Intorno all’eccellenza e all’utilità della geometria

Piccola antologia dei “sentimenti di autori illustri intorno all’eccellenza e all’utilità della geometria” tradotti dal latino.

Allegoria della geometria di Domenico Piola

I brani che seguono rappresentano una selezione quanto mai varia e disorganica di passi di autori più o meno celebri relativi all’importanza delle discipline matematiche non solo nella conoscenza ma direi nella vita stessa dell’uomo. Si tratta di una breve sezione intitolata “Sentimenti di autori illustri intorno all’eccellenza e all’utilità della geometria”, inserita all’interno della Scienza universale delle proporzioni di Vincenzo Viviani, discepolo di Galileo, edita in Firenze nel 1674.

Alcuni testi sono traduzioni dagli originali greci (Ippocrate, Platone, Proclo, Teone Smirneo), mentre tra gli autori latini vengono proposti Quintiliano e Boezio; concludono la rassegna Nicola Cusano, filosofo, teologo e scienziato del XV secolo, Giovan Battista Benedetti e Cristoforo Clavio, matematici del secolo successivo.

Vincenzo Viviani (1622-1703)

Il criterio seguito nella scelta di questi autori credo non sia stato altro che l’elogio incondizionato che essi tributano alla geometria e alla matematica, fondamentali per esercitare l’arte medica secondo Ippocrate, indispensabili per predisporre il pensiero alla filosofia, innalzando l’anima alle verità superiori per Platone, utili a stimolare le giovani menti e prepararle alla comprensione, stando all’opinione di Quintiliano.

Colpisce il collegamento che Proclo instaura tra filosofia morale e matematica, la quale “conferisce ordine e simmetria alle nostre abitudini”, mentre Teone Smirneo vede nello studio di questa disciplina uno strumento utile a sgombrare la mente da preconcetti sbagliati e opinioni distorte, preparandola così alla filosofia. E se per Giovan Battista Benedetti

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Dell’eccellenza e dell’utilità della Geometria

Un’Antologia dei «sentimenti di autori illustri intorno alla eccellenza e alla utilità della geometria» e un passo di Galileo.
Vincenzo Viviani (1622-1703)
Goffredo Leibniz al ritorno dal suo viaggio in Italia, dove l’aveva conosciuto, scrisse che il potere di Vincenzo Viviani come matematico era tale che avere una cattedra nelle università italiane senza il suo benestare era praticamente impossibile. Al suo De Maximis et Minimis Geometrica Divinatio in quintum conicorum Apollonii Pergaei, su Matmedia ci sono ampi riferimenti nonché la versione integrale della bella e istruttiva Prefazione tradotta da Biagio Scognamiglio.
Sempre di Viviani è la Scienza universale delle proporzioni. Viviani la pubblicò nel 1674 per amore della Geometria e di Galileo di cui si professò «ultimo discepolo». Il titolo del libro è in verità più lungo e sembra voler dire tutto del contenuto: Quinto libro degli elementi d’Euclide ovvero Scienza universale delle proporzioni spiegata colla dottrina del Galileo. Con nuov’ordine distesa, e pubblicata da Vincenzio Viviani ultimo suo discepolo. Aggiuntevi cose varie, e del Galileo, e del Torricelli, i ragguagli dell’ultime Opere loro, con altro, che dall’indice si manifesta.
Di questa scienza universale, Viviani dà una interessante definizione:
«La scienza delle Proporzioni, (siami lecito dir così) è quell’Umido, che, legando insieme il resto della materia, la prepara e la condiziona ad ogni più esquisito lavoro, abilitandola a pigliar qualunque forma di gran rilievo. Di quì è che tanti celebri matematici, conoscendo l’importanza di essa, tentarono per varie vie di renderla esemte da ogni dubbiezza, e che fino un Galileo, occupato pur a bastanza nelle sue più peregrine speculazioni, la stimò non disdicevole oggetto alla sua industriosa applicazione, il che poi diede animo ancora a me d’impiegarvi intorno qualche tempo, e fatica per ridurla nella forma, che qui si vede».
Il capitolo X, dei tredici che compongono l’opera, è il capitolo in cui Viviani raccoglie i «sentimenti di autori illustri intorno alla eccellenza e alla utilità della geometria».
Una raccolta di brevi brani che si presenta tuttora di piacevole lettura e di grande utilità didattica per le riflessioni e i confronti sulla letteratura e lingua italiane e per chi la geometria deve insegnarla. Gli illustri autori di questa pregevole «Antologia dei sentimenti» sono: Ippocrate, Platone, Quintiliano, Proclo, Teone, Severino Boezio,  Niccolò Cusano, Giovan Battista Benedetti, Cristofano Clavio, Benedetto Castelli e, ovviamente, Galileo, presente con vari brani tra i quali piace qui riportare quello tratto dalla seconda giornata dei Dialoghi dei massimi sistemi del Mondo.
«SIMPLICIO. Questo (s’io devo dire il parer mio con libertà) mi paiono di quelle sottigliezze geometriche, le quali Aristotele riprende in Platone, mentre l’accusa che per troppo studio della Geometria si scostava dal saldo filosofare; e io ò conosciuti e sentiti grandissimi Filosofi Peripatetici sconsigliare i lor discepoli dallo studio delle Matematiche, come quelle che rendono l’intelletto cavilloso, e inabile al ben filosofare; istituto diametralmente contrario a quello di Platone, che non ammetteva alla Filosofia se non chi prima fosse impossessato della Geometria.
SALVIATI. Applaudo al consiglio dei questi vostri Peripatetici di distorre i loro Scolari dallo studio della Geometria, perchè non ci è Arte alcuna più accomodata di questa per iscoprire le fallacie loro; ma vedete quanto cotesti sieno differenti da’ Filosofi Matematici, i quali assai più volentieri trattano con quei, che bene sono informati della comune Filosofia Peripatetica, che con quei, che mancano di tal notizia, i quali, per tal mancamento, non possono far paragone tra dottrina e dottrina.»

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