I Corsi INDIRE non sono “corsetti” ma un’opportunità per valorizzare l’esperienza dei docenti di sostegno precari e garantire un’istruzione di qualità per gli alunni con disabilità.

È fondamentale chiarire che i Corsi INDIRE per il sostegno non possono essere liquidati come semplici “corsetti” o “corsettini”. Al momento, non si conosce ancora la struttura e i contenuti di tali corsi, pertanto, definirli in questo modo appare frutto di un malcelato pregiudizio.

L’inclusione degli alunni con disabilità è un tema su cui non si può scherzare. I Corsi INDIRE sono stati concepiti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito con l’obiettivo di porre rimedio alla grave carenza di docenti specializzati. Formare insegnanti che già da anni svolgono la professione di docente di sostegno persegue un duplice scopo: da un lato, colmare la penuria di tali figure, dall’altro, riconoscere il valore e il merito dell’esperienza di coloro che hanno garantito il regolare funzionamento della scuola italiana.

Molti di questi docenti precari hanno dedicato la propria carriera a supportare gli alunni con disabilità, accumulando nel tempo competenze e conoscenze che non possono essere mortificate con spregevoli slogan. La loro professionalità è il risultato di anni di impegno, dedizione, applicazione, studio e passione. Ogni giorno affrontano sfide uniche, non solo per trasmettere conoscenze, ma anche per creare un ambiente inclusivo e stimolante per i loro alunni.

Inoltre, va rimarcato che anche i docenti di sostegno con TFA conseguito all’estero hanno diritto di cittadinanza in questa vicenda. Criticare un percorso formativo che non ha ancora visto la luce è sintomatico di preconcetti negativi. Al contrario, sarebbe auspicabile il dialogo di tutti gli attori coinvolti, attraverso il reciproco rispetto, senza egoismi e particolarismi, per implementare al meglio i corsi affidati a INDIRE.

L’esperienza maturata sul campo costituisce un patrimonio umano, culturale e professionale prezioso, che deve essere valorizzato e riconosciuto. Solo unendo le forze e ascoltando le voci di chi ogni giorno si impegna per il benessere degli alunni con disabilità, potremo costruire un futuro educativo migliore e più inclusivo.

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