No asterisco (*) o schwa (ə) nelle Circolari, ma la scuola non dovrebbe essere palestra di democrazia e di diritti?

È uno di quei giorni in cui la mancanza di Michela Murgia si avverte forte. Personalmente, non credo di aver mai utilizzato l’asterisco (*) o lo schwa (ə) in una comunicazione pubblica né in una comunicazione privata. Questioni di stile o di abitudini, le mie, non so. Eppure, ho profondo rispetto per chi lo fa. Ne colgo la carica inclusiva al pari del messaggio politico che si vuole portare avanti. E mi chiedo, quindi, che cosa avrebbe detto e scritto in queste ore Michela sulla circolare del Ministero dell’Istruzione e del Merito che raccomanda alle scuole di «attenersi alle regole della lingua italiana» e, quindi, di evitare l’uso di «segni grafici non conformi» come l’asterisco o la schwa. Sicuramente, avrebbe detto la sua.
In realtà, non lo posso sapere. Una simile ideale conversazione potrebbe ricadere in una sorta di «colloquio non più possibile», per parafrasare il titolo
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