Arretrati Scuola del 2022-2023 con il cedolino di marzo 2025 per Docenti e ATA

La questione degli arretrati per il personale scolastico relativo agli anni 2022 e 2023 continua a generare delusione e preoccupazione tra docenti e personale ATA. Nonostante l’importanza strategica del comparto Scuola, il governo non ha previsto stanziamenti per il rinnovo contrattuale del biennio in questione, lasciando il personale senza incrementi retributivi. Anche chi è andato in pensione durante questo periodo non vedrà alcun beneficio economico.

Arretrati Scuola: quanto spetta davvero?

Per il biennio 2022-2023, gli arretrati per docenti e personale ATA ammontano a zero euro. Questo dato, che sta suscitando indignazione tra i lavoratori del settore, è legato alla mancanza di risorse stanziate per il rinnovo del contratto collettivo. Le uniche somme previste sono state destinate all’indennità di vacanza contrattuale: uno 0,3% del salario da aprile a giugno 2022, successivamente aumentato allo 0,5% da luglio dello stesso anno.

Per il 2023, invece, l’unica misura adottata è stata un emolumento una tantum pari all’1,5% dello stipendio, pensato per mitigare gli effetti dell’inflazione. Tuttavia, questa cifra non rappresenta un vero e proprio aumento retributivo e non è sufficiente a compensare il mancato adeguamento salariale.

Risorse dirottate sulla decontribuzione

Il governo ha scelto di destinare le risorse disponibili ad altre priorità. Una delle misure principali è stata la decontribuzione, applicata non solo al personale scolastico ma a tutti i dipendenti pubblici e privati con redditi inferiori a 35 mila euro lordi annui. Sebbene questa scelta abbia avuto un impatto positivo su una platea più ampia di lavoratori, ha lasciato il comparto Scuola senza aumenti strutturali.

Cosa accade ai pensionati del biennio 2022-2023?

Per chi è andato in pensione durante il biennio in questione, la situazione è altrettanto deludente. L’assenza di aumenti salariali significa che non ci saranno arretrati sulla pensione, poiché la mancata rivalutazione dello stipendio non incide sulla base pensionistica né sul trattamento di fine rapporto (TFR).

La mancanza di stanziamenti per gli arretrati del comparto Scuola riflette una situazione complessa e poco soddisfacente per i lavoratori del settore. Mentre si attende l’avvio delle trattative per il prossimo rinnovo contrattuale, cresce il malcontento tra docenti e personale ATA, che si sentono trascurati rispetto ad altre categorie di lavoratori.

La speranza è che nei prossimi anni venga data maggiore attenzione al ruolo cruciale della Scuola, riconoscendo adeguatamente l’impegno quotidiano di chi opera in questo settore fondamentale per il futuro del Paese.

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