Emergenza suicidi tra i docenti, Anief: la richiesta della pensione anticipata al pari delle forze dell’ordine

Negli ultimi dieci anni, il mondo della scuola italiana ha dovuto fare i conti con un dato allarmante: ben 110 docenti si sono tolti la vita. Un fenomeno preoccupante che accende i riflettori sulle condizioni di lavoro sempre più difficili per gli insegnanti, sottoposti a stress, pressioni burocratiche e carichi emotivi insostenibili. Oltre a questi numeri drammatici, emerge un altro dato sconvolgente: il 35% degli insegnanti vorrebbe lasciare la professione, denunciando un livello di burnout ormai insostenibile.

A fronte di questa situazione, il sindacato Anief ha lanciato una petizione per chiedere che i docenti possano andare in pensione a 60 anni, equiparando la loro condizione a quella delle forze armate e della polizia. L’iniziativa ha raccolto oltre 100mila firme, segno evidente di un disagio diffuso e di un forte bisogno di cambiamento.

Il peso psicologico del mestiere di insegnante

L’insegnamento, spesso considerato un lavoro stabile e sicuro, nasconde invece sfide quotidiane che mettono a dura prova la salute mentale degli educatori. Le responsabilità crescenti, l’assenza di tutele adeguate e il senso di isolamento contribuiscono a generare stress cronico e depressione. Se a questo si aggiungono retribuzioni poco competitive e un precariato diffuso, il quadro diventa ancora più critico.

La petizione Anief: una svolta necessaria?

La richiesta del pensionamento anticipato a 60 anni, sostenuta dalla raccolta firme dell’Anief, si basa sull’assunto che l’insegnamento sia una professione usurante. Come per polizia e forze armate, i docenti sono chiamati a gestire situazioni di grande pressione psicologica, che spesso sfociano in stress e malattie professionali.

Se questa proposta fosse accolta, si potrebbe dare respiro a un settore in crisi, migliorando il benessere degli insegnanti e garantendo un ricambio generazionale nella scuola italiana. Il governo risponderà a questo appello? L’attenzione mediatica e il sostegno popolare potrebbero fare la differenza.

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SCUOLA – In Italia un suicidio al mese tra i docenti, Anief: il legame con il burnout è certo, la politica stavolta deve intervenire

Il burnout nella scuola è una realtà che se non affrontata può portare ad effetti drammatici, anche al suicidio. Lo conferma un’indagine condotta dal dottor Vittorio Lodolo D’Oria, medico specialista che da 33 anni si occupa di malattie professionali degli insegnanti. Lo studio, pubblicato dalla stampa specializzata, evidenzia come la categoria professionale più esposta al rischio suicidario sia proprio quella degli insegnanti: preso atto della mancanza di dati nazionali sui suicidi suddivisi per professione, l’esperto ha raccolto “informazioni attraverso le notizie di cronaca pubblicate dai quotidiani locali e nazionali” ed è giunto alla conclusione che “la frequenza corrisponde a circa un suicidio al mese, escludendo i mesi estivi di luglio e agosto”.

“Quella della drammaticità del burnout tra i docenti potremmo definirla una delle non poche verità nascoste della scuola commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – : perché dei troppi suicidi tra i docenti negli ultimi dieci anni non parla nessuno?”. Eppure i segnali, oltre che i numeri, per affrontare il problema e per cercare una soluzione ci sono tutti: uno di questi è arrivato solo qualche settimane fa, quando da unaindagine dell’Health & Sustainability labdell’università Bicocca di Milano ha evidenziato la presenza di uno stress cronico tra gli insegnanti dovuto al proprio impiego con “un’eco su molti aspetti della vita. A soffrirne è quasi un professore su due” e “il 35 per cento dei docenti è arrivato al punto di valutare seriamente l’idea di licenziarsi.

“Quando un docente ogni tre ammette che vorrebbe licenziarsi significa che c’è un malessere strisciante tra la categoria – dice ancora Pacifico -. Noi, come sindacato, stiamo facendo il massimo delle nostre possibilità per cercare di venire incontro al personale: siamo coscienti, però, che occorre una norma ad hoc. L’abbiamo chiesta attraverso audizioni in Parlamento, emendamenti, incontri con senatori e deputati di tutto l’arco parlamentare. Inoltre, abbiamo lanciato una petizione online attraverso la quale attivare il pensionamento del personale scolastico a 60 anni con riscatto gratuito degli anni di formazione universitaria: in due mesi la petizione che vuole equiparare il personale della scuola a quello della forze armate e della polizia ha raccolto circa 100 mila adesioni. A questo punto – conclude il sindacalista Anief – la politica non può continuare a fare finta di nulla”.

LO STUDIO
Il dottor Lodolo D’Oria ha scoperto che “nel 2024 si sono registrati 10 suicidi tra gli insegnanti, un dato che conferma la tendenza stabile osservata negli ultimi dieci anni” e che “complessivamente, nel periodo 2014-2024, si sono verificati 110 suicidi, con una media costante di 10 casi all’anno”. Inoltre, sempre il medico esperto di malattie professionali degli insegnanti, ha rilevato che “il 2017 ha rappresentato un’eccezione, con un numero di suicidi superiore alla media. In quell’anno, si è registrato circa un quarto del totale degli eventi del decennio. Tuttavia, non emergono spiegazioni chiare e documentate sulle cause di questa impennata. Negli altri anni, il numero di casi è variato tra 5 e 11 all’anno”.

Chi volesse chiedere di cambiare in meglio la legge pensionistica, può ancora sottoscrivere la petizione Anief lanciata dal suo presidente nazionale Marcello Pacifico: per aderire cliccare qui.

LA PETIZIONE ANIEF
La petizione Anief vuole riconoscere al personale docente e scolastico la stessa finestra per la pensione di limite anagrafico a 60 anni prevista per il personale delle forze militari (d.lgs. 66/2010) e di polizia (d.lgs. 334/2000), con la possibilità, a domanda, di permanere in servizio anche con compiti di tutoraggio e orientamento per i neo-assunti, con incentivi, fino a 67 anni.
La petizione chiede per il personale docente e scolastico anche lo stesso riscatto gratuito degli anni universitari di valore legale della laurea, previsto per gli ufficiali delle forze militare dall’art. 32 eel DPR 1092/1973, in quanto titolo di accesso alla professione.
L’ultimo rapporto dell’ARAN sull’età anagrafica dei dipendenti della pubblica amministrazione nel 2021 conferma il progressivo invecchiamento del personale docente e scolastico, rispetto all’attuale riforma delle pensioni che prevede il pensionamento dopo quasi 44 anni di contributi o il limite anagrafico di quasi 68 anni di età.
Il personale docente e scolastico della scuola italiana è il piu vecchio in Europa e nel mondo, per il 77,4% è di sesso femminile.
235.741 unità erano in servizio a scuola nel 2021 con un’età over 60 (18 6%), a dispetto di quanto avveniva nelle forze di polizia con 2.296 unità (0,8%) e nelle forze armate con 186 unità (0,1%),  in ragione della specificità dell’ordinamento militare, del rischio, ma a dispetto del burnout che non è riconosciuto agli insegnanti e a tutto il personale scolastico.
Per superare il gap generazionale tra studenti e insegnanti, svecchiare il corpo docente, intervenire sul burnout, pertanto, il sindacato Anief ritiene necessario modificare le norme sull’accesso alla pensione e sul riscatto gratuito degli anni di formazione del personale docente e scolastico.
Il tuo supporto può spingere il Governo e il Parlamento a cambiare la norma anche per superare i rilievi opposti dalla Consulta nella sentenza n. 270/2022 per i Funzionari delle forze di Polizia, e a far riconoscere la professionalità e la peculiarità del lavoro del corpo insegnante e di tutto il personale scolastico.
Il sindacato Anief invita tutti coloro che sostengono la richiesta di uscita anticipata dei docenti e del personale scolastico a 60 anni anziché a 67, di firmare e condividere la richiesta online: cliccare qui.

PER APPROFONDIMENTI:

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