“Non glielo hanno mai insegnato!”, la polemica sul corsivo a scuola infiamma il web: “Inutile nell’era digitale”

Un’accesa discussione sta animando il web riguardo l’utilizzo del corsivo nella scuola. L’abitudine sempre più diffusa tra gli studenti di scrivere i temi in stampatello, anziché in corsivo, ha acceso gli animi di insegnanti, genitori ed esperti.

Modernità e tradizione si scontrano, aprendo un dibattito sull’importanza di questa pratica nell’era digitale. Da una parte, c’è chi ritiene il corsivo un retaggio del passato, lento, complesso e poco pratico in un mondo dominato dalle tastiere. Dall’altra, si sottolinea il suo valore educativo e i benefici che apporta allo sviluppo cognitivo e motorio dei ragazzi. “In corsivo non hanno mai imparato a scrivere: non glielo hanno mai insegnato”, lamenta un utente, puntando il dito contro alcuni insegnanti che, a suo dire, considerano l’apprendimento del corsivo troppo dispendioso in termini di tempo.

I “pro” e i “contro” del corsivo: un’analisi a due voci

I detrattori del corsivo ne evidenziano la difficoltà di esecuzione, la scarsa leggibilità e la sua inutilità in un contesto dove la scrittura digitale è predominante. Inoltre, viene sottolineata la sofferenza che l’apprendimento del corsivo può causare ai mancini. Chi lo difende, invece, si concentra sui vantaggi a livello cognitivo e motorio. Studi neuroscientifici, infatti, dimostrano come la scrittura corsiva stimoli aree del cervello legate al pensiero critico e alla memoria. Inoltre, affina la coordinazione occhio-mano e la precisione dei movimenti. Infine, l’impegno richiesto per imparare il corsivo trasmette ai giovani importanti valori come la disciplina e la perseveranza.

Il ruolo degli insegnanti e il futuro della scrittura

Il dibattito coinvolge anche il ruolo degli insegnanti, accusati da alcuni di assecondare la preferenza degli studenti per lo stampatello, trascurando l’insegnamento del corsivo. Tra nostalgia per il passato e pragmatismo del presente, la questione rimane aperta: il corsivo è davvero destinato a scomparire? L’era digitale impone una riflessione sul suo ruolo nella formazione delle nuove generazioni, cercando un equilibrio tra innovazione e salvaguardia di una tradizione secolare.

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