La denuncia di Piccolotti (AVS), registro elettronico: “Grave ingerenza commerciale nella scuola. Chiediamo chiarezza al Ministero”

Negli ultimi giorni si è acceso un acceso dibattito sulla presenza di contenuti pubblicitari all’interno del registro elettronico, la piattaforma utilizzata da milioni di famiglie italiane per monitorare il percorso scolastico dei propri figli. A sollevare la questione è stata la deputata Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi Sinistra (AVS), che ha annunciato un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.

Secondo Piccolotti, l’inserimento di annunci pubblicitari all’interno di uno strumento destinato esclusivamente alla didattica rappresenta una deriva preoccupante, che rischia di trasformare l’istruzione in un mercato. “Siamo già sommersi da pubblicità in ogni ambito della nostra vita quotidiana, ora anche il registro elettronico diventa un veicolo per messaggi commerciali? Questo è inaccettabile”, ha dichiarato la parlamentare.

La preoccupazione principale riguarda la possibilità che i dati sensibili di studenti e genitori vengano utilizzati per operazioni di profilazione a fini pubblicitari. “Vogliamo sapere se e come questi contenuti commerciali siano stati veicolati, e se siano state rispettate le norme sulla protezione dei dati personali”, ha aggiunto Piccolotti, sottolineando l’importanza di garantire trasparenza e sicurezza in ambito educativo.

L’opposizione di AVS si inserisce in un contesto più ampio di dibattito sull’utilizzo di strumenti digitali nella scuola, già al centro di polemiche per l’introduzione dell’intelligenza artificiale. “Abbiamo già chiesto chiarimenti sui software utilizzati nelle aule e sulle misure di tutela adottate per gli studenti. Ora ci troviamo di fronte a un altro caso che dimostra come la tecnologia scolastica venga spesso gestita con logiche di mercato anziché di pubblico interesse”, ha concluso la deputata.

L’interrogazione parlamentare rappresenta un primo passo per fare chiarezza su una vicenda che ha sollevato dubbi e indignazione. Nel frattempo, il mondo della scuola e le associazioni dei genitori restano in attesa di risposte concrete da parte del Ministero.

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