Il latino non è operazione “nostalgia”. Ma come insegnamento opzionale esisteva già

ph Mario Camilletti

Secondo Loredana Perla, ordinario di Pedagogia all’università “Aldo Moro” di Bari e coordinatrice dei lavori della commissione che ha prodotto le “Nuove indicazioni nazionali” per la scuola primaria e per la secondaria di primo grado, in un articolo su Avvenire spiega: “quella che si delinea nei nuovi programmi è una scuola capace di accostare ai testi tradizionali i contenuti più attuali”, mentre il latino non è affatto operazione nostalgia.

A cui fa eco, seppure con distinguo sulla scelta di determinati autori e con riserve relative alle reali intenzioni che stanno dietro alle nuove linee, un poeta, soddisfatto soprattutto “sull’importanza della grammatica italiana, del latino e dello scrivere bene, purché non sottenda a una visione elitaria che escluderebbe l’alta percentuale di alunni di origine straniera. La lingua italiana affonda le sue radici nel greco e nel latino ma anche nella lingua araba”. Bene pure l’esercizio della memoria nello

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