linps-smentisce-ma-la-strada-e-tracciata-pochi-docenti-e-ata-si-salveranno-cgil-teatrini-irrispettosi Autore del post: Tecnica della Scuola Fonte: