L’intelligenza artificiale non sostituisce il docente, l’aiuta a snellire la burocrazia: ma Barbacci (Cisl) e Fracassi (Cgil) temono che stravolga l’apprendimento

Gianna Fracassi e Ivana Barbacci alla destra di don Luigi Ciotti

L’intelligenza artificiale sta entrando a piedi uniti nella società e nella scuola. Ne sono convinti i protagonisti. E anche i sindacati. Ivana Barbacci, segretaria generale Cisl Scuola, ha rivelato all’Ansa che la sua organizzazione sta “riflettendo da tempo sulle opportunità ed i rischi dell’intelligenza artificiale”, perché “è un fenomeno che inonderà le scuole in maniera significativa” e quindi c’è da “capire qual è l’equilibrio tra etica e innovazione digitale”, con “i docenti che vanno orientati anche a capire l’utilità di questi strumenti”.

Barbacci ha anche tenuto a dire che “l’intelligenza artificiale non può essere sostitutiva del lavoro del docente, piuttosto può rappresentare uno strumento prezioso per alleggerire gli aspetti ripetitivi e burocratici della professione docente, restituendo centralità al ruolo educativo dell’insegnare”.

A dire la sua all’agenzia Ansa è stata anche Gianna Fracassi, segretaria generale Flc-Cgil,

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