Autoritratto digitale nello stile di Julian Opie

Julian  Opie è un artista britannico contemporaneo, che mi è sempre piaciuto per il suo modo unico di rappresentare i volti e le figure umane con dettagli minimi, spesse linee nere disegnate a contorno delle forme, con richiami alla linearità dell’arte giapponese, al mondo del fumetto e alla simbologia minimale della segnaletica stradale. Vi invito a dare un’occhiata al suo sito e alle sue ultime opere:

I suoi volti come icone moderne, sono perfettamente caratterizzati e riconoscibili, pur mantenendo una semplificazione ridotta a pochissimi elementi. Nelle classi seconde abbiamo visto le molteplici interpretazioni del ritratto nell’arte moderna e contemporanea, e ci siamo cimentati nella realizzazione di un autoritratto nello stile di Julian Opie, utilizzando la App Sketchbook con iPad e penna digitale.

Per prima cosa gli studenti si sono fotografati a vicenda, per avere un autoritratto in primo piano da elaborare digitalmente. Utilizzando poi la funzione layer di sketchbook abbiamo sovrapposto un foglio trasparente e abbiamo disegnato il nostro autoritratto con un tratto grafico nero e spesso.

Caratteristica fondamentale del ritratto nello stile di Julian Opie sono gli occhi, di cui di disegnano solo le pupille, il naso, di cui si disegnano solo le narici, e la bocca, di cui si disegna solo la linea di apertura e la linea sottostante del labbro inferiore.

Una volta completato il ritratto grafico lineare abbiamo riempito gli spazi (che devono essere rigorosamente chiusi) con la funzione “secchiello” utilizzando il “contagocce” per prelevare i colori dalla fotografia, soprattutto per le tonalità della pelle e dei capelli. Gli abiti e lo sfondo sono colorati a piacere con colori a tinta unita.

La cosa sorprendente di questi autoritratti è che sono straordinariamente somiglianti al soggetto, pur avendo pochissimi elementi somatici a disposizione.

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Il ritratto nell’arte moderna: piccole copie

Abbiamo già sperimentato quanto sia utile copiare stili e tecniche dagli artisti, questa volta con gli studenti di seconda media ci siamo dedicati al ritratto. In particolare abbiamo cercato dei ritratti NON REALISTICI ma INTERPRETATI dagli artisti in modo unico e personale. Soprattutto dalle Avanguardie artistiche in poi il ritratto non è più solo una copia dal vero, ma diventa un modo per indagare la psicologia del soggetto, e diventa pretesto per le interpretazioni più libere.

Qui le immagini che hanno accompagnato la nostra lezione dialogata, provando a comprendere perchè il ritratto è cambiato così tanto nel corso degli ultimi due secoli:

Dopo aver scelto una serie di ritratti che vanno dall’Impressionismo fino agli anni ’40 del Novecento, passando dalle Avanguardie, ci siamo cimentati nella copia di queste piccole opere (la stampa a colori è di circa 12x18cm) con le matite colorate.

Una volta ricalcate le linee principali del disegno ogni studente ha cercato di copiare i colori e lo stile del quadro, cercando di essere più fedele possibile alle tonalità e ai tratti della pittura.

La copia il più possibile fedele di un’opera è sicuramente uno strumento di conoscenza profonda di quell’opera, come nel caso di opere più grandi che abbiamo copiato con le tempere (vedi l’articolo QUI).

Infatti da sempre nell’arte per imparare a disegnare e dipingere si ricorre alla copia, la pratica di mettersi davanti a un’opera d’arte e copiarla è usata abitualmente da quando esistono gli artisti e sappiamo per certo che il disegno dal vero è uno strumento d’eccellenza per conoscere la realtà (vedi gli studi di anatomia e botanica da Leonardo da Vinci in poi…). Ancora oggi, nonostante tutti gli strumenti di riproduzione immediata delle immagini a nostra disposizione, troviamo qualcuno seduto nei musei davanti a un’opera d’arte impegnato a copiarla e a imparare dai grandi artisti attraverso la loro riproduzione.

I ragazzi e le ragazze che hanno realizzato questi piccoli capolavori sono stati davvero sorprendenti!

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