Studente crea deepfake con le foto di alunne e docenti, il racconto di una ragazza: “Ho paura che quelle foto ora circolino in rete, mi è caduto il mondo addosso”
Sospensione di 15 giorni per uno studente di un liceo di Roma, accusato di aver creato fotomontaggi a sfondo sessuale con i volti di quattro compagne di scuola e di una docente.
I fotomontaggi, realizzati a inizio dicembre e diffusi tramite Telegram, ritraevano corpi nudi di donne con i volti delle vittime. La vicenda è emersa grazie al coraggio di un altro studente che ha informato le ragazze. La preside, venuta a conoscenza dei fatti, ha immediatamente riunito il consiglio di istituto, che ha deciso per la sospensione.
“A scuola con la paura”
“Mi è caduto il mondo addosso”, racconta a Il Messaggero, una delle studentesse vittime dei fotomontaggi. Nonostante non abbia visto le immagini, la paura che possano diffondersi online la tormenta. Il rientro a scuola dopo le vacanze di Natale è diventato un incubo. “Voglio solo finire l’anno serenamente”, confida, esprimendo la preoccupazione di dover nuovamente incrociare nei corridoi il responsabile.
Protesta studentesca: “Non è benvenuto, chiediamo che cambi scuola”
La sospensione di 15 giorni non basta per gli studenti, che considerano la punizione inadeguata. Alcuni di loro hanno tappezzato la scuola con manifesti di protesta, accusando l’istituto di scarsa tutela delle vittime e di aver privilegiato la protezione del responsabile. La paura delle ragazze è che le immagini, diffuse tramite un bot di Telegram, possano finire sul deep web e continuare a circolare.
Allarme deepfake
Cresce l’allarme per l’uso dei deepfake nel cyberbullismo. Immagini e video falsi, ma incredibilmente realistici, creati con strumenti sempre più accessibili, come alcune chatbot di Telegram, diventano armi pericolose nelle mani dei bulli. I danni psicologici inflitti alle vittime sono devastanti, con conseguenze potenzialmente gravissime.
Trauma e vergogna: le cicatrici dei deepfake sessuali
Le vittime di deepfake a sfondo sessuale subiscono un trauma profondo. La violazione della privacy, l’umiliazione e la vergogna possono scatenare ansia, depressione e disturbi post-traumatici. La diffusione di materiale falso e denigratorio compromette la reputazione e la vita sociale, lasciando ferite difficili da rimarginare.
Educazione e legge: le armi contro i deepfake
Contrastare questo fenomeno richiede un’azione congiunta su più fronti. Educazione digitale è la parola chiave: sensibilizzare i giovani sui rischi della tecnologia e promuovere un uso responsabile è fondamentale. Allo stesso tempo, servono strumenti legali più efficaci, con pene severe per chi crea e diffonde deepfake a scopo di bullismo o molestia. Scuole, famiglie e forze dell’ordine devono collaborare per creare un ambiente online più sicuro per i giovani.
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