Solo Pane e Olio alla mensa scolastica di Montevarchi per i morosi, M5S: punizione medievale

Montevarcchi – La recente decisione dell’amministrazione comunale di Montevarchi di servire solo pane e olio ai bambini le cui famiglie non sono in regola con i pagamenti della mensa scolastica ha scatenato un’ondata di indignazione. Il deputato del Movimento 5 Stelle Andrea Quartini ha duramente criticato il provvedimento, definendolo “una scelta meschina che usa i più piccoli come strumento di ricatto”.

Una Scelta Contestata

La sindaca di centrodestra ha introdotto la misura con l’obiettivo dichiarato di far rispettare il regolamento sui pagamenti della mensa. Tuttavia, per Quartini e molti altri esponenti dell’opposizione, il provvedimento penalizza ingiustamente i bambini, trasformandoli in vittime di una disputa economica tra il Comune e le loro famiglie.

“Se davvero fosse una questione di rigore morale e giustizia, allora anche i parlamentari della Lega dovrebbero mangiare pane e olio fino a quando il loro partito non restituirà i famosi 49 milioni di euro” ha dichiarato Quartini, sottolineando l’apparente contraddizione tra la severità applicata ai bambini e le vicende finanziarie di alcuni esponenti politici.

L’Indignazione dell’Opposizione

L’attacco del deputato M5S non si ferma qui: “Dovrebbe mangiare pane e olio Augusta Montaruli, condannata per peculato, che con soldi pubblici si pagava spese personali. E dovrebbe farlo anche l’intero partito di Forza Italia, fondato da un condannato per evasione fiscale”. Parole forti che mirano a evidenziare, secondo il parlamentare, l’ipocrisia di certe scelte politiche.

Un Caso che Divide

Il provvedimento di Montevarchi ha sollevato un ampio dibattito a livello nazionale. Se da una parte i sostenitori della sindaca difendono la necessità di garantire il rispetto delle regole sui pagamenti, dall’altra cresce l’indignazione per una misura ritenuta punitiva nei confronti dei minori.

Molti cittadini e associazioni si stanno mobilitando per chiedere una soluzione alternativa che non penalizzi i bambini per le difficoltà economiche delle loro famiglie. Il caso, ormai di risonanza nazionale, potrebbe portare a un ripensamento della decisione da parte dell’amministrazione comunale.

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