Italia vs Germania: Riconoscimento dei titoli di studio e qualifiche professionali nell’UE
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Il riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche professionali all’interno dell’Unione Europea è un aspetto cruciale per garantire la libera circolazione delle persone e la creazione di un mercato del lavoro integrato. Nonostante la normativa europea stabilisca principi chiari, gli esiti possono variare notevolmente tra i diversi Stati membri, come dimostrano i casi di un cittadino italiano e uno tedesco che aspirano a diventare insegnanti di sostegno.
Normativa europea sul riconoscimento
Gli articoli 26 e 53 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) stabiliscono i principi di base per la libertà di movimento e l’uguaglianza di trattamento tra i cittadini degli Stati membri. In particolare, l’articolo 26 sottolinea l’importanza della creazione di un mercato interno che consenta la libera circolazione di persone, beni, servizi e capitali. L’articolo 53 si concentra sulla necessità di stabilire norme che garantiscano il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali.
In aggiunta, la Direttiva 2013/55/UE rappresenta un passo significativo verso il rafforzamento del riconoscimento delle qualifiche professionali nell’UE. Essa stabilisce procedure chiare e trasparenti per il riconoscimento delle qualifiche, promuovendo un sistema più snello e accessibile per i cittadini europei.
Il caso dell’italiano
Un cittadino italiano, desideroso di diventare insegnante di sostegno, si trova di fronte a numerose difficoltà. Dopo aver scoperto che il bando per il Tirocinio Formativo Attivo (TFA) è scaduto, decide di esplorare corsi simili in altre università europee. Nonostante le sue aspirazioni, si scontra con una serie di ostacoli burocratici e pratici.
La ricerca di formazione
Dopo aver trovato un corso in un’università all’estero con un piano di studi simile a quello italiano, l’italiano affronta prove preselettive, dimostrazioni di competenze linguistiche e un tirocinio. Dopo un intenso percorso di studi, riesce a conseguire il titolo di specializzazione. Tuttavia, il suo sogno di insegnare è ostacolato dalla complessità del processo di riconoscimento in Italia.
Procedura di riconoscimento in Italia
Con il titolo europeo in mano, l’italiano avvia la procedura di riconoscimento tramite il portale “Istanze On Line” del Ministero dell’Istruzione. Nonostante i costi contenuti (un’imposta di bollo di 16 euro), il processo si rivela frustrante. Il Ministero ha 120 giorni per rispondere, ma spesso le domande rimangono inevase, costringendo il richiedente a fare ricorso al TAR per silenzio inadempimento.
La situazione diventa ancora più complessa quando il giudice amministrativo accoglie il ricorso, ma il Ministero continua a rifiutare le domande senza fornire motivazioni adeguate. Questo porta a un ciclo di ricorsi costosi, evidenziando le lacune nel sistema burocratico italiano.
Il caso del tedesco
Parallelamente, un cittadino tedesco, che desidera diventare insegnante di Bisogni Educativi Speciali, intraprende un percorso di formazione simile. Dopo aver completato il suo Master in educazione speciale in un altro paese dell’UE, si prepara a richiedere il riconoscimento del suo titolo in Germania.
Procedura di riconoscimento in Germania
In Germania, il processo di riconoscimento è più strutturato e diretto. Il tedesco consulta il portale Anabin, un database governativo che fornisce informazioni sull’accreditamento e l’accettazione di diplomi stranieri. Dopo aver verificato la riconoscibilità del suo titolo, contatta l’autorità competente nel suo Land per ottenere informazioni dettagliate sulle procedure di riconoscimento.
La procedura di riconoscimento, nota come “Feststellung der Gleichwertigkeit”, richiede la presentazione di documentazione specifica, tra cui copia del titolo di studio, certificati di esami e traduzioni ufficiali. I costi per la valutazione sono relativamente contenuti (circa 196 euro) e il processo è generalmente più rapido, con decisioni emesse entro tre mesi.
Confronto tra i sistemi
Le esperienze dei due cittadini mettono in luce significative differenze tra i sistemi di riconoscimento in Italia e Germania. Mentre il sistema tedesco offre un percorso chiaro e trasparente, quello italiano è caratterizzato da lunghe attese e incertezze. Questo non solo crea frustrazione per i richiedenti, ma ostacola anche la mobilità professionale e l’integrazione nel mercato del lavoro europeo.
Il riconoscimento dei titoli di studio nell’Unione Europea è fondamentale per garantire la mobilità professionale e l’uguaglianza di opportunità per tutti i cittadini. È essenziale che l’Italia migliori il proprio sistema di riconoscimento, allineandosi agli standard europei per garantire pari opportunità a tutti i cittadini. Solo così si potrà promuovere un’Europa più inclusiva e coesa, dove le competenze e le qualifiche acquisite in qualsiasi parte dell’Unione siano valorizzate e integrate nel mercato del lavoro.
La formazione acquisita in altri Stati membri deve essere considerata una risorsa preziosa, e il riconoscimento dei titoli di studio deve tradursi in un’efficace valorizzazione delle competenze. Solo attraverso un sistema di riconoscimento efficiente e trasparente si potrà garantire la libertà di scelta per i cittadini europei, contribuendo a costruire un’Europa più forte e unita.
Comitato DPSE (Docenti Precari con Specializzazione Europea)
Gruppo Uniti per Indire – INsieme DIventeremo REaltà
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