Fortissime critiche al governo: 750 milioni alle paritarie mentre la scuola pubblica resta indietro

Roma, 1 febbraio – Cresce la polemica attorno alla decisione del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di destinare 750 milioni di euro alle scuole paritarie. Il Movimento 5 Stelle ha duramente criticato questa scelta, definendola un colpo durissimo per la scuola pubblica, già in crisi per carenze di organico e mancanza di investimenti strutturali.

Secondo i deputati pentastellati della Commissione Cultura, il governo sta portando avanti una visione reazionaria e divisiva del sistema educativo italiano. “Le risorse vengono indirizzate principalmente a istituti privati, mentre la scuola pubblica subisce continui tagli e precarizzazione del personale. Questo è l’ennesimo segnale di un disinteresse nei confronti di un’istruzione accessibile e di qualità per tutti”, hanno dichiarato.

Tagli e disuguaglianze: le conseguenze della manovra

La legge di bilancio recentemente approvata ha già visto una riduzione di circa 8.000 posti tra docenti e personale ATA, un dato allarmante che compromette il funzionamento di molte scuole statali. Inoltre, il piano del governo sembra favorire una crescente autonomia regionale, ampliando le disuguaglianze tra territori e penalizzando le realtà più fragili.

“Non siamo disposti ad accettare questa deriva”, hanno ribadito i parlamentari M5S. “Sosterremo ogni studente e ogni docente che lotta per una scuola pubblica libera e di qualità, contro un progetto che rischia di smantellare il diritto all’istruzione e di aumentare le divisioni sociali”.

Un dibattito aperto sul futuro della scuola

Il tema dei finanziamenti all’istruzione è al centro del dibattito politico e sociale, con sindacati, associazioni di categoria e forze d’opposizione che chiedono un’inversione di rotta. La scuola pubblica rappresenta un pilastro della democrazia e della crescita culturale del Paese, e le scelte del governo potrebbero condizionare il futuro di milioni di studenti italiani.

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